Enrico III di Franconia, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1046 al 1056

Enrico III il Nero, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1046 al 1056, fu un sovrano energico e ambizioso che intraprese numerose azioni volte a rafforzare il suo potere e l'autorità imperiale.

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Argomenti trattati

L’ascesa di Enrico III il Nero

   La linea del tempo

   La morte di Corrado II

   La giovinezza di Enrico III di Franconia

   Enrico III, il sovrano

   L’esaltazione sacrale della regalità

   Il controllo dei ducati

   Il potere militare di Enrico III

   Enrico III e i patriarcato di Aquileia

   Enrico III e Venezia



La linea del tempo

 (azzurro) Imperatori del Sacro Romano Impero, (blu) Re d’Italia, (giallo) papa in carica, (rosso) margravio di Verona, (arancione) patriarchi di Aquileia, (viola) dogi di Venezia, (verde) patriarchi di Grado. Clicca sull’immagine per ingrandire

La morte di Corrado II

Corrado, sovrano del Sacro Romano Impero, spirò il 4 giugno 1039 nella città di Utrecht. Fu colpito da un acuto attacco di gotta, una malattia dolorosa che aveva già manifestato durante un banchetto indetto per celebrare la Pentecoste. La sua morte segnò la fine del suo regno e lasciò un vuoto nella storia imperiale.

La successione al trono dopo la morte di Corrado II avvenne senza intoppi. Enrico, già nominato co-re da suo padre, assunse senza difficoltà il pieno potere. Tuttavia, in conformità alle formalità consuetudinarie, furono celebrati alcuni atti ufficiali successivi alla morte di Corrado. Si tenne un’investitura ufficiale sul trono di Aquisgrana, seguita dall’omaggio formale dei grandi del regno, sancendo così la legittimità del nuovo sovrano.

La "cavalcata lungo il regno" (Umritt) era un rituale consuetudinario che i nuovi imperatori del Sacro Romano Impero compivano per ottenere il riconoscimento del loro potere dalle diverse regioni dell'Impero. Enrico III, sicuro della sua posizione grazie alla nomina a co-re da parte del padre Corrado II, decise di non compiere l'Umritt. Tuttavia, intraprese comunque un tour completo dell'Impero nel 1039/40.

Il tour di Enrico III fu un successo. L'imperatore ottenne il sostegno dei grandi feudatari e delle comunità locali, rafforzando la sua posizione e legittimando il suo potere. Inoltre, il viaggio permise di risolvere alcune questioni locali e di rafforzare il controllo imperiale sull'Italia e sulla Chiesa.

La giovinezza di Enrico III di Franconia

Enrico III di Franconia nacque probabilmente intorno al 1016/17, figlio di Corrado il Vecchio, poi imperatore come Corrado II, e Gisela di Svevia.

Essendo il primo sovrano della stirpe salica, Corrado si assicurò la successione di suo figlio Enrico. Il vescovo Bruno di Augusta e il vescovo Egilberto di Frisinga si occuparono dell'educazione di Enrico, che ricevette una formazione culturale e religiosa di alto livello.

Corrado, con il consenso dei principi, designò suo figlio Enrico come suo successore in caso di morte. Dopo il ritorno di Corrado dall'Italia, questo conferì a suo figlio di soli 10 anni, il 24 giugno 1027 a Ratisbona, il ducato di Baviera che era vacante dal febbraio 1026 a seguito della morte di Enrico V.

Nel 1038, un anno prima della morte di Corrado, Enrico assunse anche l'ufficio di duca di Svevia.

Enrico III, il sovrano

Enrico III di Franconia, noto anche come Enrico III il Nero, fu un sovrano di grande energia e ambizione. Regnò dal 1039 fino alla sua morte, e il suo dominio si estese su diversi territori.

Enrico III salì al trono dei Franchi Orientali nel 1039, succedendo a suo padre, Corrado II il Salico. Durante il suo regno, Enrico si impegnò a consolidare il potere imperiale e a mantenere l’autorità sui ducati.

Enrico III fu anche re d’Italia e re di Borgogna dal 1039 fino alla sua morte. Questi titoli gli conferirono una vasta influenza su diverse regioni dell’Europa. Nel 1046, Enrico fu incoronato imperatore dei Romani, dopo aver risolto lo scisma papale che vedeva tre papi rivali, portando avanti la tradizione della dinastia salica. Enrico depose i tre papi e ne nominò uno di sua fiducia, Clemente II, di origine tedesca. Durante il suo regno, promosse una visione sacrale della regalità e contribuì all’ampliamento della cattedrale di Spira, che divenne la più grande chiesa dell’epoca.

Enrico III impose il suo arbitrio sui ducati, garantendo il controllo imperiale. Tuttavia, ci furono anche opposizioni, soprattutto nel sud della Germania. Nel 1046, risolse lo scisma papale, liberando il papato dalla dipendenza dalla nobiltà romana.

L’esaltazione sacrale della regalità

Enrico III di Franconia fu un imperatore che cercò di esaltare il carattere sacro della sua regalità, basandosi sulla virtus et probitas (coraggio e onestà). Egli si occupò della riforma della Chiesa, nominando papi di sua fiducia e sostenendo le idee del monastero di Cluny. Ampliò la cattedrale di Spira, che divenne la più grande chiesa dell’Occidente. Egli si considerava il protettore della cristianità e il vicario di Dio sulla terra. La sua politica religiosa gli valse il soprannome di “il Nero”, per la sua severità e il suo zelo.

Nota. I cluniacensi si battevano per un ritorno alla regola benedettina originale, con una vita monastica più rigorosa e austera. Promuovevano la centralizzazione del potere papale e la lotta contro la simonia (acquisto di cariche ecclesiastiche) e il nicolaismo (concubinato dei sacerdoti). Sostenevano la "Pace di Dio", un movimento per la pacificazione della società feudale e la protezione dei più deboli.

L’unzione divina era un rito che conferiva al re la grazia di Dio e lo rendeva sacro e inviolabile. Enrico III di Franconia ricevette l’unzione divina nel 1028, quando fu nominato co-re dal padre Corrado II. Dopo l’incoronazione, Enrico si considerava il vicario di Dio sulla terra e il protettore della cristianità. La sua unzione divina gli dava il diritto di intervenire nelle questioni ecclesiastiche e di nominare i papi di sua fiducia.

Il controllo dei ducati

Enrico III il Nero esercitò un controllo significativo sui ducati del suo regno. Egli attuò diverse strategie per ottenere questo controllo.

Attraverso interventi militari. Enrico III intervenne militarmente in alcuni ducati per deporre duchi ribelli o per imporre la sua autorità. Ad esempio, nel 1047 sconfisse il duca di Baviera e lo sostituì con un suo fedele.

Nominò, in alcuni casi, direttamente i duchi assicurandosi così la loro lealtà. 

Enrico III intervenne anche nella nomina dei vescovi e degli abati, ottenendo il sostegno del clero. 

Il controllo di Enrico III sui ducati fu efficace ma non assoluto. In alcune zone, come la Sassonia, i duchi mantennero una certa autonomia.

Il potere militare di Enrico III

Enrico III il Nero, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1046 al 1056, possedeva un potente esercito che gli permise di affermare la sua autorità in diverse zone d'Europa.

Durante il suo regno condusse diverse campagne. Nel 1040, Enrico III sconfisse il duca di Boemia e lo costrinse a sottomettersi. Nel 1045, l'imperatore intervenne in Ungheria per risolvere una disputa dinastica e impose la sua volontà. Intervenne più volte in Italia per affermare la sua autorità contro i principi normanni e i vassalli ribelli. Nel 1046 sconfisse il duca di Benevento e pose fine allo scisma papale.

Enrico III e i patriarcato di Aquileia

Il rapporto tra Enrico III e il patriarcato di Aquileia fu complesso e ambivalente. Da un lato, l'imperatore si avvalse del sostegno del patriarca per rafforzare il suo potere in Italia nord-orientale. Dall'altro, Enrico III intervenne frequentemente negli affari del patriarcato, limitandone l'autonomia.

Enrico III confermò e ampliò i privilegi del patriarcato di Aquileia, concedendo al patriarca il controllo su vasti territori e l'autorità su numerose diocesi. Nel 1043, l'imperatore nominò patriarca Eberardo. Nel 1049 nominò Godebaldo 

Enrico III e Venezia

Il rapporto tra Enrico III e Venezia fu caratterizzato da una dinamica complessa, oscillando tra collaborazione e tensione. Da un lato, entrambi avevano interessi comuni, dall'altro emerse una rivalità per il controllo delle rotte commerciali e del territorio italiano.

Enrico III si alleò a Venezia nella lotta contro l'espansione normanna in Italia meridionale. La Serenissima Repubblica temeva per le sue rotte commerciali e appoggiò le campagne militari dell'imperatore.

Inoltre Venezia cercava di mantenere buoni rapporti con l’imperatore per non compromettere il commercio con l’impero, Inoltre Venezia ricopriva un ruolo fondamentale per i pellegrinaggi in Terra Santa, un obiettivo politico-religioso sostenuto da Enrico III.

Non mancavano le tensioni per il dominio su alcune zone dell’Istria e l’imperatore appoggiò il marchese di Carinzia nella sua opposizione a Venezia per il dominio dell'Istria, generando tensioni e scontri.

Nel 1074 Enrico III visitò Venezia durante il suo viaggio in Italia, venendo accolto con fasto. Nonostante i festeggiamenti, la visita sottolineò la potenza della Repubblica e la sua crescente importanza.

 

InStoria, LA REGALITÀ SACRA. IL CARATTERE MISTICO DELLE MONARCHIE RINASCIMENTALI

S.Romanin, Storia documentata di Venezia, Tomo 1, 1853

Pio Paschini, Storia del Friuli, vol. 2, 1935

 

 



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