L’energia idroelettrica è una forma di energia rinnovabile e pulita

L’energia idroelettrica è una forma di energia rinnovabile e pulita che viene prodotta sfruttando il movimento di grandi masse d'acqua

Che cos’è l’energia idroelettrica?

Forma di energia rinnovabile e pulita che viene prodotta sfruttando grandi masse d'acqua movimentate dalla gravità o convogliate in dighe, chiuse, canali e ponti.

L'acqua in caduta o in movimento produce energia cinetica, la quale a sua volta viene trasformata in energia elettrica grazie ad appositi impianti muniti di turbine e alternatore.

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Schema di una centrale idroelettrica. Clicca sull’immagine per ingrandire

La produzione globale di energia idroelettrica è aumentata dell'1,5% nel 2020 per raggiungere una stima di 4.370 TWh, pari a circa il 16,8% della produzione totale di elettricità nel mondo.

Tra le fonti rinnovabili, l'energia idroelettrica costituisce a livello italiano la principale energia alternativa ai combustibili fossili, producendo oltre il 40% delle energie rinnovabili necessarie al Paese.

Concentrata in Lombardia, Piemonte e Trentino, la produzione idroelettrica italiana è compresa tra 35.000 e 50.000 GWh annui e vede coinvolti oltre 15.000 addetti e 4.300 impianti.

Guardando oltreconfine, l'Asia guida la classifica dei maggiori produttori mondiali di energia idroelettrica.

Nel 2020, il mercato idroelettrico globale è cresciuto, dove la Cina è stata la maggior responsabile di questo aumento.  

Non da meno sono alcuni Paesi europei: in Svizzera, Austria, Islanda e Svezia, l'energia idroelettrica si conferma la principale fonte energetica e in Norvegia addirittura il 99% dell'energia prodotta è idroelettrica.

L’energia idroelettrica tra pro e contro

L'energia idroelettrica è una delle forme più pulite di approvvigionamento energetico, con un tasso di rinnovabilità potenzialmente infinito in quanto le precipitazioni assicurano la disponibilità e la gratuità della materia.

Significativo è anche il contenimento dei costi legati ad un processo produttivo con spese di manutenzioni e funzionamento molto vantaggiose, al pari di quanto avviene con altre fonti rinnovabili come l'energia eolica.

Purtroppo l'investimento iniziale per la costruzione di un impianto idroelettrico è tutt'altro che irrisorio e può dare luogo a deturpazioni dell'ambiente e disboscamenti in paesaggi montani.

Impatto ambientale delle dighe.

Una diga è una barriera costruita dall'uomo su un corso d'acqua. Di solito limita il flusso naturale di acqua e la barriera crea un lago artificiale noto come riserva.

Ci sono vari scopi per la creazione di dighe, tra cui la produzione di energia idroelettrica, la prevenzione di inondazioni e gli scopi di irrigazione. La creazione di dighe e bacini idrici ha molti vantaggi economici ma queste barriere create dall'uomo possono avere diversi impatti negativi sull'ambiente.

Alcuni studi hanno collegato le dighe e i loro bacini al riscaldamento globale. Gli studi hanno dimostrato che le inondazioni nelle dighe immergono la vegetazione esistente che nel tempo decade e produce gas metano che è classificato tra i gas serra più dannosi.

Uno degli scopi della costruzione delle dighe è di controllare le inondazioni durante la stagione delle piogge. Tuttavia, questo è stato criticato da diversi ambientalisti e scienziati che sostengono che le inondazioni naturali osservate a valle sono spesso necessarie per gli ecosistemi. Un esempio comunemente dato è il Delta dell'Okavango in Africa, che fa affidamento sulle inondazioni stagionali.

Durante la costruzione di dighe in passato, la geologia dell'area veniva raramente o mai presa in considerazione. L'improvviso riempimento di serbatoi con milioni di litri d'acqua ha causato instabilità sismica.

Il disastro del Vajont

Il disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell'omonima valle (al confine tra Friuli e Veneto), quando una frana precipitò dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino alpino realizzato con l'omonima diga. La frana provocò la tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso. Il primo effetto fu il dilavamento delle sponde del lago coinvolgendo Erto e Casso ossia ipaesi vicini alla riva del lago dopo la costruzione della diga. Il superamento della diga da parte dell'onda generata provocò l'inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone.

Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico.

Dopo la costruzione della diga si scoprì infatti che i versanti avevano caratteristiche morfologiche tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico.

 

 

REN21, Renewables Global Status Report 

Energia idroelettrica

Qual È L'Impatto Ambientale Di Dighe E Bacini Idrici?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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