Nel 1379 un cronista dell’epoca introduce la parola “rochetta” per descrivere un’arma mai vista utilizzata nella guerra di Chioggia

La polvere nera arriva in Occidente e nasce la parola “rochetta”

Nel 1379 un cronista dell’epoca introduce la parola “rochetta” per descrivere un’arma mai vista utilizzata nella guerra di Chioggia: dei razzi rudimentali

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La conoscenza della polvere nera si diffuse tanto rapidamente quanto velocemente si dissolse la minaccia mongola cosicché gli europei iniziarono ben presto ad utilizzare queste fantastiche armi.

Ad esempio nel 1379, nella guerra tra veneziani e genovesi, una torre di Chioggia fu messa a ferro a fuoco per mezzo di un nuovo congegno. Daniele Chinazzi di Treviso, un cronista dell’epoca, descrisse con la parola “Rochetta” le frecce di fuoco alimentate dalla polvere nera utilizzate in epoca medievale.

La guerra di Chioggia del 1379

La guerra di Chioggia fu un conflitto combattuto dalla Repubblica di Genova contro la Repubblica di Venezia tra il 1378 e il 1381, in conclusione di un confronto aperto che durava da anni e che aveva già contato qualche occasionale e limitato scontro militare. Inizialmente i genovesi riuscirono a conquistare Chioggia e vaste zone della laguna di Venezia, ma alla fine la vittoria arrise ai veneziani, che riuscirono a riprendersi Chioggia e le città lagunari e istriane cadute in mani genovesi.

«E furono tirate molte rochette su la cima della torre, e tra le altre una, che impizzò il colmo, che mai poterono estinguere il fuoco

Il cronista descrisse con la parola “Rochetta” le frecce di fuoco alimentate dalla polvere nera.

In realtà non si conosce il momento esatto in cui è stata introdotta la parola Rochetta, anche se già nel XV secolo si cerca di spiegarne l’origine.

Nei testi dell’epoca si afferma che i razzi erano il mezzo migliore per produrre i fuochi d’artificio. I latini li chiamavano Rochetœ, mentre in greco si chiamavano Pyroboli, termine che però descrive un oggetto diverso, in quanto etimologicamente significa Tela che si incendia o freccia infuocata. In italiano si chiamano Rochette e Raggi, in tedesco Steigende Kasten, Ragetten e Drachetten; in francese Fuzees, in inglese Rocket ed in polacco Race.

La parola Rochette prendeva nome dall’attrezzo che serviva a forare la parte sottostante del petardo al fine di direzionare l’uscita dei gas. L’attrezzo aveva la forma di un cono che ricordava la forma di un fuso che serviva a filare le fibre tessili. L’odierna parola Razzo è invece la forma popolare di Raggio ossia fuoco artificiale che attraversa l’aria ardendo e ricorda un raggio.

Alessandro Capo Bianco, nel 1598, descrive le rochette per un uso festoso. La costruzione è identica alle armi utilizzate dai cinesi 500 anni prima.

 Immagine tratta dal libro di Alessandro Capo Bianco del 1598

Immagine tratta dal libro di Alessandro Capo Bianco del 1598

 

  1. Chinazzi, D. Cronaca della Guerra di Chioggia. di Lodovico Anton Muratori (1864).
  2. Siemienowicz, C. Artis Magnae Artileriae Pars Prima. (1650).
  3. Capo Bianco, A. Corona e palma militare di artiglieria. (1598).

 



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Tra il 1280 e il 1290, Hassan al-Rammah scrisse "Il libro di combattere a cavallo e delle strategie di guerra", in cui descrive sia la polvere da sparo che i razzi. 

Il contributo di Hassan al-Rammah alla tecnologia missilistica


Giovanni Fontana fu un precursore del Rinascimento.  Nel 1420 circa scrisse il "Bellicorum instrumentorum liber, cum figuris et fictitys litoris conscriptus", un libro illustrato e criptato dove descrive degli strumenti di guerra come le macchine a razzo.

Giovanni Fontana e il "Bellicorum Instrumentorum Libri"



 

 

 



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