Tra il 1671 e il 1684, Giovanni Cassini scopre quattro lune di Saturno

Giovanni Cassini scopre le lune di Saturno

Tra il 1671 e il 1684, Giovanni Cassini scopre quattro lune di Saturno: Giapeto, Rea, Dione eTeti. A Cassini è stata dedicata una sonda, la prima ad essere entrata nell'orbita di Saturno

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Giovanni Domenico Cassini

Giovanni Domenico Cassini francesizzato Jean-Dominique Cassini (Perinaldo, 8 giugno 1625 – Parigi, 14 settembre 1712) è stato un matematico, astronomo, ingegnere, medico e biologo italiano naturalizzato francese

 

Giovanni Domenico Cassini

Gian Domenico Cassini nacque nel 1625 a Perinaldo, nella Repubblica di Genova. Compì i primi studi nel collegio dei Gesuiti di Genova, dove venne in contatto con Giovanni Battista Baliani, fisico, matematico e corrispondente di Galileo Galilei.

Nel 1649 si trasferì a Bologna dal marchese Malvasia per occuparsi del suo osservatorio privato e l'anno successivo ottenne l'insegnamento universitario di astronomia 

L'importanza delle ricerche svolte a Bologna lo rese noto fra i migliori astronomi europei del suo tempo. Nel 1669 venne invitato a Parigi da Colbert, ministro di Luigi XIV Re Sole, presso l'Académie des sciences, fondata nel 1666, per dare il suo parere d'astronomo sull'Osservatorio di Parigi appena costruito. 

A Parigi Cassini può finalmente lavorare in libertà e sotto la protezione stessa del re; non solo ha il privilegio di lavorare presso l'Académie des sciences, l'istituto scientifico più avanzato dell'epoca, ma nel 1671 ha alloggio nell'Osservatorio stesso. 

Chiese la cittadinanza francese e la ottenne nel 1673. Con la sua sposa Geneviève Delaistre dette origine a una vera e propria dinastia di astronomi e cartografi.

In tarda età Cassini divenne completamente cieco, condividendo così il destino di altri grandi scrutatori del cielo, come Eratostene e Galileo. La direzione dell'Osservatorio di Parigi passò al figlio Jacques e poi ai nipoti.

Fra le realizzazioni di Gian Domenico Cassini vi è la meridiana della basilica di San Petronio, realizzata all'interno della chiesa bolognese nel 1655. Si tratta della più lunga linea meridiana al mondo: 66,8 m, pari alla seicentomillesima parte della circonferenza terrestre.

Volle risolvere la controversia tra coloro che, seguendo Aristotele e Claudio Tolomeo, ritenevano il moto del Sole circolare e uniforme intorno alla Terra immobile e coloro che ritenevano, seguendo Niccolò Copernico e Galileo Galilei, che la Terra fosse in moto intorno al Sole e che quindi il moto del Sole fosse solo apparente.

Cassini, mediante il grande "eliometro", verificò che nel corso dell'anno il diametro del Sole, quindi la sua distanza, non diminuiva nello stesso modo in cui diminuiva la sua velocità, il che voleva dire che la diminuzione di velocità non era apparente, ma reale

L'attività scientifica di Cassini ha ricoperto diversi campi dell'astronomia oltre che di idraulica, di arte militare, di entomologia e perfino di medicina, avendo partecipato ad alcuni tra i primi esperimenti di trasfusione di sangue.

Misurò la rotazione di Marte con una discrepanza di soli tre minuti. Misurò anche la rotazione di Giove, scoprendovi la "macchia rossa", l'occhio di un gigantesco uragano che imperversa da secoli nell'atmosfera del pianeta. 

 

Cassini scoprì quattro satelliti di Saturno e la divisione tra gli anelli del pianeta che ancora oggi porta il suo nome, intuendo che gli anelli non fossero un corpo rigido, bensì una miriade di piccole particelle.

 

Le lune di Saturno

Il numero di satelliti di Saturno è imprecisato poiché anche i frammenti di ghiaccio che compongono gli anelli potrebbero essere classificati come satelliti. Le sonde che si sono avvicinate a Saturno hanno scoperto, in ogni occasione, numerosi nuovi satelliti.

Ufficialmente a oggi si contano 82 satelliti.

Tra il 1671 e il 1684, Giovanni Cassini scopre quattro lune di Saturno: Giapeto, Rea, Dione e Teti.

 

Giapeto è il terzo satellite naturale di Saturno per dimensioni dopo Titano e Rea, e l'undicesimo satellite naturale più grande del sistema solare. Fu scoperto dall'astronomo italiano Giovanni Domenico Cassini il 25 ottobre 1671.

Tuttavia, agli astronomi Giapeto appariva solo come un punto la cui luminosità variava da più luminosa a più debole nel corso di un'orbita attorno a Saturno. Gli incontri di Voyager I e Voyager II nel 1980 e nel 1981 hanno convalidato le osservazioni e la spiegazione originali di Cassini con immagini che mostrano la diversa riflettività degli emisferi di Giapeto.

Giapeto 

Queste due immagini globali di Giapeto mostrano l'estrema dicotomia di luminosità sulla superficie di questa peculiare luna di Saturno. Il pannello di sinistra mostra l'emisfero principale della luna e il pannello di destra mostra il lato posteriore della luna. (Credit: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute)

Giapeto è stato chiamato lo yin e lo yang delle lune di Saturno perché il suo emisfero principale ha una riflettività (o albedo) scura come il carbone (albedo 0,03-0,05 con una leggera sfumatura rossastra) e il suo emisfero posteriore è molto più luminoso a 0,5-0,6.

Giovanni Cassini scoprì Rea il 23 dicembre 1672.

Rea è la seconda luna più grande di Saturno, ma con un raggio medio di 764 chilometri ed è meno di un terzo del raggio della più grande luna di Saturno, Titano. Rea è un corpo piccolo, freddo e senz'aria.

La densità di Rea di 1,233 volte quella dell'acqua liquida suggerisce che Rea sia per tre quarti ghiaccio e per un quarto roccia.

Il nome Rea deriva dalla dea greca (o Titano) Rea, figlia di Urano e Gea. Suo marito era Kronus (il Saturno romano). Rea era anche chiamata la madre degli dei perché diede alla luce molti degli dei del Monte Olimpo, tra cui Zeus (il Giove romano).

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La sonda Cassini guarda verso le pianure craterizzate dell'emisfero finale di Rea. (Credit: NASA/JPL/Istituto di scienze spaziali)

 

Giovanni Cassini scoprì Dione il 21 marzo 1684.

Dione è una piccola luna con un raggio medio di 562 km che orbita attorno a Saturno ogni 2,7 giorni .

La densità di Dione è 1,48 volte quella dell'acqua liquida, suggerendo che circa un terzo di Dione è costituito da un nucleo denso (probabilmente roccia silicatica) con il resto del suo materiale costituito da ghiaccio. 

Proprio come la Luna terrestre, Dione è in fase bloccata con il suo genitore; un lato è sempre rivolto verso Saturno.

Il nome Dione deriva dalla dea greca (o Titano) Dione, che secondo alcuni era figlia di Teti (sorella di Crono) e Oceano, e che Omero descrisse come la madre di Afrodite.

La luna di Saturno Dione è catturata in questa vista dalla navicella spaziale Cassini della NASA, metà in ombra e metà in luce. (Credit: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute)

 

Giovanni Cassini scoprì Teti il ​​21 marzo 1684.

Teti è la quinta luna più grande di Saturno. La sua forma è irregolare e ha un raggio medio di 533 Km.

La densità di Teti è 0,97 volte quella dell'acqua liquida, il che suggerisce che Teti sia composta quasi interamente da ghiaccio più una piccola quantità di roccia.

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Teti e il vasto cratere Odisseo. (Credit: NASA/JPL/Istituto di scienze spaziali)

 

A Cassini è stata intitolata la prima sonda ad essere entrata nell'orbita di Saturno, il 1º luglio 2004, e solo la quarta ad averlo visitato (prima della Cassini erano già passate la Pioneer 11 e le Voyager 1 e 2). Il 25 dicembre  2004 la sonda Huygens si è separata dalla nave madre e si è diretta verso la principale luna di Saturno, Titano.

Cassini–Huygens è stata una missione robotica interplanetaria congiunta NASA/ESA/ASI, lanciata il 15 ottobre 1997 con il compito di studiare il sistema di Saturno, comprese le sue lune e i suoi anelli. La sonda si componeva di due elementi: l'orbiter Cassini della NASA e il lander Huygens dell'ESA. 

 

Il 14 gennaio 2005 Huygens è scesa nell'atmosfera del satellite e durante la corsa ha raccolto dati sull'atmosfera, immagini della superficie, rumori dall'ambiente circostante. Ha toccato il suolo dopo una discesa di 2 ore e 30 minuti, e ha poi continuato a trasmettere il suo segnale per altri 90 minuti.

 

 

 

 

TorinoScienza, Giovanni Domenico Cassini

AA, Le principali lune di Saturno

NASA, Saturn Moons



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