Capire il fenomeno naturale che regola la temperatura della Terra e il suo legame con il cambiamento climatico
(RDM-AI10_24)
Senza l'atmosfera non ci sarebbe nemmeno l'effetto serra: tutto il calore inviato dal sole di giorno, verrebbe disperso per intero nello spazio. Si avrebbero quindi giornate caldissime e nottate polari.
#effettoserra
L'effetto serra, spesso dipinto come un nemico, è in realtà un processo naturale e fondamentale per la vita sulla Terra. Grazie ai gas serra, la temperatura media del pianeta si mantiene a circa 15°C, un valore ben lontano dai -19°C che avremmo senza questo fenomeno. L'effetto serra agisce come una coperta, trattenendo il calore del sole e moderando le fluttuazioni termiche estreme.
Tuttavia, l'attività umana sta intensificando l'effetto serra, causando un aumento esponenziale della CO2 e di altri gas serra nell'atmosfera. Questo fenomeno, noto come riscaldamento globale, rappresenta una seria minaccia per il pianeta e per la sua biosfera.
Le prime misurazioni precise dell'effetto serra risalgono al 1958, ad opera di Charles Keeling. Le sue rilevazioni all'Osservatorio Mauna Loa hanno mostrato un aumento preoccupante dei livelli di CO2, evidenziando l'impatto umano sul clima terrestre. Questi dati hanno contribuito alla creazione della Curva di Keeling, un indicatore chiave del cambiamento climatico.
Comprendere il funzionamento dell'effetto serra e il suo legame con le attività umane è fondamentale per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Solo attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra e la promozione di pratiche sostenibili possiamo garantire un futuro abitabile al nostro pianeta.
Quale sarebbe la temperatura media sulla Terra se non ci fosse l'effetto serra?
L’effetto serra è vitale per la sopravvivenza della vita sulla Terra. Senza di esso, la temperatura media del nostro pianeta sarebbe di circa -19°C, rendendo la Terra un deserto ghiacciato e inospitale. Questo fenomeno naturale è reso possibile dalla presenza di gas serra nell’atmosfera, come il vapore acqueo, l’anidride carbonica e il metano, che intrappolano il calore solare riflettendolo dalla superficie terrestre. Grazie all’effetto serra, la temperatura media della Terra si mantiene intorno ai 15°C.
Il bilancio energetico della Terra è un equilibrio delicato tra l’energia emessa dal sole, circa 1370 W/m², e l’energia ricevuta dalla Terra, che è di circa 342 W/m² a causa della sua forma sferica. Senza l’effetto serra, la Terra avrebbe un bilancio energetico simile a quello della Luna, che non ha atmosfera e subisce estreme variazioni termiche, da 130°C quando esposta al sole a -170°C in ombra.
Gli scienziati sanno che la temperatura di un oggetto fluttuante nello spazio, come un satellite, sarà determinata dal calore emesso dal sole, dalla quantità di luce riflessa e dalla quantità di calore emessa.
Ad esempio sulla Luna il bilancio energetico è:
l’energia che proviene dal Sole, nell’anno e per ogni metro quadrato di superficie lunare, rilascia una potenza (la quantità di energia solare in arrivo ogni secondo) di 340 watt;
la Luna riflette, a causa del suo albedo, nello spazio 40 W/m2, che è il 12% dei 340 W/m2 che riceve dal Sole; di notte vediamo la Luna proprio grazie a questa luce riflessa;
i restanti 300 W/m2 della potenza solare sono assorbiti dalla superficie lunare, che si riscalda e li riemette nello spazio come radiazione infrarossa, a frequenza più bassa rispetto alla luce visibile che ha ricevuto.
Sulla Luna si ha una fortissima escursione termica: il suolo lunare esposto alla luce del Sole si riscalda fino a 130 °C, ma quando è in ombra si raffredda rapidamente fino a -170 °C.
Tutto questo accade perché la Luna non ha un’atmosfera, né masse d’acqua come gli oceani terrestri.
La Terra invece ha un’atmosfera, che funge da importante «cuscinetto» tra il momento in cui l’energia solare arriva sul pianeta e quello in cui viene riemessa nello spazio.
La presenza dell’atmosfera rende il bilancio energetico terrestre molto più articolato di quello lunare
In base alle proprietà termiche della Terra, un oggetto riflettente nella posizione orbitale terrestre dovrebbe avere una temperatura di -19°C.
La ragione per cui la terra non è una palla di fango inabitabile è a causa dell'effetto serra naturale.
In conclusione, l’effetto serra non solo impedisce che la Terra diventi un blocco di ghiaccio, ma consente anche un clima che supporta la diversità della vita. È il cuscinetto naturale che modera il flusso di energia solare, mantenendo il pianeta abitabile e confortevole.
I satelliti rilevano le radiazioni infrarosse della Terra dallo spazio
L’effetto serra è un fenomeno cruciale che regola la temperatura del nostro pianeta. I satelliti termici monitorano le radiazioni infrarosse emesse dalla Terra, che sono un indicatore diretto del calore irradiato nello spazio. Queste radiazioni, una forma di energia elettromagnetica con lunghezze d’onda maggiori rispetto alla luce visibile, vengono parzialmente assorbite dai gas serra presenti nell’atmosfera, come l’anidride carbonica (CO2).
La “linea irregolare” osservata nei dati satellitari rappresenta le zone dove l’energia termica terrestre viene assorbita, risultando in una “mancanza” di energia che altrimenti sarebbe stata rilevata. Questa energia assorbita contribuisce all’aumento della temperatura globale, un effetto diretto dell’effetto serra. I satelliti, quindi, non solo rilevano il calore emesso, ma forniscono anche una conferma visiva dell’effetto serra in azione.
L’effetto serra, sebbene sia un processo naturale essenziale per la vita sulla Terra, è stato intensificato dalle attività umane, portando a un preoccupante riscaldamento globale. La comprensione e il monitoraggio dell’effetto serra attraverso la tecnologia satellitare sono fondamentali per valutare l’impatto umano sul clima e per guidare le politiche ambientali verso un futuro più sostenibile.
Radiazione infrarossa dalla terra osservata dal satellite. Parte di questa radiazione è stata assorbita dall'effetto serra. (fonte ESA) Clicca sull’immagine per ingrandire.
Il nostro sistema solare offre l'opportunità di osservare come l'anidride carbonica presente nell'atmosfera di un pianeta può influenzare la sua temperatura. Mercurio è, in media, a 58 milioni di km dal sole e Venere è, in media, a 108 milioni di km dal sole. Mercurio riceve circa 3 volte e mezzo più radiazione solare di Venere. Basandoci sulla sola distanza, ci aspetteremmo che Mercurio abbia una temperatura superiore del 35% rispetto a Venere.
Risulta, tuttavia, che Venere, nonostante sia più lontana dal sole, è più calda di Mercurio. La temperatura media su Venere è di oltre 460°C, che è di gran lunga superiore ai 170°C trovati su Mercurio. Il motivo è che l'atmosfera di Venere è composta per il 95% di anidride carbonica, mentre l'atmosfera di Mercurio è molto sottile, con quantità trascurabili di anidride carbonica. Venere non rappresenta uno scenario realistico per quello che potrebbe accadere alla Terra, ma ci aiuta a sottolineare l'influenza che l'assorbimento in atmosfera può avere sulla temperatura.
L’atmosfera di Venere è piuttosto complessa. Il gas di gran lunga predominante nell'atmosfera è il biossido di carbonio (96-97% circa); si rilevano poi una discreta quantità di azoto e tracce di acidi (specialmente solforico) ad una quota compresa fra 48 km e 58 km. La presenza di una simile quantità di biossido di carbonio induce uno spaventoso effetto serra: il calore solare immagazzinato da Venere, seppur minore di quello ricevuto dalla Terra a causa dell'alto potere riflettente delle nubi venusiane, non è più in grado di superare la spessa atmosfera e rimane intrappolato sul pianeta, andandone ad accrescere la temperatura.
L’effetto serra della Terra
L’effetto serra è un fenomeno naturale che permette alla Terra di mantenere una temperatura adatta alla vita. Tuttavia, l’incremento dei gas serra, come l’anidride carbonica (CO2), intensifica questo effetto, portando al riscaldamento globale. Nel 1958, il pioniere della climatologia Charles Keeling iniziò a tracciare i livelli di CO2 nell’atmosfera presso l’Osservatorio Mauna Loa alle Hawaii. Questa località isolata fu scelta per la sua capacità di fornire dati rappresentativi dell’intero pianeta, essendo situata a 3,35 km sopra il livello del mare, nella troposfera.
Keeling sviluppò una metodologia precisa per la raccolta e l’analisi dei campioni d’aria, raggiungendo una precisione misurabile in parti per milione (ppm). Le sue rilevazioni indicarono che nel 1959, i livelli di CO2 erano di 316 ppm, segnando un aumento del 13% rispetto ai livelli preindustriali. Questo dato è significativo perché evidenzia come l’attività umana abbia contribuito all’incremento dell’effetto serra, influenzando il clima terrestre.
La continuità delle misurazioni di Keeling ha permesso di creare la famosa Curva di Keeling, un grafico che mostra l’aumento costante dei livelli di CO2 e che serve come un chiaro indicatore del cambiamento climatico in atto. La consapevolezza dell’effetto serra e del suo impatto sul nostro pianeta è fondamentale per guidare le politiche ambientali e promuovere azioni volte a ridurre le emissioni di gas serra.
Concentrazioni atmosferiche di CO2 misurate all'Osservatorio di Mauna Loa : la curva di Keeling . (Fonte NOAA)
Le misurazioni di Keeling mostrano un costante aumento del livello di anidride carbonica. Una sovrapposizione a dente di sega mostra un aumento e una diminuzione ciclici ricorrenti ogni anno in coincidenza con l'alternanza della stagione vegetativa e dell'inverno nell'emisfero settentrionale (che ha una presenza di piante molto più ampia rispetto all'emisfero meridionale). L'anidride carbonica è più alta durante l'inverno e più bassa in estate ogni anno.
Il grafico di Keeling dimostra il ruolo importante della fotosintesi nella rimozione dell'anidride carbonica dall'atmosfera durante i mesi più caldi. In autunno, foglie e altri resti del processo di crescita cadono a terra e si decompongono, rilasciando anidride carbonica nell'atmosfera. Nonostante i suoi alti e bassi, la caratteristica più significativa della curva di Keeling è che la tendenza generale è al rialzo.
Global Warming And Climate Change Demystified, Jerry Silver(Mcgraw-Hill 2008)
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