Nel 625 Grasulfo II diventa duca del Friuli, successivamente muore Agilulfo e Rotari è il nuovo re dei Longobardi.

Nel 625 Grasulfo II, fratello di Gisulfo II, assunse il titolo di duca del Friuli all'indomani dell'uccisione per mano bizantina, a Oderzo, dei due figli maggiori di Gisulfo e coreggenti del ducato, Caco e Tasone

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La morte di Caco e Tasone

I due fratelli, correggenti del ducato del Friuli, ricercarono un'alleanza con i bizantini come il padre Gisulfo II, ma caddero in un'imboscata tesa loro nella città di Oderzo dal patrizio bizantino Gregorio. Questi aveva promesso a Tasone di adottarlo come figlio, con il rito del taglio della barba; il duca lo raggiunse insieme al fratello e a una piccola scorta. Appena arrivati a Oderzo, Gregorio fece chiudere le porte della città e inviò i suoi armati contro i Longobardi. I fratelli vennero uccisi.

Albero genealogico di Gisulfo II

Albero genealogico di Gisulfo II. Clicca sull’immagine per ingrandire

L’ascesa di Grasulfo II

Grasulfo II, zio di Taso e Cacone, era l’unico maschio della dinastia friulana ad avere l’età per governare.

Paolo Diacono non fornisce informazioni sul suo regno, ma segnala che la sua nomina scontentò i due figli superstiti di Gisulfo II, gli ancora giovani Radoaldo e Grimoaldo. Ormai prossimi alla maggiore età, rifiutarono di sottomettersi all'autorità dello zio e si trasferirono nel ducato di Benevento presso il duca Arechi I.

Grasulfo II è stato un duca del Friuli dal 625 circa al 653.

In questi anni morì il re longobardo Adolauldo (nel 625), lasciando ai suoi successori un regno sicuramente più sicuro ed unito di quello che aveva ereditato lui stesso. Gli succede Arioaldo, duca di Torino.

Arioaldo riportò la capitale a Pavia e bloccò una invasione degli Avari in Friuli. Durante il suo regno crebbe l'influenza del vicino regno dei Franchi su quello longobardo. Il suo governo assicurò un periodo di tranquillità e consolidamento. Arioaldo morì nel 636.

Durante il governo di Grasulfo II divenne re nel 635 il duca di Brescia Rotari, uno dei più grandi re della stirpe dei Longobardi.

Secondo la tradizione, alla morte di Arioaldo i duchi longobardi avrebbero incaricato Gundeperga di scegliere il nuovo re e sposo, secondo una modalità già applicata dalla monarchia longobarda con Rosmunda e Teodolinda.

Egli infatti combatté lo strapotere dei duchi e conquistò strappandole ai bizantini Oderzo ed Altino, andando così ad indebolire ancora di più le posizioni imperiali nella Venetia.

L’offensiva del nuovo re non si fermò però qui, tentando l’assalto a Ravenna si scontrò con l’esarca Isacio sul fiume Panaro, dove “caddero ottomila Romani, mentre gli altri si davano alla fuga” e dove trovò la morte lo stesso esarca. Una battaglia sanguinosa che dovette sicuramente indebolire molto anche l’esercito longobardo che non tentò di prendere Ravenna ma avanzò verso la Liguria assoggettandola completamente.

La fama di questo re Autari è però per lo più legata all’Editto che fece redigere e che emanò il 22 novembre del 643 dalla corte reale di Pavia.

La morte di Grasulfo II

Nel Friuli la precoce esperienza di dinastizzazione della carica ducale pare venir meno con l’elezione di Ago (o Agone) nel 653, di cui non conosciamo nulla se non che si tramandasse che una casa a Cividale fosse intitolata a suo nome.

 

 

 

 

 Marco Franzoni, Al di là dei monti: La frontiera del Friuli dall’arrivo dei Longobardi all’anno 1000, Tesi di Laurea, Università Ca’ Foscari di Venezia

Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, Edizioni Studio Tesi, 1990

Bernardino Zanetti, Del regno dei longobardi in Italia, 1753

Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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