La temperatura media della superficie del pianeta è aumentata di circa 1,1°C dalla fine del XIX secolo.
Le attività umane, principalmente attraverso le emissioni di gas serra, hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale, con una temperatura superficiale globale che ha raggiunto il valore di 1,1°C al di sopra del livello del periodo 1850-1900 nell’intervallo 2011-2020.
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Argomenti trattati La temperatura superficiale globale come indicatore climatico Cambiamenti climatici futuri, rischi e risposte a lungo termine |
La situazione attuale
Le attività umane, principalmente attraverso le emissioni di gas serra, hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale, con una temperatura superficiale globale che ha raggiunto il valore di 1,1°C al di sopra del livello del periodo 1850-1900 nell’intervallo 2011-2020.
Le attività umane sono responsabili del global warming. (Credit IPCC, climate change 2023)
Le emissioni di gas serra sono aumentate rapidamente negli ultimi decenni (pannello (a)). Le emissioni globali nette di gas serra di origine antropica includono la CO2 derivante dalla combustione di combustibili fossili e dai processi industriali (verde scuro); CO2 netta da uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (CO2-LULUCF) (verde); CH4; N2O; e gas fluorurati (HFC, PFC, SF6, NF3) (azzurro). Queste emissioni hanno portato ad aumenti delle concentrazioni atmosferiche di diversi gas serra, compresi i tre principali gas serra ben miscelati CO2, CH4 e N2O
La temperatura superficiale globale (mostrata come anomalie annuali rispetto al periodo di riferimento 1850-1900) è aumentata di circa 1,1°C dal 1850-1900 (pannello (c)). La barra verticale a destra mostra la temperatura stimata durante il periodo multisecolare più caldo degli ultimi 100.000 anni, avvenuto circa 6500 anni fa durante l'attuale periodo interglaciale (Olocene). Prima di ciò, il successivo periodo caldo più recente risale a circa 125.000 anni fa, quando l’intervallo di temperature multisecolare valutato [0,5°C–1,5°C] si sovrappone alle osservazioni del decennio più recente. Questi ultimi periodi caldi sono stati causati da lente variazioni orbitali (plurimillenarie).
L'ozono troposferico, un altro gas serra (sebbene di breve durata e non ben miscelato in tutta l'atmosfera), ha continuato una modesta tendenza al rialzo.
Le continue emissioni di gas serra porteranno ad un aumento del riscaldamento globale, con la migliore stima di raggiungere gli 1,5°C nel breve termine negli scenari considerati e nei percorsi simulati. Ogni incremento del riscaldamento globale intensificherà rischi multipli e concomitanti (confidenza alta). Riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni di gas serra porterebbero a un sensibile rallentamento del riscaldamento globale entro circa due decenni, e anche a evidenti cambiamenti nella composizione atmosferica entro pochi anni
Cambiamento della temperatura globale. Clicca sull’immagine per ingrandire
a) Variazioni della temperatura superficiale globale ricostruite dagli archivi del paleoclima (linea grigia continua, 1–2000) e da osservazioni dirette (linea nera continua, 1850–2020), entrambe relative al 1850–1900 e medie decennali. La barra verticale a sinistra mostra la temperatura stimata durante il periodo plurisecolare più caldo degli ultimi 100.000 anni, avvenuto circa 6500 anni fa durante l'attuale periodo interglaciale (Olocene). L'ultimo periodo interglaciale, circa 125.000 anni fa, è un secondo periodo caldo che ha interessato nel passato la Terra. Questi periodi caldi passati sono stati causati da variazioni lente (multimillennali).
b) Variazioni della temperatura superficiale globale negli ultimi 170 anni (linea nera) rispetto al periodo 1850-1900 e media annua, rispetto alle simulazioni del modello climatico CMIP6 della risposta della temperatura ai fattori sia umani che naturali (marrone), e ai soli driver naturali (attività solare e vulcanica, verde).
La tendenza al riscaldamento è maggiore nelle regioni artiche. La perdita di ghiaccio dalle calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartico ha continuato a contribuire all'innalzamento del livello del mare. L'aumento delle temperature può anche contribuire a stagioni molto calde più lunghe contribuendo ad un aumento degli eventi estremi
Cambiamenti climatici futuri, rischi e risposte a lungo termine
Le politiche e le leggi che affrontano la mitigazione si sono stabilmente ampliate. Le emissioni globali di gas serra nel 2030 derivanti dai contributi determinati a livello nazionale annunciati entro ottobre 2021 rendono probabile che il riscaldamento supererà il limite di 1,5°C durante il 21° secolo e renderanno più difficile limitare il riscaldamento al di sotto dei 2°C.
Alcuni cambiamenti futuri sono inevitabili e/o irreversibili, ma possono essere limitati da una profonda, rapida e sostenuta riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale.
Le opzioni di adattamento che sono fattibili ed efficaci oggi diventeranno limitate e meno efficaci con l’aumento del riscaldamento globale. Con l’aumento del riscaldamento globale, le perdite e i danni aumenteranno e sempre più sistemi umani e naturali raggiungeranno il limite di adattamento
Tutti i percorsi globali simulati che limitano il riscaldamento a 1,5°C (>50%) con un overshoot nullo o limitato, e quelli che limitano il riscaldamento a 2°C (>67%), implicano riduzioni delle emissioni di gas serra rapide e profonde e, nella maggior parte dei casi immediate, in tutti i settori in questo decennio.
Variazioni previste della temperatura massima giornaliera annuale, dell’umidità totale media annuale della colonna CMIP e delle precipitazioni massime giornaliere annuali a livelli di riscaldamento globale di 1,5°C, 2°C, 3°C e 4°C rispetto al periodo 1850-1900. Simulazioni (a) variazione massima annua della temperatura (°C), (b) umidità media annua totale del suolo della colonna (deviazione standard), (c) variazione massima annua delle precipitazioni giornaliere (%). Clicca sull’immagine per ingrandire (Credit IPCC)
Il cambiamento climatico è una minaccia per il benessere umano e la salute del pianeta e si sta rapidamente chiudendo una finestra di opportunità per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti. Lo sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici integra l’adattamento e la mitigazione per promuovere lo sviluppo sostenibile per tutti ed è reso possibile da una maggiore cooperazione internazionale, compreso un migliore accesso a risorse finanziarie adeguate, in particolare per le regioni, i settori e i gruppi vulnerabili, e una governance inclusiva e politiche coordinate. Le scelte e le azioni messe in atto in questo decennio avranno impatti ora e per migliaia di anni
Una mitigazione profonda, rapida e sostenuta e un’attuazione accelerata delle azioni di adattamento in questo decennio ridurrebbero le perdite e i danni previsti per gli esseri umani e gli ecosistemi e porterebbero molti benefici collaterali, in particolare per la qualità dell’aria e la salute.
Le analisi della temperatura della NASA comprendono misurazioni della temperatura della superficie da 6.300 stazioni meteorologiche, da osservazioni con boe e con navi e dalle stazioni di ricerca dell'Antartico.
La corretta interpretazione di temperatura globale
Esiste l’energia totale, ovvero il calore, che possiede l’intera atmosfera, mentre NON ESISTE alcuna temperatura globale, essendo la temperatura una grandezza intensiva e locale. Le stazioni terrestri sono poche, mal distribuite e tutte diverse l’una dall’altra.
Il metodo elaborato dal GISS della NASA interpola le misure terrestri e quelle delle boe marine per ottenere una temperatura globale, spesso presa come “prova” del global warming. Questo metodo non è esente da critiche proprio per la notevole approssimazione indotta dalla scarsità di misure in molti luoghi.
Qualcosa di più attendibile, in quanto vicino ad una “misura continua”, viene dalle misure satellitari coi metodi RSS e UAH che si basano sulla correlazione della temperatura con la radianza dell’ossigeno. Peccato che questa misura ha una precisione di qualche decimo di grado e che i due metodi diano sempre risultati che si discostano tra loro in misura variabile, anche a seconda della latitudine, ma comunque sempre dell’ordine di qualche decimo di grado. Dunque si stima un aumento “globale” di 0.6°C attraverso misure che hanno una precisione dello stesso ordine di grandezza.
Le temperature con cui abbiamo a che fare ogni giorno su scala locale fluttuano di continuo e sensibilmente a causa di eventi prevedibili, come il passaggio delle stagioni e l’escursione termica tra il giorno e la notte, e di altri più complessi da prevedere come le variazioni del meteo. La temperatura globale, invece, dipende sostanzialmente da quanto calore riceve il nostro pianeta dal Sole e da quanto è in grado di respingerne una parte nello spazio. E questa capacità dipende dalla presenza di particolari composti chimici nell’atmosfera, a partire dai gas responsabili dell’effetto serra, che (semplificando) non consentono al calore di fuoriuscire dagli strati atmosferici più bassi.
Il cambiamento di un grado su scala globale è quindi molto significativo perché sono necessarie enormi quantità di calore per riscaldare tutti gli oceani, l’atmosfera e il suolo per arrivare a un simile aumento.
Fu sufficiente la riduzione di uno/due gradi della temperatura globale per far partire la cosiddetta “Piccola era glaciale” tra il XIV e il XIX secolo. Una riduzione di cinque gradi fu sufficiente per seppellire sotto uno spesso strato di ghiaccio il Nord America 20mila anni fa.
IPCC, 2021: Climate Change 2021: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change
State of the climate in 2020, Special Supplement to the Bulletin of the American Meteorological Society, Vol. 102, No. 8, August 2021
IPCC, Climate change 2023
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