Le origini della nobiltà goriziana e i stretti legami con la nobiltà bavarese.
Le origini della nobiltà goriziana e i stretti legami con la nobiltà bavarese.
#Eppenstein
A Ratisbona, nel luglio 976, Ottone prese decisioni di vasta portata sulla riorganizzazione dei ducati della Germania meridionale.
La Baviera fu ridotta nei suoi possedimenti di quasi un terzo. Come risultato di questa misura, il ducato di Carinzia fu creato ex novo.
Al ducato di Carinzia fu assegnato anche la Marca di Verona governato da Ottone di Worms, per volontà di Ottone II.
Il ducato di Carinzia intorno all'anno 1000, comprendente anche la Marca di Verona. Clicca sull’immagine per ingrandire
Il nuovo ducato di Carinzia fu dato al nipote della stirpe salica Ottone di Worms.
Ottone di Worms (detto anche Ottone I di Carinzia) fu anche margravio di Verona dal 978 al 985 e dal 995 fino al 4 novembre 1004.
Quando Ottone morì, Corrado ereditò sia la Carinzia che la marca veronese essendo l'unico figlio superstite. Morì il 3 novembre del 1011 e fu sepolto nel duomo di Worms.
Nel 1001, con Ottone di Carinzia margravio di Verona, esiste un diploma di Ottone III che dona parte del villaggio di Gorizia al conte Werigand della casata Eppenstein.
Chi era Werigand del Friuli (Guariento III)?
Werigand (* 970 ca.; † 1051 ca.) fu un conte del Friuli e dell'Istria e funzionario del duca di Carinzia.
Varianti del nome: Werigandus, Werigant, Weriant, Wergant, Werichen, Werihent, Werinhent, Variant, Warientus, Wezzelin, Guariento III.
NB. C’è una sostanziale difficoltà a rendere omogenee le fonti. A seconda che le fonti siano di lingua tedesca, italiana oppure latina riportano nomi completamente diversi.
Werigand era probabilmente figlio di Azzo (Adalberto) (altre fonti riportano Guariento), che nel 965 fu amministratore del patriarca Rodoaldo di Aquileia in Istria. Amministrò importanti feudi ecclesiastici di Aquileia.
Nel 1001, il re Ottone III gli dona metà del castello di Silikano e della corte di Gorizia nonché i terreni annessi tra Isonzo e Wippach compresi i monti. Il destinatario dell'altra metà è il patriarca Giovanni. Quello stesso anno Werigand venne nominato Conte della Contea del Friuli.
Werigand apparteneva alla casata degli Eppenstein in quanto aveva sposato Williburg la cui madre era una Eppenstein.
Famiglia di Werrigand e di Williburg. Clicca sull’immagine per ingrandire
Ritroviamo Werigand alla corte di Verona il 19 maggio 1027. Re Corrado II tenne a decidere la contesa tra il patriarca Poppo d'Aquileia e il duca Adalberone di Carinzia (margravio di Verona) , il conte Werigand compare sotto il nome di Wezzelin come balivo del duca e come messaggero di violenza. Anche Adalberone di Carinzia apparteneva alla casata Eppenstein.
In seguito compare, sempre in questo ruolo, fino al 1028, quando viene citato nell’atto di donazione dell’imperatore Corrado II in favore del patriarca Poppone, grazie al quale la Chiesa aquileiese ricevette il diritto di caccia nel vasto bosco del Friuli meridionale che si trovava «nella contea del conte Guariento». L’anno precedente Werigant aveva fatto parte del celebre tribunale dell’imperatore Corrado II a Verona, dove si decise a favore della Chiesa aquileiese e del suo patriarca Poppone in merito alla controversia che lo opponeva al duca della Carinzia (e margravio di Verona) Adalberto di Eppenstein, a causa del pubblico servigio (“servitium publicum”) della Chiesa aquileiese.
Il patriarca di Aquileia era accompagnato dall’avvocato della sua Chiesa e da quattro giurati, che erano vassalli aquileiesi (“milites”): al primo posto vi figurava Guariento.
Oltre ai possedimenti acquisiti nella bassa valle del Vipacco, Weigand possedeva molto probabilmente anche un vasto territorio a ovest del Tagliamento (Maniago, Vivaro, San Foca, Domanins?) che, attraverso i suoi discendenti, finì poi in parte nelle mani del monastero carinziano di Millstatt, in parte nelle mani della famiglia Spanheim, duchi della Carinzia.
Come la maggior parte dei conti e margravi della zona sud-orientale dell’impero, anche Guariento apparteneva alla nobiltà bavarese. Per questo motivo egli non compare solo in Friuli, ma anche a nord delle Alpi e precisamente a Salisburgo, dove negli anni fra il 987 e il 1025 viene più volte menzionato come avvocato del convento di S. Pietro.
Nel secondo quarto del X secolo suo nonno Guariento I che, molto legato alla Chiesa salisburghese, rivestì un ruolo di grande importanza in Carinzia: ne deteneva infatti il governo e vi amministrava i possedimenti reali. Guariento I era sposato con Adalsvinda, della stirpe dei Leopoldingi, e perciò il conte del Friuli discendeva per linea femminile dalla dinastia ducale bavarese. Si chiamava così (Guariento II) anche il presunto padre di Guariento che, nel periodo fra il 963 circa e il 987, viene menzionato in relazione a Salisburgo. Portava infine questo nome anche il conte del Friuli Guariento (IV), nominato un’unica volta nel 1052, che si ritiene perciò essere figlio del nostro (Guariento III).
Intorno al 1051 sono documentate diverse donazioni della contessa Willibirg , sua vedova, a favore di Geisenfeld in memoria del marito Werigand.
Come fratelli di Guariento (IV) vengono indicati Azzone, menzionato nel 1027 come accompagnatore del padre al tribunale di Verona, e Adalgerone, nominato invece un anno più tardi.
Suo fratello Eberardo, margravio della Carniola, aveva fondato in Baviera nel 1037 il convento femminile di Geisenfeld, di cui Gebirga, figlia di Guariento(III), divenne la prima badessa. Dopo la sua morte, nel 1061, le successe in tale veste la madre che, vedova., si era dapprima risposata con il margravio istriano Guecellino e poi, dopo che anche questo morì (attorno al 1040), si ritirò nel suddetto convento.
Tra i discendenti di G. – appartenente più probabilmente alla generazione dei nipoti – ricordiamo Edvige che morì poco dopo il 1100 nel castello di Mossa, a ovest di Gorizia. Si sposò in prime nozze con Ermanno, membro della famiglia Eppenstein, potente casata della zona sud-orientale dell’impero. Essi fondarono, inoltre, il convento di Rosazzo in Friuli, dove Edvige fu poi sepolta. Dopo la morte prematura del marito, ella si unì in seconde nozze con Enghelberto di Spanheim, fondatore del convento di St. Paul in Carinzia e, entrata a far parte della casata ducale carinziana, divenne poi madre superiora.
La figlia di Edvige, Diemuta, si sposò con Mainardo III “Albus”, conte di Lurn, e da questo matrimonio nacque Mainardo (I) che dal 1125 fu avvocato della Chiesa aquileiese e capostipite della casata dei conti goriziani.
Chi furono gli Eppenstein?
Gli Eppenstein furono una stirpe medievale che furono duchi di Carinzia e sono considerati la prima stirpe ducale locale.
Il Bindenschild austriaco si può far risalire alla Blutfahne rosso-bianco-rosso di questa famiglia in quanto, quando essa si estinse nel 1122, gli Ottocari ereditarono i feudi friulani compresa la sua bandiera del feudo, che a loro volta la passarono ai Babenberg, duchi d'Austria, quando si estinsero nel 1192.
Burgruine Eppenstein è un castello medievale in rovina che domina Eppenstein , nello stato austriaco della Stiria . Fu costruito intorno al 1000 d.C. come sede ancestrale della dinastia Eppenstein, i cui membri servirono come margravi di Stiria e furono infeudati al Ducato di Carinzia nell'XI e XII secolo.
L'ex castello speronato si trova nella regione montuosa dell'Alta Stiria , a un'altezza di 736 metri . Sorgeva al di sopra di un'importante via commerciale che dall'alta valle Mur attraverso le Alpi Seetal e Obdach Saddle scendeva fino alla valle carinziana di Lavant .
Il possesso dell'area goriziana restò nelle mani del casato degli Eppenstein finché questa dinastia fu chiamata a governare il ducato carinziano, e quindi si estinse (1122 - 1125)
Nel 1077 l’imperatore Enrico IV trasferisce diritti e prerogative sulla zona di Gorizia-Salcano, inizialmente ripartiti tra il patriarca aquileiese e il conte del Friuli, al solo patriarca Sigeardo. Gli Eppestein divennero i difensori ed il braccio armato del patriarca di Aquileia.
RI III,1 n. 95, in: Regesta Imperium Online,
RI III,1 n. 135, in: Regesta Imperium Online,
Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 2. 1858
Dizionario biografico dei friulani
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