La conservazione della biodiversità è impossibile senza la partecipazione di tutti coloro che hanno un impatto sull'ecosistema
La conservazione della biodiversità è impossibile senza la partecipazione di tutti coloro che hanno un impatto sull'ecosistema. Senza un'attenta valutazione di cosa, quanto e quanto spesso raccogliamo dalla natura, corriamo il rischio di esaurire le risorse del pianeta. Gli orientamenti UE per proteggere il 30% del mare e del territorio
#biodiversità
I problemi di biodiversità sono complessi ed esistono su diverse scale.
Affrontare i problemi della biodiversità richiede sforzi concertati e complementari a livello comunitario, subnazionale, nazionale, regionale e globale.
Ogni paese del mondo dipende in un modo o nell'altro dalle risorse biologiche.
Tuttavia, senza un'attenta valutazione di cosa, quanto e quanto spesso raccogliamo dalla natura, corriamo il rischio di esaurire le risorse del pianeta. Per evitare questa situazione, le persone devono lavorare insieme a tutti i livelli, dal locale al globale.
Ogni livello di azione ha la propria serie di sfide e opportunità.
Ciò che accade a un livello spesso ha un impatto su altri livelli.
L'uso delle risorse naturali avviene a tutti i livelli; alcune comunità sfruttano le risorse per sopravvivere, mentre molte altre consumano molto di più del necessario per sopravvivere. Esaminiamo un esempio di pesca. Ad un'estremità della scala c'è un villaggio di pescatori locale che prende dalle acque locali solo ciò di cui ha bisogno per sopravvivere, usando reti a mano e altre pratiche a basso impatto; all'altra estremità ci sono flotte di pescherecci internazionali che catturano elevati volumi di pesce e altra vita marina, su vaste aree, utilizzando metodi che hanno un grande impatto sull'ambiente. Gli impatti sulla biodiversità di questi due gruppi sono molto diversi; le attività del primo lasciano un'impronta molto minore rispetto al secondo.
Non è solo un problema per la fauna selvatica, ma anche per le persone. La cooperazione e la negoziazione possono avvenire a livello locale o nazionale, ma a volte, come nel caso della pesca in acque internazionali, è necessaria un'azione globale.
Le nazioni consumano quantità diverse di risorse, con alcuni paesi che utilizzano una quantità sproporzionata di risorse naturali sia locali che globali.
Esiste una distribuzione geografica non uniforme delle risorse naturali tra paesi e regioni. Alcuni paesi, come gli Stati Uniti, possiedono un'abbondanza diversificata di risorse sfruttabili, mentre altri non sono così fortunati. Ad esempio, circa due terzi del mondo arabo dipende dalle fonti d'acqua situate al di fuori dei loro confini. Anche il numero e la densità della popolazione variano ampiamente nel mondo: alcuni paesi richiedono maggiori richieste e quindi incidono sulle loro risorse naturali più di altri.
Per avere una distribuzione più equa dei benefici e delle responsabilità e per essere in grado di preservare la biodiversità, è necessaria una serie di sforzi a molti livelli: stabilire e applicare accordi e trattati, attuare programmi di cooperazione e assistenza e condividere conoscenze e tecnologie, sono solo alcuni esempi di possibili azioni.
Affinché la cooperazione internazionale sia efficace, tutti i paesi coinvolti devono concordare le soluzioni e impegnarsi a seguire gli accordi. Gli sforzi a livello globale sono indispensabili quando si affrontano problemi globali, come il cambiamento climatico e l'esaurimento dell'ozono.
Queste grandi questioni richiedono spesso la creazione e la ratifica (o l'adozione ufficiale) di una legge internazionale a cui devono firmare tutti i paesi che ne fanno parte (o parte di).
A volte i problemi ambientali sono specifici di una regione e/o sono affrontati meglio a livello regionale. Ad esempio, quando si cerca di proteggere una specie con un raggio d'azione limitato, come l'orso polare, o un ecosistema fragile e le specie che vivono al suo interno, come la foresta pluviale. Tuttavia, questi approcci regionali dovrebbero ancora essere coordinati con quelli globali più ampi, perché sul nostro pianeta tutte le cose sono collegate. Nel caso dell'orso polare, ad esempio, gli sforzi regionali per conservarlo potrebbero essere vani, se la questione più ampia del cambiamento climatico non fosse affrontata contemporaneamente.
Gli orientamenti Ue per proteggere il 30% del mare e del territorio
La strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, adottata nel maggio 2020, fissa l’obiettivo di proteggere il 30 % del territorio e del mare dell’Ue entro il 2030 e, in linea con l’European Green Deal, propone azioni e impegni ambiziosi dell’Ue e dei Paesi membri per arrestare la perdita di biodiversità in Europa e nel mondo, in linea con il Green Deal europeo.
Uno degli obiettivi della strategia sulla biodiversità è la creazione di una rete coerente di aree protette. Per questo, la strategia fissa obiettivi di protezione giuridica di almeno il 30 % della superficie terrestre e marittima dell’Unione europea, di proteggere rigorosamente almeno un terzo delle zone protette dell’UE, quelle considerate ad altissima biodiversità e valore climatico, comprese tutte le foreste primarie e vetuste rimaste, e di gestire efficacemente e monitorare adeguatamente tutte le zone protette entro il 2030.
Inoltre, la strategia prevede che siano piantati almeno 3 miliardi di alberi entro il 2030 a supporto della biodiversità e del ripristino dell’ecosistema. Un numero maggiore di foreste saranno gestite anche per la promozione di pratiche rispettose della biodiversità.
Oltre alle misure di conservazione, è necessario modificare radicalmente le modalità di produzione e consumo di cibo ed energia, il modo in cui sviluppiamo e viviamo le nostre città e come trasportiamo le persone e le merci.
Le attività agricole e altre pratiche di gestione del territorio esercitano la pressione maggiore sulla natura, perché comportano l’abbandono di territori erbosi: questa prassi ha un impatto particolarmente gravoso sugli impollinatori, sull’avifauna delle aree agricole e sugli habitat seminaturali. Aumentando l’agricoltura biologica di un quarto, riducendo l’uso dei pesticidi della metà entro il 2030 e ripristinando alcune terre agricole a paesaggi ad alta diversità, contribuiremo al ripristino della biodiversità.
Infine, la Commissione europea ha presentato un piano d’azione per azzerare l’inquinamento, «Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo». Tra gli obiettivi rientra la riduzione del 50% delle perdite di nutrienti grazie alla riduzione del dilavamento di azoto e fosforo dai concimi, proteggendo al contempo la fertilità del suolo. Inoltre, la strategia «Dal produttore al consumatore» per un sistema alimentare giusto, sano e rispettoso dell’ambiente ridurrà anche l’impiego dei pesticidi.
Youth and united nations global alliance, The youthguide to biodiversity
AEA Segnali 2021 , La natura in Europa
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