Le strade che si dirigevano verso est, in gran parte longitudinali rispetto al territorio carsico, erano più d’una

 Tra i percorsi principali nell'Alto Medioevo ricordiamo la via Gemina (citata sia nell'Itinerarium Antonini che nella Tabula Peutingeriana) che collegava Aquileia a Tergeste. 

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Le strade che si dirigevano verso est, in gran parte longitudinali rispetto al territorio carsico, erano più d’una. Tra i percorsi principali ricordiamo in primo luogo la via Gemina (citata sia nell'Itinerarium Antonini che nella Tabula Peutingeriana) che collegava Aquileia a Tergeste; tale tracciato viario passava per la mansio di Fons Timavi, posizionata presso le risorgive del Timavo, e da qui si originavano due strade: una saliva verso Jamiano, la valle di Brestovizza e la valle di Branizza, per ricongiungersi con la strada che da Aquileia andava a Emona, presso Aidussina.

L’altra strada si dirigeva verso Aurisina e proseguiva poi verso Prosecco (località che alcuni studiosi identificano come la statio di Avesica citata dall’itinerario Antonino).

A differenza della più tarda Via Flavia, che collegava Aquileia all’Istria passando lungo il tratto costiero ai piedi del Carso triestino, la Via Gemina percorreva lo spazio geografico del Carso e non toccava Trieste.

Il punto di partenza di questo itinerario si trovava nell’area urbana di Aquileia, colonia fondata dai romani nel 181 a. C. come accampamento dell’esercito (castra) e principale base strategica, militare e stradale per le operazioni belliche contro gli Istri, i Liburni, i Giapodi e i Dalmati. Pertanto Aquileia fu ben presto collegata mediante le viae militares con le altre parti dello Stato romano di allora e con i neo-conquistati e non ancora sufficientemente pacificati territori ai suoi confini nordorientali. In questo modo si volevano creare le condizioni per penetrare nella costa orientale adriatica, ma anche eliminare qualsiasi possibilità di caduta o di assedio della città.

Tito Livio colloca l’inizio di questa strada ad Aquileia. In generale, tutte le strade nella loro parte iniziale seguivano il tracciato Aquileia – San Canziano – Ronchi – mansio di Fons Timavi.

A Prosecco vi era un incrocio di strade: una conduceva verso Trieste e Pola, mentre l’altra, attraverso il Carso, l’altopiano della Ciceria e lungo le falde del Monte Maggiore/Učka arrivava a Tarsatica.

La via Gemina e la via Flavia che arrivava a Trieste, Clicca sulla figura per ingrandire.

Il nome, Via Gemina, è molto interessante ed è stato, ed è tutt’oggi, oggetto di discussione tra gli archeologi. Attilio Degrassi riteneva che il nome Via Gemina indicasse due strade che correvano l’una accanto all’altra e quindi due strade gemelle.

Questa è un’interpretazione interessante, sapendo che all’uscita da Aquileia la strada si diramava in due direzioni (forse sono queste le due vie geminae), ma anche che nella stessa area urbana di Aquileia questa via correva parallela a un’altra.

Una seconda interpretazione è legata al nome della legione che riparava la strada (Legio XIII Gemina).

Intorno al 379 questa strada fu attraversata dalle tribù gotiche che penetravano verso occidente.

Il tracciato della Via Gemina si estendeva proprio lungo le fortificazioni confinarie che chiamavano Claustra Alpium Iuliarum, Clausurae Alpium Iuliarum e Alpium vallum.

Tabula Peutingeriana, che mostra le vie e le stazioni militari dell’Impero romano, non la registra. Questo può sembrare insolito, ma da tutte le fonti disponibili risulta che la Via Gemina era una strada militare; questo significa che su di essa l’esercito aveva uno status speciale e privilegi, mentre il traffico civile era sottoposto a limitazioni. Forse in questo fatto va cercata la regione della sua mancata presenza nella Peutingeriana.

La strada che univa Aquileia a Tarsatica (Fiume) si separava da quella per Pola (Via Flavia) non lontano dal Timavo, presso l’abitato di Duino.

Da qui proseguiva per gli altipiani del Carso e toccava Prepotto, dove c’era il casello della dogana (portorium), e poi, nell’ordine, Prosecco, Opicina e Basovizza.

Da Basovizza il tracciato procedeva in direzione di Cosina/Kozina.

La seguente stazione era Ad Malum, che corrisponde alla all’abitato di Matteria. A Matteria/Materija vi era l’incrocio con la strada che svoltava verso Grusizza/Hrušica – Ad Pirum, importante presidio fortificato nelle Alpi Giulie. La strada proseguiva fino alla stazione di Ad Titulos (Sappiane/Sapjane oppure a Rupa).

Tra Pasiacco/Pasjak e Sappiane/Sapjane l’altipiano della Cicceria diventa un terreno collinare che gradualmente scende verso Fiume.



La via Gemina e la via Flavia in Istria. Clicca sulla figura per ingrandire.

 

Davide Gherdevich, L’analisi spaziale come strumento per la ricostruzione della viabilità antica nel Friuli Venezia Giulia, Tesi di dottorato, 2007/2008

MILOTIĆ, Il Il territorio della Via Gemina tra San Lorenzo (Jezero), Atti, CRS, vol. XLVIII, 2018, p. 303-329

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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