A rischio le soluzioni globali per la lotta ai cambiamenti climatici

La crisi pandemica sta mettendo a rischio le soluzioni globali per la lotta ai cambiamenti climatici. Probabile una impennata della migrazione. Forti tensioni geopolitiche

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All'inizio del 2022 la crisi del COVID-19 è ancora in corso e i problemi economici continuano. La campagna delle vaccinazioni sta determinando la ripresa economica ed in alcuni casi sta aggravando le divisioni sociali preesistenti e le tensioni geopolitiche. Queste tensioni stanno rendendo difficile un approccio coordinato e sufficientemente rapido alle sfide globali, in particolare ai cambiamenti climatici.

La vaccinazione e la digitalizzazione accelerata hanno consentito ad alcuni paesi di riprendersi rapidamente dalla crisi economica creata dalla pandemia di COVID-19, ma molti altri stanno ancora lottando per evitare le peggiori conseguenze.

A causa della pandemia, il debito pubblico è aumentato a livello globale di 13 punti percentuali nel 2020. Le finanze pubbliche già in crisi nei paesi in via di sviluppo sono maggiormente a rischio. Per gli esperti la "crisi del debito" è una minaccia critica a breve e medio termine per il mondo.

I rischi più gravi su scala globale nei prossimi 10 anni

(Opinione di 1000 esperti e leader mondiali)

1° Fallimento dell'azione per il clima

2° Eventi metereologici estremi

3° perdita di biodiversità

4° Erosione della coesione sociale

5° crisi dei mezzi di sussistenza

6° Malattie infettive

7° Danno ambientale umano

8° Crisi delle risorse naturali

9° Crisi del debito

10° Confronto geo-economico

Le disparità di reddito rischiano di aumentare la polarizzazione e il risentimento all'interno delle società

Il COVID-19 ha provocato una recessione globale, ma le forti differenze nei tassi di vaccinazione tra i paesi ora rischiano di portare a una divergenza economica ancora maggiore rispetto a quella sperimentata prima della pandemia.

Sebbene l'occupazione si stia avvicinando ai livelli pre-pandemia in molte economie avanzate, a livello globale la ripresa dell'occupazione dalla crisi del COVID-19 è in ritardo rispetto alla ripresa economica.

Particolarmente colpiti sono stati i giovani, le donne e i lavoratori meno qualificati. L'economia globale impiegherà almeno fino al 2023 per creare i posti di lavoro persi a causa del COVID-19, ma si prevede che molti di questi posti di lavoro saranno di bassa produttività e di scarsa qualità.

La "crisi del sostentamento" è la seconda minaccia più immediata per il mondo ed è la minaccia nazionale più immediata in 97 paesi.

È probabile che una ripresa economica biforcata provochi un'impennata della migrazione economica. Allo stesso tempo, è probabile che il peggioramento delle condizioni meteorologiche estreme e l'aumento dell'instabilità politica, della fragilità dello stato e del conflitto civile aumentino ulteriormente il numero di rifugiati.

Gli esperti considerano la "migrazione involontaria" una minaccia fondamentale per il mondo nel prossimo decennio.

Lo scontro tra le accresciute pressioni migratorie nei paesi di origine e le crescenti barriere alla migrazione nei paesi di destinazione rischia di creare tensioni a livello internazionale e, nei casi peggiori, crisi umanitarie.

In numeroso paesi, tra cui l’Europa, le diverse opinioni sulle vaccinazioni e sulle restrizioni relative al COVID si stanno aggiungendo alle pressioni sociali.

Nonostante che gli accordi presi alla COP26 segnalino un impegno internazionale per l'azione per il clima, le pressioni interne a breve termine renderanno più difficile per i governi concentrarsi sulle priorità nazionali a lungo termine e limiteranno l'attenzione e il capitale politico da destinare alle problematiche climatiche.

Le tensioni geopolitiche.

L'allargamento delle fratture geopolitiche rischia di essere un'altra forza di divergenza globale.

La concorrenza tra Stati Uniti e Cina è in aumento. La crescente abilità militare della Cina sta cambiando gli equilibri di potere nel Pacifico occidentale. In risposta, gli Stati Uniti stanno rafforzando le alleanze incentrate sul Pacifico con il patto di sicurezza Australia-Regno Unito-Stati Uniti (AUKUS). Anche altri stati, come Russia e Turchia, stanno mostrando una maggiore capacità e volontà di proiettare il proprio potere all'estero.

Nel frattempo, le principali potenze globali e regionali stanno testando i confini del diritto internazionale e della cooperazione conducendo esercitazioni militari in aree sotto tensione, come il confine tra Russia e Ucraina e lo Stretto di Taiwan.

Cresce anche la concorrenza nell'esercizio del “soft power”. Ad esempio, la diplomazia sui vaccini e la strategia di finanziamento esterno hanno consentito alla Cina di continuare ad espandere la sua influenza in tutto il mondo in via di sviluppo. Brasile, Indonesia, Messico e Turchia sono tra i principali acquirenti di vaccini cinesi contro il COVID-19. I paesi in via di sviluppo potrebbero guardare sempre più alla Cina per il supporto finanziario, tecnologico e scientifico per prosperare nell’economia post-pandemia. Le tensioni geopolitiche si stanno riversando nella sfera economica.

Soft power (traducibile in italiano con potere dolce o potere convincitivo) è un termine utilizzato nella teoria delle relazioni internazionali per descrivere l'abilità di un potere politico di persuadere, convincere, attrarre e cooptare, tramite risorse intangibili quali "cultura, valori e istituzioni della politica

Rischio di fallimento dell'azione per il clima

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) del 2021 è riuscita a convincere 197 paesi ad allinearsi al patto per il clima ma si prevede che anche questi nuovi impegni mancheranno l'obiettivo di 1,5°C stabilito nel 2016.

La crisi economica creata dalla pandemia rischia di ritardare gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico incoraggiando i paesi a dare la priorità alle misure a breve termine per ripristinare la crescita economica, indipendentemente dal loro impatto sul clima, rispetto al perseguimento di transizioni verdi.

Il Brasile, ad esempio, la deforestazione in Amazzonia ha raggiunto il massimo degli ultimi 15 anni a causa della recessione indotta dalla pandemia.

Il cambiamento climatico continua ad essere percepito come la minaccia più grave per l'umanità.

Gli esperti valutano il "fallimento dell'azione per il clima" come il rischio potenzialmente in grado di infliggere il maggior danno su scala globale nel prossimo decennio.

Digitalizzazione sicura

Il COVID-19 ha stimolato un balzo nella digitalizzazione, ma in misura variabile tra i paesi.

Mentre il passaggio all'iperconnettività ha reso alcuni paesi più competitivi, altri potrebbero rimanere bloccati in un'economia analogica pre-pandemia.

Lo spazio come nuova frontiera della divergenza

Un ritorno dal passato?

Lo spazio come nuova frontiera della divergenza

Lo spazio è un'altra area in cui le divergenze globali rischiano di complicare la collaborazione necessaria per gestire lo sviluppo di un bene comune.

La concorrenza nello spazio è in aumento ed è una preoccupazione crescente per i principali eserciti del mondo, come dimostrano i recenti test antisatellitari (ASAT) e le armi ipersoniche. Traiettorie economiche e tecnologiche disparate rischiano di impedire a molti paesi di accedere alle opportunità che lo spazio offre.

Nel frattempo, la maggiore partecipazione del settore privato allo spazio e un maggiore rischio di congestione stanno creando nuove sfide per la governance spaziale. Tuttavia, c'è ancora tempo perché i paesi si uniscano per garantire vantaggi comuni e una gestione sostenibile di quella che dovrebbe essere una risorsa universale.

 

World Economic Forum, The Global Risk Report 2022

 

 



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