Jules Verne scrisse una serie di romanzi basati su temi scientifici, di cui il più importante è stato “Dalla Terra alla Luna”

Anche se i razzi bellici stavano per essere abbandonati, furono di ispirazione per sviluppare nuove storie di fantascienza. Forse per la prima volta, Jules Verne riuscì ad utilizzare le conoscenze tecniche dell’epoca per dare vita a nuove avventure.

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Tra tutti, l’autore più importante è sicuramente Jules Verne.

Ritratto di Jules Verne (Nantes, 8 febbraio 1828 – Amiens, 24 marzo 1905), è stato uno scrittore francese. Considerato oggi tra i più influenti autori di storie per ragazzi e, con i suoi romanzi scientifici, uno dei padri della moderna fantascienza. Raggiunse il successo nel 1863 quando si dedicò al racconto d'avventura.

Lo scrittore francese scrisse una serie di romanzi basati su temi scientifici, di cui il più importante è stato “Dalla Terra alla Luna” pubblicato nel 1865 e «Intorno alla Luna» del 1869.

Emissione filatelica francese del 2005 in occasione del centenario della morte di Jules Verne. Un particolare del foglietto che ricorda il libro “Dalla Terra alla Luna”.

Nella storia ideata da Verne, la navicella a forma di proiettile viene lanciata nello spazio con l’aiuto di un cannone gigante alla presenza di spettatori arrivati da tutto il mondo.

Il romanzo termina con il lancio, ma la storia prosegue nel successivo romanzo “Intorno alla Luna”.

Verne aveva ambientato le vicende dei suoi personaggi negli Stati Uniti dove la tecnica era molto avanzata, la Guerra di Secessione era appena terminata e si sentiva ancora nell’aria l’odore della polvere da sparo. Che idea poteva balenare a un gruppo di prodi artiglieri, riuniti a Baltimora nel circolo Gun-Club, orgogliosi dei loro armamenti? Andare sulla Luna con un proiettile. Nasce il progetto, si costruisce un gigantesco cannone in ghisa e si studia un obice in alluminio che dovrà lanciare degli uomini verso la Luna. Una semplice pallottola diventa un vagone abitato da sparare nel cielo. La base di lancio sorge in Florida, … forse un presagio di Cape Canaveral.

L’entusiasmo dei personaggi è tale che rasenta l’euforia: «Stiamo per andare sulla Luna, si andrà sui pianeti, si andrà sulle stelle, come si va oggi da Liverpool a New York...».

Nel vagone-proiettile (quattro oblò, un sistema ad acqua per ammortizzare la partenza, un congegno che purifica l’aria, piccoli razzi direzionali per l’allunaggio) salgono tre avventurieri: il presidente del club Barbicane, il capitano Nicholl e il francese Michel Ardan. Ma ci sono anche due cani, Diana e Satellite, a sfidare lo spazio.

Lo sparo iniziale scuote la zona come un terremoto. Quando il proiettile raggiunge lo spazio, un asteroide simile a un globo di fuoco sfreccia nelle vicinanze al punto tale da deviarne la traiettoria. Il vagone-proiettile, con la traiettoria deviata, finirà per assestarsi in un’orbita intorno alla Luna e le ruoterà attorno come un satellite («Gravitava come un nuovo astro creato dall’uomo»). Solo l’ingegno dei tre riuscirà a salvarli da una lunga agonia e dalla morte per asfissia o per fame.

Servirà poi un imprevisto per far ripiombare il proiettile verso la Terra dove verrà trovato da una nave nel Pacifico come oggi si ripescano le «capsule spaziali».

In questo libro, Verne ebbe alcune intuizioni scientifiche: ad esempio, a bordo del proiettile, l’ossigeno non è immagazzinato in serbatoi ma prodotto chimicamente; l’anidride carbonica viene eliminata con mezzi chimici.

Un’illustrazione dall’edizione del 1872 del libro “Dalla Terra alla Luna” e un’illustrazione dall’edizione del 1870 del libro “Intorno alla Luna”.

Durante il viaggio, la traiettoria della capsula era stata deviata dall’attrazione gravitazionale di un enorme oggetto incontrato all’inizio del viaggio. Rendendosi conto dell’accaduto, i viaggiatori decisero di sfruttare la loro nuova condizione facendo dei rilevamenti del territorio lunare, sia per confrontare le mappe già esistenti sia per cercare possibili forme di vita. All’inizio trovarono solo deserti aridi e montagne desolate. Al mattino raggiunsero il polo nord e poco dopo si trovarono nella parte nascosta della Luna. Inaspettatamente un asteroide incandescente passò davanti al proiettile e, esplodendo, illuminò per un attimo la faccia nascosta della Luna e ai tre avventurieri parve di vedere laghi e foreste, poi tutto si oscurò nuovamente e non ebbero più occasione di sapere se avevano visto bene oppure era stata solo un’illusione. In conclusione i tre sono d’accordo: non c'è movimento, non ci sono rovine, la Luna non è abitabile, forse lo era in passato.

I due romanzi furono bersagliati da letterati e da specialisti. Anatole France, scrittore francese, strepitava: «Queste caricature della nobile scienza degli spazi celesti sono senza verità e senza bellezza!». Camille Flammarion, celebre astronomo, gli rimproverava amaramente di non aver descritto i seleniti sulla Luna.

 

Ernesto Gagliano, Grazie, Verne, La Stampa 20 luglio 1994

 



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L’opera del vescovo inglese Francis Godwin “The man in the Moone” è stata pubblicata postuma nel 1638 sotto lo pseudonimo di Domingo Gonsales. Godwin immaginava che le macchie scure sulla Luna fossero mari e sognava una spedizione lunare a bordo di una carrozza trainata da oche

Francis Godwin e il suo viaggio di scoperta sulla Luna


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" The Brick Moon " è un romanzo dello scrittore americano Edward Everett Hale, pubblicato a puntate su The Atlantic Monthly a partire dal 1869. È un'opera di narrativa speculativa contenente la prima rappresentazione conosciuta del lancio di un satellite artificiale.

La Luna di mattoni di Hale



 

 



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