Keplero rivisitò le teorie di Copernico. Nel 1609 pubblicò il libro “Astronomia Nova” in cui formulò le sue teorie sugli astri
Kepler-Museum in Weil der Stadt -
Keplero rivisitò le teorie di Copernico. Nel 1609 pubblicò il libro “Astronomia Nova” in cui formulò le sue teorie sugli astri ossia che l’orbita descritta da ogni pianeta nel proprio moto di rivoluzione è un’ellisse di cui il Sole occupa uno dei due fuochi.
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Giovanni Keplero, un genio poliedrico nato in un'epoca di grandi fermenti scientifici, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'astronomia. La sua vita, segnata da una famiglia eccentrica e da un'educazione religiosa, lo portò a dedicarsi allo studio del cosmo con una passione che lo contraddistinse per tutta la sua esistenza.
Iniziando come professore di matematica, Keplero si dedicò a conciliare la fede nella perfezione divina con le osservazioni astronomiche, proponendo una visione dell'universo basata sui poliedri perfetti. Sebbene questa teoria fosse destinata a essere superata, rappresentò un passo fondamentale nel suo percorso intellettuale.
La svolta decisiva arrivò con l'incontro con Tycho Brahe, le cui accurate osservazioni planetarie fornirono a Keplero i dati necessari per formulare le sue celeberrime leggi del moto planetario. Queste leggi, che descrivono in modo matematico preciso il movimento dei pianeti intorno al Sole, rappresentarono una rivoluzione nella comprensione del sistema solare e gettarono le basi per la meccanica celeste di Newton.
Oltre ad essere un brillante scienziato, Keplero era anche un visionario. Nel suo racconto di fantascienza "Somnium", anticipò di secoli il genere letterario della space opera, immaginando un viaggio sulla Luna e descrivendo la Terra vista dallo spazio.
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Chi era Keplero?
Giovanni Keplero (Johannes Kepler) nacque a Weil der Stadt, una città tedesca, il 27 dicembre 1571. La sua famiglia era umile ma molto particolare. Il padre un avventuriero e soldato mercenario mentre la madre era una fattucchiera dedita alle arti magiche apprese da una parente finita sul rogo come strega.
Johannes era di gracile costituzione e senza dubbio fu questa circostanza ad indurre i genitori ad avviarlo agli studi anziché ad attività manuali.
Come studente di teologia a Tubinga, università protestante dove insegnavano alcuni seguaci del copernicanesimo; tra questi vi era Michael Maestlin, che convinse Keplero della validità delle teorie di Niccolò Copernico.
Nel 1594, Keplero ricopre l’incarico di professore di matematica presso il seminario protestante di Graz, in Stiria.
Mysterium Cosmographicum
Nel 1596 pubblica il suo primo libro, il Mysterium Cosmographicum dove associa il sistema eliocentrico i cinque poliedri regolari della geometria. L'astronomo tedesco sostiene la concezione di una natura strutturata geometricamente da Dio. Da questo presupposto Keplero crede di poter arrivare a descrivere l'ordine celeste attraverso la matematica, tuttavia il risultato finale più che l'esito di osservazioni e studi appare una visione filosofica del mondo.
Dal libro "The Science-History of the Universe" di Francis Rolt-Wheeler, Copyright 1910, The Current Literature Publishing Company, New York. Questa illustrazione è tratta da pagina 112. Keplero prese la nozione dei "cinque corpi nella sfera" e cercò di collegarli alle orbite dei 5 mondi.
Keplero immaginò dapprima una serie di sfere e di cubi alternativamente inscritti uno nell'altro e suppose una proporzionalità tra i raggi delle sfere e i raggi delle orbite planetarie. In questo modo egli cercava una spiegazione magica e misteriosa dei valori delle orbite.
In ogni caso in questo libro Keplero elenca le ragioni per cui si debba preferire il sistema di Copernico a quello di Tolomeo. Inoltre scrive un’importante affermazione.
I piani delle orbite dei pianeti passano per il centro dell’orbita del Sole e non per il centro dell’orbita terrestre, come riteneva Copernico, ed è costante la loro inclinazione rispetto al piano di tale orbita.
Verso la fine del 1599 Tycho Brahe, un astronomo sperimentale, gli offrì un posto come suo assistente, che Keplero accettò, sfuggendo così anche agli editti contro i luterani che venivano emanati in Austria dai sovrani Ferdinando II d'Austria e Massimiliano III d'Austria, entrambi ferventi controriformatori.
Astronomia Nova e le leggi di Keplero
In cinque anni di ricerca, Keplero pervenne, attraverso lo studio dell’orbita di Marte, alle prime due leggi che portano il suo nome. Queste leggi vennero descritte in “Astronomia Nova”.
Prima legge di Keplero
L'orbita descritta da ogni pianeta nel proprio moto di rivoluzione è un'ellisse di cui il Sole occupa uno dei due fuochi.
Seconda legge di Keplero
Durante il movimento del pianeta, il raggio che unisce il centro del Pianeta al centro del Sole (raggio vettore) descrive aree uguali in tempi uguali.
Soltanto nel 1618, nei giorni della defenestrazione di Praga e dell’inizio della guerra dei Trent’Anni, Keplero determinò la sua terza legge che stabiliva la connessione tra il moto di un pianeta e la sua distanza dal Sole. La legge fu descritta in “Mysterium Cosmographicum”
Terza legge di Keplero
Il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta è proporzionale al cubo della sua distanza media dal Sole.
I contemporanei accolsero con indifferenza le leggi di Keplero. Lo stesso Galileo rifiutò le tre leggi e preferì conservare il dogma del moto uniforme su orbite circolari.
Nel 1642, l’anno della morte di Galileo, nasceva Isaac Newton, l’uomo la cui opera avrebbe confermato la validità delle tre leggi.
Somnium
Lo scienziato, in disgrazia e in povertà, morì nel 1630 a 58 anni a Ratisbona
Nel 1634 venne pubblicato postumo “Somnium”; in questo racconto di fantascienza, Keplero immagina che un viaggiatore islandese venga trasportato sulla Luna da dei demoni volanti. Un occasione per Keplero di spiegare le sue teorie in forma di narrativa.
Dalla Luna, la Terra sembra una enorme palla che gira perennemente intorno ad un asse immobile: per questo motivo Keplero la chiama Volva da “volvere” (girare). Levania è invece il nome della Luna, cioè “paese bianco”.
Divide Levania in due emisferi: uno rivolto alla Terra, che rappresenta la nostra Luna, e l’altro opposto alla Terra.
Dalla Luna, lo spettacolo che offre la Terra è strabiliante: essa appare fissata sul cielo, immobile. Si distinguono i luoghi della Terra e la loro distanza dai poli. Salvo che nell’emisfero opposto, la Terra illumina la Levania con una luce chiara e morbida.
Secondo Keplero, a Levania ci sarebbero montagne altissime, vallate profonde e numerose caverne.
La vegetazione ha un ciclo di vita che dura un giorno.
Gli abitanti sarebbero dei palombari, ossia creature che respirano con grande lentezza e che possono vivere anche sottacqua come animali marini.
Le Convinzioni Religiose e Filosofiche di Johannes Kepler e il Loro Impatto sul Suo Lavoro
Johannes Kepler, uno dei più grandi astronomi della storia, visse in un'epoca di intensi cambiamenti religiosi e filosofici. Le sue convinzioni religiose e la sua formazione teologica influenzarono profondamente il suo lavoro scientifico, plasmando il modo in cui egli vedeva e studiava l'universo.
Kepler vedeva la sua ricerca scientifica come un mezzo per comprendere meglio Dio e la sua creazione. Per lui, lo studio del mondo naturale non era solo una questione di osservazione e analisi, ma anche un'interpretazione del divino. Questa visione lo portò a credere che le leggi della natura riflettessero la perfezione e l'armonia di Dio. La sua fede era così forte che considerava il suo lavoro di astronomo come una sorta di vocazione religiosa.
Nonostante il modello geocentrico fosse sostenuto dalle autorità religiose dell'epoca, Keplero abbracciò il modello eliocentrico di Copernico. Egli riteneva che la geometria delle orbite planetarie fosse una manifestazione della perfezione divina. La sua convinzione che l'universo fosse ordinato e armonioso lo spinse a cercare una spiegazione matematica delle orbite planetarie, portandolo a scoprire le leggi che portano il suo nome.
In "Harmonice Mundi", Kepler cercò di dimostrare che le orbite dei pianeti seguivano proporzioni musicali, riflettendo le leggi della musica e della geometria. Questa idea era radicata nella sua convinzione che l'universo fosse un'espressione dell'armonia divina. Credeva che le proporzioni musicali fossero presenti non solo nella musica, ma anche nella struttura del cosmo, rendendo l'universo un'emanazione della mente divina.
La stampa 28 dicembre 1971
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