Ida Baccini (1850-1911), scrittrice italiana, è stata insegnante di scuola elementare. Tra i suoi scritti è compreso anche “Lezioni e racconti per i bambini”. Tra i racconti troviamo la lezione su sughero.

 

 

 Il sughero.



     Alduccio era stato buono tutta la settimana: e siccome il sabato compiva i sett'anni, la sua zia gli fece un regalino, sospirato da mesi e mesi: una vaschettina di cristallo con due pesciolini rossi.

Non è a dirsi la contentezza di Aldo: vi basti ch'ei non lasciava un minuto i suoi nuovi ospiti, e che se non fosse stato per un riguardo alle loro abitudini, se li sarebbe perfino portati a dormire con sè.
     Chi non s'è provato, almeno una volta in vita sua, a buttar qualche minuzzolo di pane a quegli animaletti? Chi non s'è divertito a vederli guizzare, sparire e ritornare a galla in un minuto? Cesarino, fratello minore di Aldo, non si contentava di guardarli: avrebbe voluto anche stuzzicarli, e un giorno, colto il momento che Aldo non badava alla vaschettina, vi buttò dentro un tappo.
     - Zia, esclamò Aldo impaurito, mi fai il piacere di dare uno scapaccione a Cesarino? Dà noia ai pesci!
     - Che cosa è avvenuto? chiese la zia premurosamente.
     - Ha buttato loro addosso un tappo..... Ma guarda! Questa è curiosa! Perché il tappo non va a fondo?

 - Perchè il tappo è di sughero, bambino mio: e il sughero resta sempre a galla.

- Che cos'è il sughero?

- Il sughero è la scorza o corteccia d'un albero, di una specie di quercie, il cui legno, come vedi, è leggerissimo.

- È certo, disse Aldo il quale pensò subito alle barchette, che il sughero, essendo legno, deve galleggiare sull'acqua. Ma come fanno gli uomini a levare il sughero dall'albero?

- Con un'ascia bene acuminata, gli operai praticano nell'albero un'incisione verticale (dall'alto in basso) avendo somma cura di non offendere una seconda corteccia verde, che si trova sotto il sughero e che più tardi, dopo dieci o quindici anni, diventerà sughero anch'essa.

Quando l'albero è molto grosso, l'operaio vi pratica parecchie incisioni verticali per non rompere la striscia di sughero che sta levando.

Poi fa altri tagli circolari, distanti l'uno dall'altro circa un metro, e quindi, insieme ad un altro operaio, solleva la scorza con precauzione, servendosi dell'altra estremità dell'ascia, assottigliata a tal'uopo.

 - Ed è di quella scorza, zia, che si fanno i tappi?

- Sì, ma non tutta la corteccia può servire a far tappi: alcuni pezzi, per esser troppo scabrosi e ineguali, non possono venir lavorati. Quando il sughero è stato scalzato dall'albero, dev'essere immerso per qualche minuto nell'acqua bollente, la quale lo rende pieghevole, liscio e atto alla fabbricazione dei diversi oggetti.

 Il primo strato di sughero è meno pregiato in commercio a causa della sua irregolarità e viene impiegato per gli usi marittimi.

 Del sughero di migliori qualità si fanno tappi da bottiglie, boccette, vasi e boccali: e riunendone diverse strisce sopra un tessuto molto consistente, si fanno le cinture, come quella che ti mette la mamma quando fai il bagno; quella cintura ti sostiene sull'acqua e ti agevola l'apprendimento del nuoto.

 - È proprio vero che il sughero sta a galla: ma io vorrei sapere perchè ci sta!

 - Va a prendere un mezzo bicchiere d'acqua e raccatta alcuni sassolini nell'orto: vieni ora da me e stai attento: Io butto nel bicchiere un sassolino o due: vedi nulla? No; buttiamocene una manata: che cosa avviene?

- Avviene che l'acqua sale sale, fino all'orlo del bicchiere.

- Lo sai il perchè?

 - No.

- I sassi, essendo più pesi dell'acqua, l'hanno scacciata dal luogo che occupava in fondo al bicchiere e l'acqua è stata respinta fino all'orlo. Se noi seguitassimo a buttar sassi, l'acqua, sempre maggiormente spostata, finirebbe col dar di fuori, e il bicchiere non conterrebbe più che sassi.

- Ora intendo, disse Aldo; i sassi sono più forti dell'acqua e la mandano via: l'acqua poi, alla sua volta, è più forte del sughero e manda via lui. Sarebbe come io, che sono più forte di Cesarino, gli dessi una spinta e lo mandassi via.

- Forte non è la parola da usarsi. L'acqua non è più forte del sughero: è più pesa. Tu, poi, sei di fatto più forte di tuo fratello e in questo caso la tua forza produrrebbe sopra Cesarino lo stesso effetto del peso dell'acqua sul sughero, poichè anche il peso è una forza. –

Così ebbe fine la lezioncina sul sughero. Io spero che voi, care bambine, sarete in grado di ripetermela. L'Ernestina si alzi e cominci.

 

 

 

 

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