Tendenza delle principali grandezze climatiche: temperatura, precipitazioni, eventi estremi, criosfera, ghiaccio sotterraneo permanente, permafrost

 

 

 

Temperatura

Dall’analisi dei dati climatici rilevati dalla rete regionale ed elaborati da ARPA FVG – OSMER emerge, come tendenza più evidente, l’aumento della temperatura media in FVG. Nell’intero periodo 1961-2016 l’aumento medio della temperatura media è stato pari a 0.3 °C ogni 10 anni, con una chiara tendenza all’accelerazione nei decenni più recenti

 

 

Andamento delle temperature medie annuali nel periodo 1961-2016 per la pianura del Friuli Venezia Giulia (linea blu continua). La linea tratteggiata rappresenta l’andamento delle temperature medie nei diversi decenni. La serie sintetica che rappresenta la pianura regionale è stata ottenuta analizzando varie serie di temperatura per il periodo 1961-2016, i cui valori sono stati opportunamente validati e omogeneizzati. Elaborazione a cura di ARPA FVG – OSMER

 

 

Precipitazioni

Il segnale del cambiamento climatico sulla pluviometria della nostra regione è meno chiaro, anche per la forte variabilità interannuale di questa grandezza meteorologia

 

Eventi estremi

Il particolare riscaldamento del trimestre estivo in FVG è rilevabile anche dall’aumento delle giornate in cui la temperatura massima supera la soglia dei 30 °C. Il numero delle giornate molto calde è passato da 30 circa degli anni ‘90 a quasi 50 nell’ultimo quinquennio.

Similmente anche il numero di notti molto calde (notti tropicali), quelle in cui la temperatura minima supera i 20 °C, è aumentato.

Il segnale di inverni più caldi è facilmente leggibile osservando l’andamento del numero di giorni di gelo, cioè giorni in cui la temperatura minima scende sotto lo zero. I giorni sono rimasti praticamente costanti nei valori medi quinquennali dal 1991 fino al 2005 con valori intorno ai 60 giorni, per scendere a poco più di 40 negli ultimi anni.

 

Criosfera

Il termine criosfera (derivante dalla parola greca kryo = freddo) si riferisce a tutte quelle porzioni della superficie terrestre che si presentano allo stato congelato, ovvero con una temperatura inferiore a 0 °C. Calotte glaciali, ghiaccio marino, icebergs, ghiaccio lacustre, copertura nevosa, ghiaccio nel suolo, ghiacciai e ice sheets ne fanno parte integrante. La criosfera comprende però anche tutte quelle porzioni di territorio che, pur non presentando acqua allo stato solido, mantengono sempre, ovvero per almeno due anni consecutivi, temperature inferiori a 0 °C (ambienti di permafrost).

Negli ultimissimi anni, notevoli sforzi sono stati messi in campo nella ricostruzione delle dimensioni dei ghiacciai in epoca storica sul territorio del FVG, in particolare in riferimento alla ricostruzione di areali e volumi delle masse ghiacciate presenti in FVG nella fase climatica denominata piccola età glaciale (PEG). La PEG è ben riconosciuta in tutto il sistema alpino grazie ai depositi morenici recenti e, spesso, a litografie e fotografie risalenti al 1700 e 1800. Il suo inizio lo si pone generalmente tra l’inizio e la metà del 1300 ed il suo termine al 1865, quando tutti i ghiacciai principali delle Alpi iniziarono una evidente fase di contrazione. Questo periodo è caratterizzato da una fase di diminuzione della temperatura a livello alpino di circa 1.5-2.0 °C, associata verosimilmente ad un incremento medio delle precipitazioni invernali.

Sul territorio del FVG la criosfera è presente sotto forma di: 1) ghiacciai e relitti glaciali; 2) ghiaccio permanente di cavità; 3) permafrost.

Le Alpi Giulie conservano ancora 23 piccoli corpi relitti glaciali permanenti, di cui 14 nella parte italiana e 9 in quella slovena.

Nelle Alpi Giulie la riduzione glaciale nel corso dell’ultimo secolo, ed in particolare negli ultimi 30 anni, è stata straordinariamente rapida. Tale drastica riduzione è strettamente correlata alla variazione delle condizioni climatiche, ed in particolare all’andamento delle temperature medie annuali ed estive ed alle precipitazioni medie annue o invernali. Dal 1851 ad oggi la temperatura media nelle Alpi Giulie ad una quota di 2200m è aumentata di 1.7°C. Questo dato rappresenta un valore quasi doppio di quello osservato a scala globale.

 

Temperatura media annua registrata alla stazione meteorologica automatica del Canin, 2200 m s.l.m.m. (Dati UMFVG e Parco Naturale Prealpi Giulie). In rosso è messo in evidenza l’anno 2015, il più caldo della serie.

 

 

L’insorgenza di eventi estremi sempre più frequenti, in particolare ondate di calore estive e fasi di siccità invernale, rappresenta un ulteriore fattore di accelerazione della deglaciazione in atto, ora dovuta non solamente alle variazioni di temperatura osservate durante la stagione estiva, ma anche a possibili ondate di calore ad alta quota durante il periodo invernale come recentemente osservato ad esempio nel dicembre 2015

 

Nota. I relitti glaciali sono specie rappresentanti della flora artico-alpina che durante le glaciazioni quaternarie si spinsero a sud sino alla nostra regione. 

 

In seguito a climi più caldi questi si estinsero nei nuovi territori colonizzati permanendo solo in limitate aree dove le condizioni climatiche particolarmente severe risultavano per loro ancora accettabili mentre erano proibitive per le specie concorrenti.

 

Ghiaccio sotterraneo permanente

Le grotte di ghiaccio (ice caves) sono definite cavità naturali nella roccia (calcari, dolomie, tubi di lava) che contengono accumuli perenni di ghiaccio. Poiché il ghiaccio delle caverne è in genere più vecchio di due anni, le grotte di ghiaccio sono comunemente considerate come un fenomeno di permafrost sporadico. Sul territorio del Friuli Venezia Giulia sono state recentemente individuate e catalogate più di un migliaio di cavità criotiche.

La correlazione tra fusione del ghiaccio sotterraneo e condizioni climatiche atmosferiche esterne non è stata ancora interamente chiarita, in particolare perché mancano al momento modelli micro-meteorologici e micro-climatici che possano simulare correttamente ed esaustivamente i processi in atto in questi ambienti.

 

Permafrost

Le aree interessate da possibile permafrost nel territorio del Friuli Venezia Giulia sono esigue e limitate

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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