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Storia antica di Trieste e della Venezia Giulia. Dal 475 al 1492

 ( Cronologia tratta da Pietro Kandler)

 

476 Devastazione del Norico e delle Pannonie; cessazione dell’impero romano. Odoacre re d'Italia

Il lungo periodo delle invasioni barbariche e la caduta dell’impero romano.

Il Friuli sotto i barbari di Odoacre

480-481 Giulio Nepote viene ucciso e Odoacre conquista la Dalmazia

Giulio Nepote viene ucciso e Odoacre conquista la Dalmazia

15 novembre 487. Odoacre fece guerra contro i Rugi

L’inizio della fine di Odoacre

 

489-493 Teodorico, re dei Goti, muove alle conquista d'Italia; battaglia all'Isonzo tra Odoacre e Teodorico colla peggio del primo; Odoacre viene ucciso nel 493;l’Istria passa in dominio di Teodorico.

Teodorico sconfigge Odoacre e la battaglia sull'Isonzo

490 Teodorico fece costruire la Rocca di Monfalcone 

La Rocca di Monfalcone

498-506 Lo scisma laurenziano

Lo scisma laurenziano e gli interessi patrimoniali della Chiesa

500 Editto del re Teodorico.

Il governo di Teodorico

524 Ad interposizione di Giustino imperatore bizantino, papa Giovanni, assenziente il re Teodorico instituisce i vescovati di Trieste, di Capodistria, di Cittanova, di Parenzo, di Cissa, di Pola, di Pedena. Passaggio di corpi Santi in Istria, di S. Eufemia a Cissa, di S. Mauro a Parenzo, di S. Niceforo a Pedena; reliquie di S. Giusto triestino passano in Albona.

523-526 Declino e morte di Teodorico

Il declino e la morte di Teodorico

 526 Dionigi il piccolo introduce l'uso del calendario "annus domini"

Il calendario di Dionigi

529 Giustiniano pubblica il codice delle leggi per l’impero d'Oriente.

2 ottobre 534 Dopo qualche anno di reggenza, Amalasunta diventa regina 

 Il dopo Teodorico e la storia di Amalasunta

535-539 La prima guerra greco-gotica

La prima guerra greco-gotica (535-539)

 Prima la carestia e poi la peste giustinianea: Friuli e Istria decimate

538 Vitige, re dei Goti, esige dagli Istriani i generi che devono per costituzione provinciale alla persona del principe

539 Belisario, generale di Giustiniano, conquista l'Istria sui Goti, la quale viene sottoposta all'Esarca di Ravenna. L'Istria è abbinala alla Venezia marittima, ha un maestro dei militi come governatore; alle città si propongono tribuni; i vescovi ottengono poteri civili sui comuni. Verosimile unione di Albona all'Istria.

540 Padova si dà ai Bizantini. Eufrasio vescovo di Parenzo alza il duomo sugli avanzi di tempio pagano. Frugifero di Trieste alza tempio al lato alla basilica di S. Maria e vi depone gli avanzi di S. Giusto. di S. Servolo, e degli altri martiri, traendone i più dalla Necropoli detta dei SS. Martiri

543 Dotazione stabile del capitolo di Parenzo, o del clero in Istria. Notizia certa di capitoli in Istria

545 Giustiniano imperatore condanna i così detti tre capitoli. I vescovi di occidente vi contraddicono

548 Papa Vigilio, violentalo da Giustiniano, anatematizza i tre capitoli, illesa l'autorità del Concilio di Calcedonia. Il papa si ritratta

552 Narsete, generale di Giustiniano, diretto alla conquista d'Italia, visita l'Istria

La seconda guerra greco-gotica (551-553)

553 Vigilio danna gli scritti di Teodoro di Mopsuesta; il concilio anatematizza i tre capitoli; il papa e molti vescovi d'occidente accettano la condanna dei tre capitoli e gli atti tutti del V concilio generale

554 I codici delle leggi di Giustiniano vengono pubblicati e cominciano a valere per l'Istria. Peste grandissima per tutta Italia.

557 Peste grandissima per tutta Italia . Paolino, metropolita di Aquileja, raduna i suffraganei, ripudia l'autorità del V concilio, si separa dal papa, e dà origine allo scisma detto istriano. Il metropolita assume il titolo di patriarca

Lo scisma dei Tre Capitoli

565 Narsete, accusato dagli Italiani, viene rimosso dall'esarcato, vi subentra Longino. Alboino, re dei Longobardi, sull'invito di Narsete viene alla conquista d'Italia, sale il monte Nanos o monte Re. Bande di Longobardi scorrono l'Istria superiore; molti riparano in Capodistria per timore dì questi, e la città ha il nome di Giustinopoli in onore di Giustino Il imperatore

Il governo di Narsete in Italia

566 In questi ci fu una peste orribile. Secondo Paolo Diacono, ci fu una strage e molti luoghi restarono deserti. Fu particolarmente grave in Liguria e nelle Venezie. In Friuli venne chiamata anguinaja o bubone. 

La peste chiamata anguinaja

La situazione del territorio friulano e della Venezia Giulia prima dell’arrivo dei Longobardi

568 Alboino, re dei Longobardi, su invito di Narsete, invadono il Friuli. Bande di Longobardi scorrono l'Istria superiore; molti riparano in Capodistria per timore di questi, e la città ha il nome di Giustinopoli in onore di Giustino Il imperatore.

I Longobardi invadono il Friuli; istituito il Ducato del Friuli

Trieste durante l’invasione Longobarda

Il Ducato longobardo del Friuli

579 Sinodo del patriarca Elia di Grado. La chiesa di Grado viene dichiarata metropoli dei vescovati istriani.

586 L'Esarca Smaragdo di Ravenna viene con flotta a Grado, fa prigione il patriarca Severo, i vescovi Severo di Trieste, Glonnni di Parenzo, Vindemio di Cissa, che vengono condotti a Ravenna

587 Peste

589 Il re dei Longobardi, Autari, muove contro l’Istria con spedizione condotta da Evino duca di Trento La guerra in Istria tra Longobardi e Bizantini

La guerra in Istria tra Longobardi e Bizantini

600 Padova ed altre città della Venezia cadono in potere dei Longobardi Il vescovo di Padova ripara in Malamocco, trasportandovi la sede.

604  Incursione di Slavi nell'Istria interna, che viene saccheggiata, uccise le guarnigioni di soldati. Prima incursione di Slavi. S. Gregorio Magno riconduce all'unità cattolica molli vescovi istriani, tra questi Firmino di Trieste.

605 Alcuni vescovi dissidenti per la nomina del patriarca di Grado Candidiano, si radunano in Aquileja e sotto protezione del duca Longobardo eleggono un patriarca aquilejese. Nuova scissura nell'Istria e nella Venezia. Fondazione del vescovato di Caorle.

607 Creazione del primo doge di Venezia in luogo del maestro dei Militi. L'Istria era soggetta allo stesso doge. Venezia ed Istria erano ancora abbinate

 

635 Fondazione del vescovato di Torcello

650 ·       Il patriarca Massimo fonda in Trieste il monastero di S. Maria di Barbana, o piuttosto di Grignano

666 Si introducono gli organi nelle chiese

679 Notizia certa di vescovo in Cissa

698 Pietro di Pola, divenuto patriarca, raduna i vescovi suffraganei in Aquileja, accetta le decisioni del V concilio, torna alla comunione del papa. Cessa lo scisma con Roma, durano le scissure fra le chiese di Aquileja e di Grado

705 Il vescovo di Zuglio col consenso del duca Longobardo ripara in Cividale

710 Grado viene confermata in metropoli ecclesiastica dell'Istria

717 Il patriarca di Aqulileja prende residenza in Cividale; cessano i vescovi di Zuglio stanziati in quest'ultima città.

724 Pietro, vescovo di Pola, a reclamare di diritto la dignità di patriarca. Il papa lo depone, però ad istanza dei vescovi Istriani, concede che duri nel vescovato di Pola

726 L'intendenza amministrativa di Roma è data ai Papi

729 ·       Le questioni fra Grado ed Aquileja pel patriarcato, terminano con legittima decisione, secondo la quale due rimangono i patriarchi e due le arcidiocesi. L'Istria colla Venezia insulare rimane a Grado

737 Si abolisce nella Venezia insulare la carica di doge, si restituiscono i maestri dei militi.

752 ·       La carica di doge nella Venezia insulare viene ristabilita e prende sede in Malamocco. ·       Astolfo, re dei Longobardi, muove contro I Bizantini, prende Ravenna e pone fine all'Esarcato

753 ·       I Longobardi muovono contro l'Istria e ne prendono buona parte, Capodistria ed altri luoghi ancora rimangono ai Bizantini; famiglie istriane si ricoverano in Venezia. L’Istria è separata da Venezia Presa della torre di Rovigno

774 Fine del regno dei Longobardi in Italia; l'Istria torna in potere dei Bizantini..

789 Carlo Magno s'impadronisce dell'Istria, meno Capodistria, Pirano, Umago che rimangono ai Bizantini. L'Istria, staccata cosi da Venezia, è sottoposta ai duchi del Friuli. Alterazione nella costituzione provinciale; alle città si tolgono le giurisdizioni su altri agri, limitate le giurisdizioni per entro i comuni medesimi, tolto l'uso dei beni pubblici, trasportati stabilmente gli Slavi in parte della provincia

791 Annessione dell’Istria al Ducato friulano. Torna a rifiorire la città di Cividale, adesso chiamata Civitas Austriae e non più Forum Iulii, termine che invece andrà ad identificare il nome dell’intera regione.

Trieste e l’Istria diventano carolinge

792 Carlo Magno esonera le terre della chiesa Aquilejese da ogni imposizione di mansionatico e di fodero

801 Carlo Magno, coll'assenso del papa attribuisce al patriarca di Aquileja S. Paolino, i vescovati di Cittanova e di Pedena, di Rovigno e di Tarsatica

802 Pace avviata tra Carlo Magno ed Irene di Costantinopoli, trattata con Niceforo, conclusa con Michele dodici anni più tardi. L'Istria, La Liburnia, la Dalmazia rimangono a Carlo Magno meno le città marittime

804 Placito tenuto dai messi di Carlo Magno, per udire le lagnanze degli Istriani contro il governo del duca e dei vescovi. La costituzione provinciale dell'Istria viene in massima parte restituita, non così le giurisdizioni sugli agri attributi. Gli obblighi per le cose di mare verso i dogi di Venezia durano

Il Placito del Risano

815 Lodovico imperatore, conferma agli Istriani la costituzione e le costumanze loro di governo e di chiesa.

817 Lodovico imperatore dona ai papi Roma col ducato

820 I Croati occupano il paese tra l'Arsa e la Cettina

827 Sinodo di Mantova, che vorrebbe le chiese istriane soggette al patriarca d'Aquileja. Massenzio patriarca Aquilejese, proietto da Lottario, tenta di sottrarre i vescovi istriani all'obbedienza di Grado

830 Papa Gregorio IV conferma al Patriarca di Grado la giurisdizione metropolitica sulla Venezia insulare e sull’Istria Spedizione dei Veneti contro i pirati Narentani, presa dell'isola di Veglia.

839 Altra spedizione contro i Narentani

840 I Croati sono fatti indipendenti dai Franchi. Lottario e Lodovico concedono ai vescovi di Trieste la giurisdizione sull'agro distrettuale di Trieste da Opchiena a Lonche. Sembra che avvenga alcun che di simile col vescovo di Pola

14 febbraio 842. Il giuramento di Strasburgo

Il giuramento di Strasburgo (Sacramenta Argentarie)

844-855 Lottario e Lodovico concedono ai vescovi di Trieste la giurisdizione sull'agro distrettuale di Trieste da Opchiena a Lonche. Sembra che avvenga alcun che di simile col vescovo di Pola

862 La chiesa greca si separa dalla chiesa latina

876 Pirati Narentani scorrono le coste dell'Istria e distruggono Cittanova, Sipar, Rovigno.

898 Metodio di Tessalonica inventa i caratteri slavi, usati nei libri di chiesa

900 Scorrerie di Ungheri nella Venezia; Padova ne è distrutta

911 Re Berengario dona ai vescovi di Trieste i due castelli di Vermo, che sembrano essere al Timavo superiore

929 ·       Re Ugo dona ai vescovi di Trieste i castelli di Umago e di Sipar, l'isola Paciana alle foci dell’Isonzo. Re Ugo dona ai vescovi di Parenzo i castelli di Pisino, e forse ancora altri

932 Ratto delle donzelle veneziane. Il comune di Capodistria riconosce solennemente l'obbligo di corrispondere cento orne di vino al doge di Venezia

Il ratto delle spose veneziane

 

933 Wintero, marchese d'Istria, insieme alle città marittime di questa provincia la rompe coi Veneti, fa pace e promette esenzioni, e la regolare corresponsione dei tributi

944 I Veneziani proibiscono che si comprino uomini in Istria, né che si trasportino su navi Venete

948 Re Lotario dona ai vescovi di Trieste, questa città con poteri di baronia maggiore. Trieste non cessa perciò di appartenere al marchesato d'Istria

960 Scorrerie di pirati alle coste dell’Istria

961 Unione d'Italia e di Germania in Ottone I. La corona imperiale passa ai re di Germania. Ottone I dona lsola a Vitale Candiano doge di Venezia

967 Ottone I accorda ai vescovi ed alle chiese Istriane la giudicatura sulle proprie terre, come l'avevano sui servi propri. Trattato fra Ottone pel regno d'Italia ed i Veneziani, che regola i diritti reciproci. Vi sono compresi gli Istriani

974 Ottone conferma alla chiesa di Grado gli antichi possedimenti che questa aveva nell’Istria

976 Isola passa al patriarca Radaldo di Aquileja

977 Capodistria fa pace col doge di Venezia Pietro Orseolo

983 Ottone III dona Orsera ai vescovi di Parenzo, dona loro altre baronie, c le peschiere di Torre e di Cervera. Rinnovazione dei trattati fra i Veneziani, ed il reame d'Italia

990 ·       Parlamento istriano tento al così detto Traghetto di S. Andrea. Vi intervengono tre vescovi, i giudici di Parenzo, Capodistria, Trieste, Pirano, Cittanova. S’introduce in Europa l'uso delle cifre arabiche

992 Le città marittime dell’Istria riconoscono i diritti che vi avevano i Veneziani

996-1000 I Veneziani condotti dal doge Pietro Orseolo, costringono colle armi le renitenti città istriane a riconoscere i diritti loro

I Narentani e la guerra con Venezia

1001 Salcano (che comprendeva Gorizia), viene donato per una metà alla chiesa di Aquileja, per l'altra a Weribent, conte del Friuli.

1002 Il Castello di Ruvin viene donato ai patriarchi di Aquileja

1007 Pestilenza in Venezia

1008 Il patriarca d'Aquileja vuole recuperare colla forza la diocesi di Rovigno; papa Sergio conferma i di-ritti del vescovo di Parenzo

1016 Sinodo provinciale Aquilejese. V’intevengono i vescovi di Cittanova e di Pedena, fatti suffraganei di Aquileja da Carlo Magno

1017 Concilio Romano sulle questioni di diritto metropolitico Ira Grado ed Aquileja. In contumacia del patriarca di Grado si decide che Aquileja sia metropoli di tutta l'Istria.

1024 Popone, patriarca di Aquileja, facendo valere le pretese di metropolita su Grado, lo prende a viva forza

1028 ·       Il Carso dall'Isonzo a Fiume, viene donato ai patriarchi di Aquileja. Castus, Veprinaz, Moschenizze, Fiume dati ai vescovi di Pola, verosimilmente in quest’epoca. I vescovi istriani, passano di fatto sotto il .metropolita d'Aquileja; compresa Pola che viene staccata dall'arcidiocesi di Ravenna, per decreto di Corrado il Salico. Verosimile regolazione di altre chiese, per cui l'arcidiaconato di Duino, passerebbe dalla chiesa di Trieste a quella di Aquileja, Fiume ed Albona, da quella di Pedena a quella di Pola

1038 Costituzione dei feudi di Corrado I. Corrado I dona ai vescovi di Cittanova la baronia di S. Lorenzo in Daila

1040 Enrico re dona o conferma ai vescovi di Trieste la giurisdizione civile e penale su Umago.

1041 Il patriarca Popone dona Isola al monastero di dame di S. Maria fuori le mura di Aquileja

1043 I Benedettini al Leme, arricchiti di beni per liberalità di Azzica e di Wilpurga contesse

1044 Concilio Romano, nel quale viene revocato il decreto che riconosce Aquileja per metropolitana dell'Istria

1053   Concilio romano di Leone IX. Grado è riconfermata metropoli dell'Istria

1060 Marquardo di Eppenstein conte di Gorizia, fonda l'abbazia di Rosacis nel Friuli, dell'ordine benedettino

1060-1070 Da patti corsi fra il marchese ed i provinciali si vedono prendere posto nel parlamento i vescovi ed i magnati, per cui sembra che i baroni avessero rappresentanza

1066 Sardegna è donata dall'imperatore Enrico IV ad Adalberto

1067 Enrico IV, dona li vescovi di Frisinga, Covedo, Lonche, Ospo, Rosariol, Trusculo, Sterna, S. Pietro

1072 Il conte Caselino dona Portole all'abbazia di Moggio

1077 Il marchesato d'Istria, viene fatto ereditario della casa Carintiana degli Eppenstein

1093 Enrico imperatore concede ai patriarchi d'Aquileja la nomina dei vescovi di Pola.

1096 Giovanni, figlio di Randolfo, dona il castello di Nigrignano alla chiesa d’Aquileja

1099 Il comune di Pirano forma propri statuti

1100 Cominciano a scriversi le lingue volgari, e ad usarsi gli stemmi gentilizi

1101 Il marchese Wolrico dona S. Siro (Socerga) alla chiesa d'Aquileja.

1102 Wolrico, marchese d'Istria, ultimo come sembra della sua casa in Istria, divide i suoi beni fra La chiesa d'Aquileja e tre suoi fedeli. Aquileja ebbe avulta la valle d'Arsa, fino al lago, e le castella intorno Pinguente; tutto il Carso da Cittanova e Buje fino presso Sdregna. Dei tre fedeli, Mainardo ebbe Rozzo, l Alberto li due castelli presso Rozzo, Adalberto minore Calisedo e la pesca in Leme.

1105 Malamocco sprofonda nel mare per terremoto

1110 Imp. Enrico dona alla chiesa Aquilejese Portole, e Mahrenfels

1112 Engelberto sembra volersi usurpare il marchesato d’Istria dal Timavo al Quarnaro. Wolrico marchese ed Enrico suo fratello, ambi senza figli, e che risedevano altrove, gli muovono contro, gli danno battaglia al Timavo e lo vincono. Transigono, in seguito a che formasi La contea d’Istria del tutto diversa dal marchesato, però vassalla di questo, col distretto di Pedena, e con baronie minori avute dai vescovi di Pola, di Parenzo e di Aquileja. AI marchesato rimangono oltre l'alto dominio feudale sull’intera provincia, per cui ogni esercizio di potere si ritiene emanato dal marchese, l'alto governo e percezioni nelle città parecchie baronie, fra Capodistria e Marenfels, alcune ville nella Polesana. Intorno questi tempi, sembra che Cittanova si emancipasse dal governo dei marchesi. Scopliaco e Tupliaco vengono donate ai vescovi di Pedena. Artuico da Pirano dona il Castelvenere al marchese Wolrico

1118 Fondazione dell'ordine dei Templari, i quali hanno poi stabilimenti in Adelsberg, in Corniale, in Reifenberg, in Vipacco, ed in Istria al Risano, a S. Clemente di Muggia, a S. Maria di Campo, in Parenzo, in Pola. In Pola ebbero commenda.

1120 Mainardo, conte di Gorizia, fonda io Percenico una commenda di Teutonici, e prepara le tombe di sua famiglia in Rosacis

1124 Giovanni Comneno, imperatore di Costantinopoli, cede ai Veneziani i diritti che vantava sulle città istriane

 

Il cenone di capodanno del 1199 al castello di Andechs

 

1313 La libertà di Trieste corre pericolo per la congiura del Ranfi, che sembra volessero ricuperare ai vescovi il dominio della città. I Ranfi vengono uccisi, le donne infamate, la loro casa spianata, il terreno dannato a rimanere vacuo. Il vescovo di Trieste Pedrazzani si presenta al senato Veneto e rivendica Sipar. Ultima moneta dei vescovi di Trieste

Trieste - La Congiura dei Ranfi

 

1369 Trieste, stretta d’assedio dai Veneti, vuol darsi a Carlo IV, si determina si darsi ad Alberto duca d’Austria. Non vedendosi soccorsa da questi né da altri, perduti i castelli di Moncolano e di Montecavo, si rende ai Veneti salva la vita, e dura qualche anno in soggezione.

Il castello di Moncolano

1382 Trieste si dà spontaneamente ai duchi d’Austria; cessa la carica di podestà, rimane unica quella di capitano. Primo capitano austriaco Ugone di Duino. Passata Trieste alla casa d'Austria, il duca Leopoldo dichiara al capitolo che non abbia ad eleggersi vescovo il quale a lui non sia gradito, e pratico delle cose austriache. Il comune di Trieste chiede l'introduzione di domenicani per avare studio di filosofia; la domanda non ha effetto.

 30 settembre 1382: Dedizione di Trieste all'Austria

 


 

 

 

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Imperatori del Sacro Romano Impero: Ottone II

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