La conquista di Trieste da parte romana nel 178 a.C. è descritta da una leggenda.
I Romani conquistano Tergeste nel 178 a.C. La leggenda di Monte Muliano
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Il territorio dove attualmente sorge la città di Trieste e il suo retroterra carsico divennero sede stabile dell'uomo durante il Neolitico.
Tergeste diventa romana
I fatti che precedono l'invasione romana del territorio ricordano gli Istri e la loro alleanza con Demetrio di Faro (Lèsina) contro Roma, che condusse ad una prima azione militare da parte dei romani (220 a.C.). Non si hanno notizie se a questa battaglia, nelle file degli Istri, abbiano partecipato anche gli abitanti dell'antica Tergeste.
Nel 183 a.C., Roma iniziò una seconda campagna contro gli Istri, da sempre alleati dei loro nemici e costante minaccia dei territori conquistati. La guerra del 183 venne interrotta per ragioni politiche, ma riprese due anni più tardi quando gli Istri cercarono di ostacolare la costituzione della colonia aquileiense. I tergestini a quel tempo erano governati dal re degli Istri Aipulone o Epulone, o Regulus Aepulus, come dice Tito Livio.
Furono i Veneti a chiedere a Roma aiuto contro il comune nemico, il popolo degli Istri, dedito alla pirateria e al saccheggio.
I Romani nel 181 a.C. fondarono la strategica colonia di Aquileia, base per la guerra contro gli Istri che, dopo aver sottoscritto un concordato con Roma, dimostrarono ben presto di non volervi tener fede.
Nel 178 a.C. il console Aulo Manlio Vulsone, ricevuto il proconsolato della Gallia, intraprese, senza l'autorizzazione del Senato, una nuova guerra contro le popolazioni dell'Istria, a protezione anche della nuova colonia di Aquileia. Aveva come alleato Catmelo, re dei Taurisci, che secondo Plinio il Vecchio sarebbero i Norici, forte di 3.000 armati.
Nella battaglia che ne seguì venne sconfitta la seconda legione del pretore Strabone.
Gli Istri sferrarono l'attacco la mattina presto, quando era ancora buio, gettando nel panico i soldati romani che, colti di sorpresa, si misero in fuga.
Rimasero nel campo solo 600 uomini, il pretore e gli ufficiali, che vennero travolti e trucidati.
Gli Istri, dopo la vittoria, avendo trovato nel campo viveri e vino, si misero a banchettare e a ubriacarsi.
Questo consentì ai Romani di riorganizzarsi e di sferrare un micidiale contrattacco dopo qualche ora, gli Istri sopravvissuti si ritirarono disperdendosi nei vari villaggi.
La leggenda del Monte Muliano
Stando a questa leggenda, Trieste si chiamava Monte Muliano. I suoi abitanti erano rispettati e temuti ovunque perché erano uomini saggi, fieri e valorosi.
Si racconta che i Romani avessero chiesto agli uomini di Monte Muliano di riconoscere l’impero romano.
Gli uomini, riunitisi in Consiglio, commentarono che loro erano di origine troiana, popolazione di grande potenza e che godevano, sin da tempi antichi, della libertà. Altri affermarono che era meglio morire che piegarsi al potere romano.
Al termine risposero: non è lecito ed onesto che il padre si umilii al figlio (intendendo che il padre era il popolo di Monte Muliano, più vecchio del popolo romano). La risposta fu inviata ai Romani, i quali decisero che la gente di Monte Muliano era feroce ed era necessario dominarli.
I Romani riunirono un grosso esercito. La gente di Monte Muliano, quando venne a sapere che si stava avvicinando l’esercito romano, ne formò uno di 15000 soldati che si nascose nelle foreste presenti nella zona di Sistiana attendendo l’arrivo dei Romani. L’esercito romano fu colto alla sprovvista e fu disperso.
Quando a Roma si venne a sapere della disfatta, il Senato ordinò di mandare un nuovo esercito.
La gente di Monte Muliano, sapendo che sarebbero stati attaccati da un esercito ancora più numeroso, decisero di abbandonare il loro paese ed emigrare verso l’attuale Germania. In realtà raggiunsero un fiume detto Lubianiza, dove si accamparono e ritrovarono la forza. In questo luogo iniziarono a costruire le proprie abitazioni.
Nel frattempo, l’esercito romano arrivò a Monte Muliano trovando le case chiuse e disabitate. Il comandante romano si meravigliò del comportamento di questo popolo, in quanto si era rivelato popolo di onore e di valore. In nome del Senato, il capitano decise di inviare tre cavalieri a cercare questa gente per consegnare la patente di libertà e franchigia con il sigillo romano.
Ritrovata la popolazione, l’impero romano chiese loro di tornare nelle proprie case abbandonate promettendogli libertà a loro e ai loro figli, nipoti e a quanti verranno dopo di loro. Grazie a queste promesse quasi tutti ritornarono a Monte Muliano ma alcuni di loro decisero di rimanere nella terra appena conquistata: Lubiana.
Nel 178 a.C. Trieste diventa romana. Sotto i Romani, Monte Muliano cambiò nome e divenne Tergeste. Dopo 33 anni fu eretto un presidio romano per contrastare le incursioni dei popoli della Schiavonia e per tenere sotto controllo l’Istria.
L'accampamento romano
Se un tempo si pensava che la Tergeste romana fosse sorta sul colle di San Giusto, in un'area che offrisse riparo dal vento, nel 2013, grazie a un radar ottico chiamato lidar (light detection and ranging), montato su un aeroplano, e a un georadar per lo studio del paesaggio, sono emersi dei nuovi insediamenti situati tra Montedoro e la baia di Muggia, porto naturale.
La scoperta, che ha portato alla luce un accampamento romano con due castrum minori risalenti al 180 a.C., si deve all'archeologo Federico Bernardini dell'Istituto Internazionale di Fisica Teoretica Abdus Salam di Trieste e del Museo Storico della Fisica e Centro di Studi e Ricerche Enrico Fermi a Roma. Annunciata sulla rivista dell'Accademia di Scienze degli Stati Uniti (Pnas), il ritrovamento avrebbe quindi portato alla luce la "prima" Tergeste romana.
Il fortilizio romano, con un grande campo centrale (San Rocco), era affiancato da due fortificazioni minori. I più antichi ritrovamenti archeologici, tra cui un'anfora greco-italica prodotto nel Lazio o in Campania, forniscono una cronologia relativa per la prima installazione delle strutture tra la fine del III secolo a.C. e i primi decenni del II secolo a.C. mentre altri materiali, come le anfore Lamboglia e un chiodo militare per calzature, indicano almeno la metà del I secolo a.C.
I siti risalgono alla conquista romana della penisola istriana nel 178-177 a.C. e furono in uso, forse non continuativamente, almeno fino alla fondazione di Tergeste, a metà del I secolo a.C. Il sito di San Rocco, con le sue eccezionali dimensioni e le imponenti fortificazioni, è la principale testimonianza romana nota del triestino in questa fase e potrebbe corrispondere alla localizzazione del primo insediamento di Tergeste prima della fondazione della colonia.
L'Interesse dei Romani per la Conquista e il Controllo di Trieste
L'interesse dei Romani per la conquista e il controllo di Trieste (conosciuta allora come Tergeste) non era casuale, ma dettato da precise motivazioni strategiche e geografiche. Questa zona, situata sulla costa adriatica, era di grande importanza per l'Impero Romano per una serie di ragioni che spaziavano dalla sicurezza delle rotte commerciali alle risorse naturali.
Una delle principali ragioni per cui i Romani erano interessati a Trieste era la sua posizione geografica strategica. Situata sulla costa adriatica, Trieste permetteva ai Romani di controllare le rotte marittime cruciali per il commercio e la comunicazione con le province orientali dell'Impero. Questa posizione consentiva di monitorare e proteggere il traffico marittimo da potenziali minacce, come i pirati Istri, che infestavano la regione e rappresentavano un costante pericolo per i commerci.
Inoltre, la zona di Trieste era ricca di risorse naturali, ad esempio il legname.
Trieste serviva anche come nodo cruciale per le vie di comunicazione terrestri e marittime. I Romani costruirono una vasta rete di strade che collegavano Trieste ad altre importanti città e province, facilitando il rapido movimento di truppe, merci e informazioni
Pietro Kandler, Storia Cronografica di Trieste, 1863
Romano impero.com, TERGESTE - TRIESTE (Friuli Venezia Giulia)
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