Il diploma di Ottone III cita per la prima volta Gorizia.

Gorizia viene citata per la prima volta nel 1001. L’imperatore Ottone III donò al patriarca di Aquileia Giovanni IV metà del castello di Salcano, metà del villaggio di Gorizia e metà del territorio che si trovava tra i fiumi Isonzo e Vipacco, tra il torrente di Vrtovin e la Selva di Tarnova. L’altra metà di tale territorio fu donata nell’autunno dello stesso anno a Guariento  della casata Eppenstein

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Argomenti trattati

Gorizia nell’XI secolo

   Le origini di Gorizia

   Il territorio tra Salcano e Gorizia

   Donazione a Guariento Werihen/Weriand della casata Eppenstein

   Le popolazioni presenti nel territorio situato tra l'Isonzo e il Vipacco



Le origini di Gorizia

Nell'area dove attualmente si trova la città di Gorizia sorgevano, fin dal I secolo a.C., due centri abitati romani di modesta entità, Castrum Silicanum e Pons Sontii. Dal primo trasse origine il villaggio di Salcano, oggi in territorio sloveno, mentre il secondo era situato sulla via Aquileia-Emona, nel punto dove la strada attraversava il fiume Isonzo.  Il Castrum Silicanum chiudeva l’accesso alla valle dell’Isonzo.

Anche se la zona fu abitata fin dalla preistoria e fu sede di insediamenti romani, Gorizia viene citata ufficialmente per la prima volta il 28 aprile del 1001, in un documento in cui l'Imperatore Ottone III dona il castello di Salcano (Silicanum) e la "villa che nella lingua degli Slavi viene chiamata Gorica" per metà al Patriarca di Aquileia, e per l'altra metà al conte del Friuli Guariento, della casata degli Eppenstein.

Il termine "villa" fa dedurre che all'epoca sul colle non sorgesse ancora un castello. Anche se per molti storici è molto probabile che sul colle, già in epoca longobarda, ci fossero fortificazioni (forse una torre di avvistamento),è opinione diffusa che un maniero vero e proprio fu edificato a partire dal XII secolo.

Zona interessata nel diploma di Ottone III. Fonte “Da Ottone III a Massimiliano I” (clicca sull’immagine per ingrandire).

Nel territorio di Gorizia la chiesa di Aquileia possedeva, già a partire dal secolo VII, un castello (castrum) a Cormòns, dove i patriarchi ebbero anche la propria sede tra il 628 e il 737. Nel 964 Aquileia ricevette dall'imperatore Ottone I il focus (terra) Intercisas situato sotto il castello di Cormòns e tre anni più tardi anche il castello (castrum) di Farra d'Isonzo. In questo modo la chiesa di Aquileia controllava la pianura sulla riva destra dell'Isonzo, dal Collio goriziano fino all'altipiano di Doberdò del Lago. Con questi possessi era collegata anche la bassa valle del Vipacco, che fu assegnata al patriarcato nel 1001.

Nella primavera del 1001, l’imperatore Ottone III donò al patriarca di Aquileia Giovanni IV metà del castello di Salcano, metà del villaggio di Gorizia e metà del territorio che si trovava tra i fiumi Isonzo e Vipacco, tra il torrente di Vrtovin (a ovest di Aidussina) e la Selva di Tarnova. L’altra metà di tale territorio fu donata nell’autunno dello stesso anno a Guariento Werihen/Weriand della casata Eppenstein, che in questa occasione viene nominato per la prima volta col titolo di conte (del Friuli). 

E’ probabile che all’epoca Pons Sonti non doveva esserci più o era ridotto a qualche moncone inagibile, quando l’imperatore Ottone I donò al patriarca di Aquileia Rodoaldo tutta una serie di possessi, tra i quali “il castello chiamato Farra con tutte le sue pertinenze”.

Il percorso sulla destra dell’Isonzo probabilmente costituiva la via di transito normalmente utilizzata tra Gradisca e Gorizia in età moderna, come indicato dalle fonti documentarie e da una carta cinquecentesca. Data la scarsità di dati disponibili la questione deve ritenersi però aperta.

E’ probabile che ci fosse un tracciato che risaliva la valle dell’Isonzo, permettesse di raggiungere gli insediamenti romani dell’area di Most na Soči (Santa Lucia d’Isonzo) e Kobarid (Caporetto).

Probabile deviazione della strada in assenza della agibilità del Pons Sonti. Clicca sull’immagine per ingrandire.

La donazione di Ottone III rappresentava il primo possedimento di Aquileia sulla riva sinistra dell'Isonzo. Si presume che sotto il controllo di Aquileia (e del conte del Friuli) ci fosse anche castello di Salcano.

E’ probabile che la divisione reale non fosse del territorio ma delle rendite. Il territorio continuava ad essere unito in modo funzionale. Non bisogna infatti dimenticare che non si trattava soltanto di un determinato numero di beni immobili, ma che l'area in questione rappresentava un complesso territoriale strutturato e organizzato per la produzione agricola

Il territorio tra Salcano e Gorizia

Il castello di Salcano era situato con ogni probabilità sul ripido spuntone roccioso di 322 metri del colle San Gabriele (alto m. 646)

I luoghi fortificati come Salcano non svolgevano soltanto una funzione militare, ma esercitavano anche quella amministrativa e giurisdizionale: erano cioè i veri centri del potere in un determinato territorio

Anche dal punto di vista ecclesiastico Salcano appare il centro del territorio goriziano: era infatti la sede della pieve, mentre Gorizia era soltanto un suo vicariato

Gorizia è l'altra località ricordata nei due diplomi del 1001. Dal secondo decennio del secolo XII, Gorizia divenne la sede dei conti omonimi, giunti nella regione del medio corso dell'Isonzo dai territori bavaro-carinziani, che la elevarono al rango di capitale dell'intero territorio. Divenne il luogo di residenza di una delle più importanti famiglie dell'alta nobiltà della regione tra le Alpi e l'Adriatico

Donazione a Guariento Werihen/Weriand della casata Eppenstein

Werihen (* 970 ca.; † 1051 ca.) fu un conte del Friuli e dell'Istria e funzionario del duca di Carinzia.

Varianti del nome: Werigandus, Werigant, Weriant, Wergant, Werichen, Werihent, Werinhent, Variant, Warientus, Wezzelin, Guariento III.

Werihen era probabilmente figlio di Azzo (Adalberto) (altre fonti riportano Guariento), che nel 965 fu amministratore del patriarca Rodoaldo di Aquileia in Istria. Amministrò importanti feudi ecclesiastici di Aquileia.

Nel 1001, il re Ottone III gli dona metà del castello di Silikano e della corte di Gorizia nonché i terreni annessi tra Isonzo e Wippach compresi i monti. Il destinatario dell'altra metà è il patriarca Giovanni. Quello stesso anno Werihen venne nominato Conte della Contea del Friuli.

Werigand apparteneva alla casata degli Eppenstein  in quanto aveva sposato Williburg la cui madre era una Eppenstein.

Come la maggior parte dei conti e margravi della zona sud-orientale dell’impero, anche Guariento apparteneva alla nobiltà bavarese. Per questo motivo egli non compare solo in Friuli, ma anche a nord delle Alpi e precisamente a Salisburgo, dove negli anni fra il 987 e il 1025 viene più volte menzionato come avvocato del convento di S. Pietro.

Le popolazioni presenti nel territorio situato tra l'Isonzo e il Vipacco

Gorizia è un nome tipicamente slavo: deriva dal termine slavo gora (montagna) e indica una piccola elevazione del terreno.

Nel diploma destinato al patriarca di Aquileia si dice che Goriza è chiamata così nella lingua slava: Sclavorum lingua.

L'espressione Sclavorum lingua testimonia che la lingua abitualmente parlata al volgere del primo millennio sulle rive dell'Isonzo era una lingua slava.

Circa cento anni dopo si trova anche la forma Guriza, presente in un documento databile intorno ali' anno 1100. Le varianti successive sono Gurizze, Gurizza. Esse rappresentano la forma friulana del nome, che si rifà nella pronuncia all'archetipo slavo. Queste varianti erano probabilmente legate alla parlata neolatina che poteva essere usata dalla popolazione immigrata a Gorizia dal Friuli alla fine del secolo XI

 

Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 2. 1858

Da Ottone III a Massimiliano I. Gorizia e i conti di Gorizia nel medioevo, 2004

Riccardo Cecovini, L’organizzazione del territorio lungo l’antica via Aquileia – Emona, tra il tardo antico e alto medioevo, Tesi dottorale UNITS 2015-2016



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