Progetto Mercury: Tra Eroi e Rischi Incalcolabili

9 aprile 1959, la NASA annuncia i Mercury Seven

Durante la conferenza stampa del 9 aprile 1959 che presentò gli astronauti del Mercury (NASA)

Il 9 aprile 1959, la NASA annunciò i Mercury Seven, un gruppo di sette astronauti selezionati per pilotare le missioni del Programma Mercury.

Il Progetto Mercury, simbolo del trionfo americano nella corsa allo spazio, non fu esente da critiche. I rischi per la vita degli astronauti, le incertezze tecnologiche e le preoccupazioni per la sicurezza alimentarono un acceso dibattito pubblico. La pressione per superare l'Unione Sovietica, la fretta di raggiungere l'orbita e le limitazioni tecniche delle prime capsule spaziali esposero gli astronauti a pericoli considerevoli.

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Il periodo storico

I Mercury Seven furono selezionati nel 1959, in un periodo di intensa competizione tecnologica e ideologica tra Stati Uniti e Unione Sovietica, noto come la Corsa allo Spazio. Questo contesto storico era parte integrante della Guerra Fredda , una lunga e complessa rivalità tra le due superpotenze che si estendeva su vari fronti, inclusi quelli militare, politico, economico e scientifico.

Il lancio del satellite sovietico Sputnik 1 il 4 ottobre 1957 segnò l'inizio della Corsa allo Spazio. Questo evento rappresentò uno shock per gli Stati Uniti, che si resero conto del loro ritardo tecnologico rispetto all'Unione Sovietica. La risposta americana fu rapida e determinata, con la creazione della NASA nel 1958 e l'avvio del Programma Mercury, il primo programma spaziale con equipaggio degli Stati Uniti.

I Mercury Seven furono scelti per pilotare le missioni del Programma Mercury, che aveva l'obiettivo di mettere un uomo in orbita e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Questo programma rappresentava un passo cruciale per dimostrare la superiorità tecnologica e scientifica degli Stati Uniti.

Durante questo periodo, la competizione tra le due superpotenze si intensificò ulteriormente con il lancio di Sputnik 2, che trasportava il primo essere vivente nello spazio, la cagnolina Laika. Gli Stati Uniti risposero con il successo delle missioni Mercury, culminando con il volo di John Glenn, il primo americano a raggiungere l'orbita terrestre nel 1962.

Cronologia degli eventi

Le varie fasi della corsa allo spazio.

Le varie fasi della corsa allo spazio. (rosso) missioni dell’Unione Sovietica, (blu) missioni degli USA, (verde) missioni della Gran Bretagna. Clicca sull’immagine per ingrandire. (Credit RDM)

L’uomo può raggiungere lo spazio?

L'uomo, creatura terrestre, anela a solcare le distese siderali. Un'ambizione che, come un seme germogliato nel terreno fertile della scienza, ha trovato linfa vitale nello sviluppo del razzo a propellente liquido. Un prodigio tecnologico che ha spalancato le porte di un futuro in cui il volo umano oltre l'atmosfera non è più un'utopia, ma una concreta possibilità.

Tuttavia, il cammino verso lo spazio è lastricato di incognite. Negli anni '50, i primi passi dell'esplorazione spaziale erano segnati da lanci di razzi sonda portando con sé solo strumenti di misurazione. Gli organismi viventi, pionieri involontari di questa epopea, offrivano solo frammenti di risposte, lasciando in sospeso il quesito fondamentale: l'uomo sarebbe in grado di sopravvivere al di fuori del suo guscio protettivo, la Terra?

Il mistero avvolgeva l'ignoto, alimentando timori e interrogativi. Come avrebbe reagito il corpo umano alle condizioni estreme dello spazio? La fisiologia e la psicologia, baluardi della nostra esistenza, sarebbero state messe a dura prova. L'accelerazione della ricerca medica, alimentata dai progressi della telemetria, ha permesso di svelare gradualmente i segreti del volo spaziale.

Gli studi condotti negli anni precedenti al Progetto Mercury hanno gettato luce sui fattori umani, fornendo agli ingegneri la sicurezza necessaria per intraprendere la missione più audace: portare un uomo in orbita e riportarlo sano e salvo sulla Terra. L'Aeronautica Militare degli Stati Uniti, custode dell'esperienza aeromedica, guidò le prime indagini sui problemi psicofisiologici del volo extra-atmosferico, aprendo la strada a una nuova era.

Il 1958, anno di svolta, ha segnato il culmine di un percorso di ricerca e sperimentazione. Studi e test condotti dal governo e dall'industria confermarono la fattibilità del volo spaziale con equipaggio.

Il progetto Mercury

Il Progetto Mercury ha rappresentato un capitolo cruciale nella storia dell'esplorazione spaziale, nonché un simbolo del progresso tecnologico e scientifico degli Stati Uniti durante la metà del ventesimo secolo. Questo programma spaziale, gestito dalla NASA, è stato il primo a portare un americano nello spazio e a garantirne il rientro sulla Terra in sicurezza. Iniziato ufficialmente il 7 ottobre 1958, il Progetto Mercury si concluse con successo dopo circa quattro anni e mezzo, culminando nella missione orbitale di 34 ore dell'astronauta Gordon Cooper.

Obiettivi del Progetto Mercury

L'ambizione del programma era triplice: dimostrare che un essere umano potesse sopravvivere e lavorare nello spazio, far orbitare una navicella spaziale attorno alla Terra e garantire il rientro in sicurezza dell'equipaggio.

Missioni significative

Tra le missioni più importanti del Progetto Mercury, si possono ricordare alcuni momenti storici:

Freedom 7 (1961): Alan Shepard diventò il primo americano a compiere un volo suborbitale, segnando l'ingresso degli Stati Uniti nell'era spaziale.

Friendship 7 (1962): John Glenn fu il primo americano ad orbitare attorno alla Terra, consolidando il prestigio della NASA.

Faith 7 (1963): Gordon Cooper completò la missione orbitale più lunga del programma, dimostrando la resistenza fisica e psicologica degli astronauti nell'ambiente spaziale.

Il Progetto Mercury non fu soltanto un banco di prova per l'esplorazione spaziale, ma anche un laboratorio di innovazione tecnologica. Furono sviluppati nuovi sistemi di controllo delle capsule, tecnologie per il supporto vitale e razzi vettori all'avanguardia. Grazie a queste scoperte, il programma ha posto le basi per successivi successi spaziali, tra cui i programmi Gemini e Apollo, che avrebbero portato l'uomo sulla Luna.

 

L’annuncio dei Mercury Seven

Il 9 aprile 1959, la NASA annunciò i Mercury Seven, un gruppo di sette astronauti selezionati per pilotare le missioni del Programma Mercury. Questi astronauti, noti anche come gli Original Seven o NASA Astronaut Group, furono scelti tra i migliori piloti collaudatori militari degli Stati Uniti.

I Mercury Seven furono:

  • Scott Carpenter
  • Gordon Cooper
  • John Glenn
  • Gus Grissom
  • Wally Schirra
  • Alan Shepard
  • Deke Slayton

Il Programma Mercury aveva l'obiettivo di mettere un uomo in orbita e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Tra il 1961 e il 1963, i Mercury Seven pilotarono sei missioni spaziali con equipaggio, consolidando l'immagine dell'astronauta statunitense per i decenni a venire.

Alcuni dei Mercury Seven continuarono a contribuire ai programmi spaziali successivi, come Gemini, Apollo e Space Shuttle. Ad esempio, Alan Shepard divenne il primo statunitense a volare nello spazio nel 1961 e camminò sulla Luna con l'Apollo 14 nel 1971. John Glenn fu il primo americano a raggiungere l'orbita terrestre nel 1962 e volò sullo Space Shuttle Discovery nel 1998, diventando la persona più anziana a volare nello spazio fino a quel momento.

Il loro annuncio segnò l'inizio di una nuova era nell'esplorazione spaziale e consolidò il ruolo degli Stati Uniti nella corsa allo spazio durante la Guerra Fredda.

astronauti del Mercury

Durante la conferenza stampa del 9 aprile 1959 che presentò gli astronauti del Mercury, fu chiesto loro: "Chi vuole essere il primo uomo lanciato nello spazio?" tutti e sette alzarono la mano: Walter Schirra e John Glenn alzarono entrambe le mani. Da sinistra, Donald Slayton, Alan Shepard, Schirra, Gus Grissom, Glenn, Gordon Cooper e Scott Carpenter. (fonte NASA)

 

La reazione della stampa

 Il 10 aprile 1959 la stampa ineternazionale rivelo i nomi dei sette prescelti per il primo volo spaziale. I prescelti erano tutti sposati e con figli ed avevano una età massima di trentasette anni (La Stampa 10 aprile 1959)

L'Ente federale aveva in programma la realizzazione del « Progetto Mercury » il quale prevedeva il lancio entro due anni di un satellite artificiale con a bordo un uomo. Gli Stati Uniti avevano anche annunciato che il satellite sarebbe stato scagliato nello spazio secondo un'orbita posta a 160-240 chilometri dalla Terra e della durata di 24 ore. Il primo astronauta del mondo, che verrà sistemato in una speciale capsula recuperabile, manovrerà quindi il satellite in modo da farlo scendere sulla Terra in una località prestabilita.

I sette giovani, scelti fra 55 volontari, hanno ricevuto i giornalisti in una sala del Ministero della Difesa a Washington per una conferenza-stampa organizzata dalla «Nasa» (National Aeronautics and Space Administration). Essi riferirono che i requisiti generali per la scelta dei primi astronauti  di possedere una laurea in ingegneria fisica, il brevetto di pilota militare, 1500 ore di volo, età massima 40 anni e altezza massima un metro e 78 centimetri.

The Mercury Astronauts Pose with a model rocket at a press conference in April 1959. (NASA

 

 

NASA, Project Mercury

NASA, Project Mercury Overview – Objectives and Guidelines

NASA, 60 Years Ago: NASA Introduces Mercury 7 Astronauts



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