Le foreste di sughero, dette “sugherete”, costituiscono un habitat ideale per diverse varietà di animali e diverse specie di volatili.

 

 

La quercia da sughero è una pianta imponente con una chioma folta e sempreverde, che affonda le sue radici a profondità insospettabili permettendole di adattarsi alla siccità e, grazie alla composizione della sua corteccia ignifuga, resiste agli incendi.

La sughera (Quercus suber L.) è una specie sempreverde della famiglia delle Fagaceae. Originaria dell'Europa sud-occidentale e dell'Africa nord-occidentale è da tempi remoti naturalizzata e spontanea in tutto il bacino occidentale del mar Mediterraneo.

La sughera ha un portamento arboreo e può raggiungere i 20 metri di altezza. La quercia ha una vita media di 250-300 anni che però diminuisce negli esemplari sfruttati nell’estrazione del sughero. La caratteristica più evidente di questa specie è il notevole sviluppo in spessore del ritidoma (ossia la parte più esterna della corteccia), che non si distacca formando un rivestimento suberoso detto sughero.

Il sughero si presenta di colore grigio-rossastro nei rami di alcuni anni d'età, dapprima con screpolature grigio-chiare, poi sempre più larghe e irregolari a causa della trazione tangenziale provocata dall'accrescimento in diametro del fusto. Dopo diversi anni il sughero forma una copertura irregolare e spugnosa di colore grigio, detta comunemente sugherone o sughero maschio. Dopo la rimozione del sughero maschio, il fellogeno produce ogni anno nuovi strati di tessuto suberoso che formano un rivestimento più compatto e più regolare, detto sughero femmina o gentile, con una fitta screpolatura prevalentemente longitudinale e meno profonda. L'anno in cui viene rimosso il sughero, il fusto ha un marcato colore rosso-mattone che nel tempo vira al rosso-bruno fino al bruno scuro quando il sughero femmina ha già raggiunto uno spessore significativo.

 

Le foreste di sughero, dette “sugherete”, costituiscono un habitat ideale per diverse varietà di animali e diverse specie di volatili, sono, infatti uno dei migliori esempi di biodiversità mediterranea, ambientale ed ecologica e hanno un ruolo molto importante per la lotta al depauperamento e alla desertificazione a favore dello sviluppo sostenibile.

La diversità vegetale possono raggiungere 135 specie ogni metro quadrato; molti hanno valore aromatico, culinario o medicinale. Le sugherete possono contenere più di 30 diverse felci, alcune delle quali molto rare ed una microflora costituita da molte specie di funghi. Il sottobosco fertile è denso di eriche, leguminose e erbe aromatiche.

Le sugherete ospitano anche una ricca varietà di animali, tra cui ragni, rospi, gechi, scinchi, vipere, manguste, gatti selvatici, caprioli, cinghiali, cervi e Barbary genets. Milioni e milioni di uccelli che svernano nelle sugherete che provengono dal nord Europa, tra cui gru comune, cicogne, avvoltoi, poiane, aquile.

Le sugherete forniscono un servizio ecologico cruciale. Gli alberi proteggono il suolo dall'erosione del vento e dell’acqua aumentando la velocità con cui l'acqua piovana viene assorbita. La quercia da sughero è un negozio di carbonio, aiuta la riduzione dei gas a effetto serra nell'atmosfera, soprattutto nei primi anni della loro vita in cui crescono in fretta. Ad esempio in Spagna, le foreste andaluse incamerano più di 150 milioni di tonnellate di anidride carbonica, di cui la quercia da sughero ne archivia quasi l’11 per cento.

 

Le sugherete sono uno spazio forestale difficilmente classificabile come vero e proprio bosco; costituisce perciò una formazione caratteristica che vanta una denominazione concreta nella Penisola Iberica: la "dehesa" spagnola e il "montado" portoghese.

La sughereta è un bosco essenzialmente del mediterraneo occidentale. I suoi popolamenti forestali si estendono a nord e a sud di questo mare, attraverso 7 paesi con delle realtà sociali e economiche molto diverse: Portogallo, Spagna, Algeria, Marocco, Tunisia, Francia e Italia.

 

Attualmente si conservano a livello mondiale circa 2,5 milioni di ettari di sugherete. La percentuale di foreste che non vengono sfruttate è molto variabile e oscilla tra il 10% in Spagna e Portogallo e l' 80% in Algeria, passando per paesi come il Marocco con un 45% di superficie coperta da sugherete non utilizzate. Circa 225.000 si trovano in Italia, per il 90% nelle regioni della Sardegna e per la restante parte in Sicilia, Calabria, Lazio, Toscana e Campania.

Negli anni sono scomparse circa 10 milioni di ettari, trasformando le formazioni originarie in coltivazioni agricole, terreni da pascolo, macchie e riforestazioni.

 

 

 

Le sugherete sono presenti in natura solo in sette paesi mediterranei (Algeria, Francia, Italia,
Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia). Queste foreste sono apprezzate principalmente come una fonte di materia prima per produrre tappi di sughero, le spina dorsale dell'economia del sughero. Il sughero è utilizzato anche nel settore edile come materiale per l’isolamento termico e acustico.

Tuttavia, la rilevanza sociale delle foreste di querce da sughero va ben al di là dell’industria del sughero.

Sono coinvolti una vasta gamma di altri prodotti forestali non legnosi come il pascolo, produzione di miele, funghi, ghiande, bacche, piante officinali e aromatiche.

Le sugherete forniscono una vasta gamma di servizi ambientali, tra cui la conservazione della biodiversità, conservazione del suolo, la prevenzione agli incendi, contrasto alla desertificazione, fissazione del carbonio.

Purtroppo le foreste sono colpite dal degrado dovuto soprattutto a motivi di mercato: il calo del mercato mondiale del sughero è legato:

- al decrescente utilizzo dei tappi in conseguenza del crescente uso di tappi sintetici,

- ad una cattiva amministrazione,

- mancanza di investimenti

- uno sfruttamento eccessivo della risorsa con il pascolo

- al cambiamento climatico.

Le foreste di querce da sughero supportano uno dei più alti livelli di biodiversità tra gli habitat forestali

 

 

 

 

 

 

 

 

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