Una località legata alla battaglia tra Teodorico e Odoacre è Pons Sonti

 

Una località legata alla battaglia tra Teodorico e Odoacre è Pons Sonti. Dov’è questo luogo? Perché è importante per la storia del Friuli Venezia Giulia? Duemila anni fa c’erano due strade che, partendo da Aquileia, si dirigevano verso nord-est e sud-est, attraversavano il corso dell’Isonzo: la strada per la Pannonia e la strada per l’Istria.

 

Duemila anni fa c’erano due strade che, partendo da Aquileia, si dirigevano verso nord-est e sud-est, attraversavano il corso dell’Isonzo: la strada per la Pannonia e la strada per l’Istria.

La prima, si dipartiva, nei pressi dell’attuale abitato di Gradisca, da un tracciato stradale che da Aquileia si dirigeva verso nord e verso Forum Iulii (Cividale del Friuli) e quindi, piegando decisamente verso est attraversava il fiume in località Mainizza per poi proseguire verso la valle del Vipacco (Frigidus).

La seconda, passava con un percorso rettilineo nella pianura ad est di Aquileia e quindi attraversando la parte terminale del corso del fiume, caratterizzata da varie ramificazioni dell’alveo principale, si dirigeva verso il Timavo (Lacus Timavi) e verso Trieste.

  

La Tabula Peutingeriana è una copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostra le vie militari dell'Impero romano.

Per entrambi questi tracciati gli studi e le ricerche archelogiche condotte nella prima metà del secolo scorso hanno portato alla luce tracce e reperti di ponti e tratti di lastricato. In particolare in corrispondenza dell’attraversamento dell’Isonzo da parte della strada per la Pannonia e per Emona, in località Mainizza, si sono trovate tracce dell’antica “mansio” ovvero delle strutture edilizie della stazione di posta. In questa località ubicata a 21 chilometri da Aquileia i ritrovamenti del secolo scorso hanno confermato la presenza del ponte e della stazione di posta identificabili nella Tabula Peutingeriana con l’indicazione “Pons Sonti”.

La strada romana, che rappresentava un collegamento estremamente importante sia dal punto di vista commerciale che militare, collegava la pianura padana con l’area danubiana; venne costruita agli inizi del I secolo a.C. su un tracciato antichissimo che dalle zone centrali del continente portava al mare attraversando i monti dell’Ocra (attuale Nanos).

Il ponte, descritto già dagli antichi come un’opera imponente “in pietre squadrate” rappresentava un punto di attraversamento obbligato perchè a quei tempi l’Isonzo era un fiume caratterizzato da una corrente impetuosa guadabile soltanto più a valle dove i depositi ghiaiosi frenavano la velocità dell’acqua.

Enrico Palladio descriveva un ponte di pietre quadrate costruito sull’Isonzo, con un solo arco, in località Mainizza, nell’anno 167 a.C. Esso fu distrutto nel 237-238 per difendere Aquileia dall’invasione di Massimino.

L’abate Birrini nel suo opuscolo “Indagini sullo stato del Timao” descrive un ponte vicino a Ronchi di Monfalcone, ove si suppone che nell’antichità passasse l’Isonzo.

Il Pons Sonti

Nel 1985, in seguito ad alcuni lavori di consolidamento della riva sinistra del fiume, vennero alla luce nuovi resti del ponte, tra cui le fondamenta di un pilone romano. Successivi scavi hanno rinvenuto diversi reperti, perlopiù funerari. Nell’insieme, oltre al ponte, c’era un’area culturale con una mansio (una stazione di posta lungo una strada romana) e delle necropoli. Si pensa che si fosse sviluppato un abitato di una certa importanza, sviluppatosi evidentemente attorno alla stazione di posta. Tra I e II secolo d.C. l'insediamento fu caratterizzato da un relativo benessere, attestato dai monumenti, alcuni di buona fattura, e dalla presenza di un numero elevato di seviri che probabilmente svolgevano in loco delle funzioni pubbliche, forse legate anch'esse alla presenza del ponte e della mansio.

La strada che transitava per il Pons Sonti era infatti una delle principali arterie del sistema viario che faceva capo ad Aquileia e costituiva la più importante via di collegamento tra l'Italia e i territori danubiani.

 

Il suo percorso viene delineato sulla Tabula Peutingeriana. La prima località menzionata dopo Aquileia è la mansio Ponte Sonti, la cui distanza corrisponde sostanzialmente a quella di circa 21 km rilevabile oggi tra Aquileia e il borgo della Mainizza. La via per Emona usciva dunque da Aquileia superando il ponte sul Natisone-Torre quindi si distaccava dalla strada che conduceva a Tergeste dirigendosi verso nord-est.

 

A proposito di Aquileia, il geografo di Amaseia ricorda il ricco commercio che coinvolgeva la città e le popolazioni dell'Illiria che vivevano presso l'Istro, le quali vi venivano ad acquistare le merci provenienti dalle regioni mediterranee, il vino, che poi trasportavano dentro grandi botti di legno su carri coperti, e l'olio, e per vendervi schiavi, bestiame e pelli. La via su cui transitano questi carri attraversava il monte Ocra (Nanos), il meno elevato delle Alpi, e quindi si raggiungeva Nauporto (nella attuale Slovenia centro-occidentale che sorge sulla sponda sinistra della Ljubljanica), dove le merci potevano essere caricate su imbarcazioni che scendevano il corso di un fiume navigabile fino alla Sava per poi raggiungere il Danubio.

 

Vista dalla riva del ponte romano Pons Sontii in località Mainizza.

 

Il centro di attrazione di tutta la zona era costituito dal Pons Sontii. Secondo Luciano Bosio i ritrovamenti della Mainizza testimoniano la presenza di un considerevole centro di vita romana che, per la sua vicinanza all’Isonzo e per la distanza da Aquileia, va identificato con la posta stradale Pons Sontii indicata dalla Tabula Peutingeriana. Il nome di questa mansio richiama l’esistenza del ponte, che Erodiano nella sua storia dell’impero dopo Marco Aurelio (8,2) descrive come opera “imponente e splendida”.

Nell’anno 238 d.C. scoppiò il cosiddetto Bellum aquileiense, voluto dal generale romano Massimino il Trace che, con il suo esercito formato soprattutto dai soldati della Legio II Partica, decise di muovere verso Roma dal quartier generale di Sirmium (oggi Sremska Mitrovica in Serbia) per farsi proclamare imperatore nella capitale. Aquileia si veniva a trovare lungo la via verso Roma; tra le azioni eseguite per frenarne la marcia vi fu anche la distruzione del ponte sull’Isonzo. Massimino vi ovviò realizzando un ponte d’emergenza utilizzando botti da vino legate assieme. Vista la sua importanza, dopo questa distruzione, il ponte presumibilmente fu presto ricostruito.

Il Pons Sonti è stato anche il luogo dove ci fu lo scontro tra Teodorico e Odoacre nel 489 .

Sempre presso il ponte romano sull’Isonzo, poi, il 28 agosto del 489 gli Ostrogoti di Teodorico sconfissero l’esercito guidato da Odoacre, il re degli Eruli, che aveva deposto Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano d’Occidente

I Fasti Vindobonenses attestano l’esistenza di un fossatum a difesa del ponte sull’Isonzo; Paolo Diacono aggiunge il particolare dell’esistenza di pingui pascoli nei pressi del fiume, che avrebbero indotto Odoacre a fissare qui l’accampamento (castra) per “iumenta reficere”. Nel 568 i Longobardi, provenienti dalla Pannonia, invasero l’Italia attraver sando l’Isonzo. La presenza di un fara, comunità composta da guerrie ri e dalle loro famiglie, con compiti di guardia armata, è all’origine di numerosi toponimi dell’Italia longobarda, tra i quali con tutta evidenza il nome del paese posto fra Gradisca e la più volte citata località della Mainizza.

Venne a mancare, in un punto imprecisato della storia di quei secoli, il ponte.

Non doveva esserci più o era ridotto a qualche moncone inagibile nel 967, quando l’imperatore Ottone I donò al patriarca di Aquileia Rodoaldo tutta una serie di possessi, tra i quali “il castello chiamato Farra con tutte le sue pertinenze”.

Se fosse ancora esistito, nell’atto si troverebbe un qualche accenno ai diritti e ai redditi derivanti dal transito su di esso. Mancano notizie anche su eventuali redditi da traghettamento dell’Isonzo su barca. È possibile dunque che quel tratto del fiume rivestisse una minore importanza strategica perché i transiti si erano spo stati più a nord, nella zona tra Gorizia e Lucinico, dove le rive si avvicinavano ed il guado poteva essere abbastanza agevole

 

Localizzazione del Pont Sonti e della via Aquileia – Emona

 


Localizzazione del Pont Sonti in località Mainizza nel comune di Farra d'Isonzo (GO)

 

Percorso della strada antica Aquileia - Emona. Partiva da Aquileia quindi passava per Villesse, Ruda, Villa Vicentina, Gradisca d'Isonzo, Pont Sonti (Mainizza), passare sotto il Nanos e raggiungere Aidussina. La strada poi continuava verso le zone del Danubio

 

Una pietra romana emerge dall'Isonzo, la scoperta a Savogna

(Il Goriziano, 2 giugno 2022)

Un antica pietra è riemersa dalla acque dell'Isonzo. I vigili del fuoco del Friuli Venezia Giulia sono intervenuti a Savogna su richiesta della Soprintendenza archeologia regionale, provvedendo al recupero nell'alveo del fiume di un elemento lapideo di origine romana. L'opera è riconducibile al così detto Ponte della Mainizza (Pons Sonti), che sorgeva nei pressi in epoca imperiale. Si trattava della struttura che attraversava il fiume Aesontium e che faceva parte della strada romana che collegava Aquileia ad Aemona, l’odierna Lubiana.

Il percorso proseguiva oltre verso il Danubio: la struttura, più volte distrutta e ricostruita - anche con il riutilizzo di blocchi decorati o iscritti, parte di monumenti che sorgevano lungo la strada - era stata già identificata nel secolo scorso e pure in passato il fiume aveva restituito a più riprese alcuni di questi materiali. Il prezioso reperto riporta un’epigrafe frammentaria in lingua latina.

Pietra romana rinvenuta a Savogna

 

 

  1. Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858
  2. Luisa Codellia e Antonello Cian. I ponti romani sull’Isonzo.
  3. Stefano Magnani, Pierluigi Banchig e Paola Ventura. Il Ponte romano alla Mainizza e la via Aquileia-Emona. Aquileia Nostra. 2005
  4. Storia di Lucinico, 2011

 

 



Articoli correlati 



 

 

 

 

 

 

Pin It