L’impatto dei cambiamenti climatici in regione: le specie invasive

 

 

Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità non sono totalmente noti dato che le scale temporali su cui agiscono questi fenomeni sono generalmente piuttosto ampie. Tuttavia, ci si aspetta che i cambiamenti climatici possano avere pesanti ripercussioni sulla biodiversità modificando fenologia, composizione genetica ed areali delle specie, alterando anche le loro interazioni biotiche ed i processi eco sistemici. E’ stato stimato che i cambiamenti attualmente in atto hanno compromesso fino al 60% degli ecosistemi presenti sul nostro pianeta.

Spesso i cambiamenti climatici sono stati annoverati tra i principali fattori di degrado e causa della perdita degli ecosistemi, in altri casi essi accentuano ed aggravano gli impatti di fattori di origine antropica come inquinamento, consumo di suolo, eccessivo prelievo di risorse naturali, deforestazione, riduzione e frammentazione degli habitat e diffusione di specie aliene. Queste ultime e, in particolare, quelle ritenute invasive sono tra le principali minacce alla biodiversità globale. In Europa, il numero di specie aliene invasive è cresciuto del 76% negli ultimi 30 anni provocando danni stimati per circa 12 miliardi di euro all’anno.

 

Specie aliene vegetali in Friuli Venezia Giulia

Il tasso d’invasione nella flora italiana è stato stimato attorno al 13,4 %, quello calcolato per la Regione Friuli Venezia Giulia si attesta circa al 11,6%

 

 

Carta della distribuzione delle specie aliene in Friuli Venezia Giulia con indicazione delle aree a densità maggiore

 

 

 

 

La maggior parte delle specie aliene presenti sul territorio regionale ha origine americana ed eurasiatica, seguite da specie di origine africana e del bacino del Mediterraneo. Le tipologie di habitat più invase risultano essere quelli più antropizzati come le superfici artificiali (matrici urbane) e le zone agricole.

Inoltre nella fascia climaticamente più calda della regione molte specie invasive, di origine neo-tropicali, trovano l’habitat ideale.

Le conseguenze di queste invasioni sono di ordine ecologico-paesaggistico, sanitario, produttivo e quindi, in ultima analisi, economico. Le specie aliene invasive, in sostanza, possono incidere significativamente nel destabilizzare la struttura che garantisce il benessere umano. Alcune di queste infatti come, ad esempio, Ambrosia artemiisifolia L. possiedono un polline estremamente allergenico. Altre come Ailanthus altissima (Mill.) Swingle possono apportare bio-deterioramento ai manufatti antropici come monumenti e reperti archeologici dovuto a danni meccanici e chimici causati dall’apparato radicale. Altre ancora possono generare danni alle colture agricole con conseguente riduzione e/o perdita della produttività.

Al momento la Regione Friuli Venezia Giulia ha individuato tre classi di rischio per quanto riguarda le specie aliene: 1) specie di temuta introduzione non ancora presenti nel territorio regionale. In questo caso è basilare individuare i primi focolai e tentarne l’eradicazione fin da subito evitando la potenziale espansione della popolazione. Inoltre azioni di prevenzione sono necessarie per evitare l’ingresso di nuove specie (soprattutto in porti ed aeroporti) attraverso piani di risk assessment e studio delle rotte commerciali. 2) specie da poco introdotte, cioè specie presenti in piccoli nuclei, per cui si ritiene possibile l’eradicazione dal territorio con azioni mirate ad elevata intensità e frequenza; 3) specie diffuse ed insediate stabilmente in regione di cui è possibile solo il monitoraggio delle popolazioni e la gestione per contenerne la diffusione.

 

 

 

 

 


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