Come la combustione di combustibili fossili e il traffico veicolare danneggiano la qualità dell'aria.

Gli ossidi di azoto (NOx) sono inquinanti atmosferici dannosi. Contribuiscono allo smog, alle piogge acide e all'eutrofizzazione delle acque, con conseguenze negative sulla salute umana e sull'ambiente. Il calo delle emissioni di NOx in Italia è incoraggiante, ma è necessario un ulteriore impegno per raggiungere gli obiettivi di riduzione e tutelare la qualità dell'aria.

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Argomento trattati

Gli ossidi di azoto (NOx): un problema per l'ambiente e la salute

   Che cosa sono gli ossidi di azoto?

   Quali sono le principali fonti di emissione?

   Qual è l’impatto sull’ambiente e la salute?

   Le emissioni atmosferiche di NOx in Italia

   La combustione nelle industrie energetiche e di trasformazione

   Impianti di combustione non industriali

   Emissioni di NOx nel mondo



Che cosa sono gli ossidi di azoto?

Gli ossidi di azoto, genericamente indicati con la sigla NOx, sono un gruppo di composti chimici derivanti dalla combinazione tra azoto (N) e ossigeno (O). Tra i più comuni troviamo:

  • Monossido di azoto (NO): un gas incolore e inodore prodotto naturalmente durante i processi biologici e generato dalle combustioni ad alta temperatura.
  • Biossido di azoto (NO2): un gas dal caratteristico colore giallo-rosso e dall'odore pungente e irritante. È un inquinante atmosferico primario, prodotto principalmente dalla combustione di combustibili fossili e dai motori a scoppio.

Oltre a NO e NO2, esistono altri ossidi di azoto meno comuni, come triossido di azoto (N2O3) e pentossido di diazoto (N2O5).

   Quali sono le principali fonti di emissione?

Le principali fonti di emissione di NOx sono:

  • Centrali elettriche: che bruciano combustibili fossili come carbone, gas naturale e petrolio.
  • Impianti industriali: soprattutto quelli coinvolti in processi di combustione o produzione di acido nitrico.
  • Veicoli su strada: il traffico automobilistico è un importante contributore di NOx, in particolare nelle aree urbane.
  • Processi di combustione domestica: l'utilizzo di gas naturale o gasolio per il riscaldamento e la cottura contribuisce alle emissioni di NOx.

Qual è l’impatto sull’ambiente e la salute?

Gli ossidi di azoto hanno un impatto significativo sull'ambiente e sulla salute umana:

  • Inquinamento atmosferico: NOx contribuisce alla formazione di smog fotochimico, peggiorando la qualità dell'aria e causando problemi respiratori.
  • Piogge acide: NOx reagisce con altri composti nell'atmosfera per formare acidi nitrici e solforici, che cadono a terra sotto forma di piogge acide, con danni a foreste, ecosistemi acquatici e infrastrutture.
  • Eutrofizzazione: NOx può causare l'eutrofizzazione delle acque, un fenomeno che porta a una crescita eccessiva di alghe e alla morte di organismi acquatici.
  • Problemi respiratori: l'esposizione al biossido di azoto può irritare le vie respiratorie, aggravare l'asma e aumentare il rischio di infezioni polmonari.

 

   Le emissioni atmosferiche di NOx in Italia

Le emissioni totali mostrano una riduzione di circa il 71% dal 1990 al 2022, con un netto calo tra il 1995 e il 2000, soprattutto nei settori del trasporto stradale e della combustione dell’energia. Gli obiettivi finora fissati sono stati raggiunti.

Nel 2015, nel quadro della Convenzione UNECE/CLRTAP, e in particolare del Protocollo Multieffetto, era stato stabilito per l'Italia l’obiettivo pari al 60% delle emissioni del 2005 che è stato raggiunto nel 2020. Inoltre, la revisione della Direttiva sui limiti nazionali di emissione ha stabilito un obiettivo per l’Italia pari al 35% delle emissioni del 2005 nel 2030.

Per quanto riguarda le emissioni nel 2022, la principale fonte di NOx è il trasporto stradale (circa il 41%), altre fonti mobili e macchinari contribuiscono alle emissioni totali per il 23%.

La combustione nel settore energetico e in quello industriale mostra una diminuzione rispettivamente di circa -92% e -79% dal 2005, con una quota sul totale rispettivamente di circa il 6% e l'8% nel 2022.

L'unico che evidenzia un aumento delle emissioni è quello degli impianti di combustione non industriali che mostrano un aumento del 21%, rappresentando il 13% del totale.

Andamento delle emissioni di NOx in Italia

La combustione nelle industrie energetiche e di trasformazione

Le emissioni di questo settore mostrano una tendenza al rialzo fino al 1988 a causa di un aumento del consumo energetico, non impedito da misure di riduzione. Dal 1988 in poi le emissioni presentano una progressiva riduzione dovuta, principalmente, all'introduzione di strumenti normativi che introducono i limiti nelle emissioni degli impianti.

L'adozione di queste norme ha comportato uno spostamento dei consumi energetici dal petrolio ad alto contenuto di zolfo al petrolio a basso contenuto di zolfo e al gas naturale.

Negli ultimi anni si è intensificata la conversione all’utilizzo del gas naturale in sostituzione dell’olio combustibile, grazie agli incentivi concessi per il miglioramento dell’efficienza energetica. Inoltre, negli ultimi anni si è registrata una significativa riduzione nell’uso dei combustibili a base di carbone per la produzione di energia. Queste misure, insieme a quelle di promozione delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, hanno portato ad un’ulteriore riduzione delle emissioni del settore.

Impianti di combustione non industriali

Questo settore ha registrato un aumento delle emissioni. Negli ultimi vent'anni tutti i nuovi edifici sono stati dotati di impianto di riscaldamento e i vecchi edifici sono stati riammodernati.

Emissioni di NOx nel mondo

Emissioni di NOx per regione

Emissioni di NOx per regione

Variazione delle emissioni di inquinanti atmosferici, mondo, dal 1990 al 2022

ISPRA, Italian Emission Inventory 1990 – 2022 Informative Inventory Report 2024

our world in data, Emissioni di ossido di azoto, 2022

 



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