Il bosco del Bovedo è un bosco sul mare, che sale da Trieste verso l'altipiano carsico, che per i contenuti naturalistici merita una tutela particolare.
E' un bosco sul mare, che sale da Trieste verso l'altipiano carsico, che per i contenuti naturalistici merita una tutela particolare. Questo sito è unico non tanto per il numero delle specie presenti quanto per una particolarissima associazione vegetale/animale. Nonostante ricada nelle Zone di protezione speciale (ZPS) istituite dall'Unione europea, e sia attualmente tutelata dal Piano regolatore, un progetto comunale per un'inutile ovovia minaccia la sua integrità. Arpa e Soprintendenza per il Pnrr danno parere negativo: “Nessuna prova che porti benefici ambientali”
#bosco, #bovedo, #trieste, #ovovia, #arpa, #ministero, #natura2000
Caratteristiche del Bosco del Bovedo
E' un bosco sul mare, che sale da Trieste verso l'altipiano carsico.
Il bosco Bovedo è il più evoluto bosco con rovere dominante (del Carso triestino, formatosi su antichi terrazzamenti, che non è stato mai tagliato da più di 80 anni ed ha potuto così crescere in modo naturale. Si tratta di un bosco maturo, sviluppatosi su terreni profondi. Il rovereto è in contatto con il sovrastante bosco a roverella dei suoli carbonatici.
Questo sito è unico non tanto per il numero delle specie presenti quanto per una particolarissima associazione vegetale/animale.
Qui convivono specie provenienti da tre diversi habitat: il rovere di Slavonia tipico della flora balcanica, l’erica alpina che è catalogato fra la flora europea e il cisto femmina, un arbusto caratteristico della macchia mediterranea. In quest’area troviamo anche la salvia e il leccio, mentre fra gli animali c’è da segnalare la presenza della salamandra pezzata.
Il Bovedo comprende tre aree distinte. Sotto la strada Napoleonica si sviluppa il Bosco della salvia, caratterizzato dai calcari e da una flora di tipo Mediterraneo. Nel vallone freddo e umido di fondo valle continua a scorrere, in tempi di forte umidità, il rio Castisino, e la vegetazione comprende ancora il castagno e altri alberi di alto fusto. Qui nidifica il pettirosso, specie rara in riva al mare. L'ultima zona è davvero preziosa. Argille e acqua copiosa favoriscono la crescita di un raro bosco composto quasi esclusivamente da rovere, circondato da erica selvatica. Nel Kontovo vive oltre una cinquantina di specie di uccelli, e almeno dodici tra rettili e anfibi. E ancora numerosi piccoli mammiferi, ma soprattutto caprioli e cinghiali che si abbeverano a un piccolo specchio d'acqua.
“Nonostante ricada nelle Zone di protezione speciale (ZPS) istituite dall'Unione europea, e sia attualmente tutelata dal Piano regolatore, un progetto per un'inutile ovovia minaccia la sua integrità” (da FAI – fondo ambiente.it)
Il comprensorio del Bosco “Bovedo”, nell’ambito del comune di Trieste, rappresenta un’area periurbana di grande valenza ecologica e costituisce un habitat di rilevante interesse naturalistico, individuato, ai sensi della Direttiva Habitat 92/43 CEE, con la ZPS (Zona a protezione Speciale) codice IT33400002 Aree Carsiche della Venezia Giulia e la ZSC (Zona Speciale di Conservazione) IT3341006 Carso Triestino e Goriziano, quindi siti facenti parte della Rete Natura 2000. Il “Bovedo” inoltre rientra tra i Boschi Regionali di Rilevanza Faunistica (denominato “P2 Querceto Termofilo sotto Monte Grisa”) per l’importante presenza di popolazioni animali, di cui ben 4 specie di uccelli nidificanti di Allegato I Direttiva Uccelli 2009/147/CE.
Che cos’è un querceto termofilo?
Il querceto termofilo è definito come un bosco di roverella dominante, anche rado, caratterizzato da alcune specie di sempreverdi di sottobosco, tipico di aree collinari calde, su rocce prevalentemente calcaree miste
Si dice pianta termofila una specie vegetale adattata a vivere in ambienti caldi o temperato-caldi.
Sono piante che non disdegnano le alte temperature, il secco, l’assenza di piogge continue o le cosiddette “bombe d’acqua” che scaricano tanta pioggia concentrata in brevi episodi alternati al nulla per giorni e giorni.
In un’epoca di cambiamenti climatici e di riscaldamento globale, questi ambienti stanno diventando necessari per la tutela del territorio.
Tutelare un bosco termofilo significa essere resilienti
|
Cosa sono le zone a protezione speciale?
Le zone di protezione speciale (ZPS) sono zone di protezione poste lungo le rotte di migrazione dell'avifauna, finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione di idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori.
Tali aree sono state individuate dagli stati membri dell'Unione europea (Direttiva 79/409/CEE nota come Direttiva Uccelli) e assieme alle zone speciali di conservazione costituiscono la Rete Natura 2000. Tutti i piani o progetti che possano avere incidenze significative sui siti e che non siano non direttamente connessi e necessari alla loro gestione devono essere assoggettati alla procedura di valutazione di incidenza ambientale.
Due pesanti bocciature al progetto di cabinovia Trieste-Opicina
19 maggio 2023. Arrivano due pesanti bocciature al progetto di cabinovia Trieste-Opicina, finanziato con fondi Pnrr e fortemente voluto dalla giunta di centrodestra guidata. A esprimersi contro l’opera sono state infatti l’Arpa e la Soprintendenza speciale per il Pnrr del ministero della Cultura che si sono pronunciate sulla Valutazione Ambientale Strategica.
Nella relazione della soprintendenza ad hoc del ministero si legge che “il rapporto più che mai incerto tra i benefici ambientali introdotti dall’opera a fronte dei certi effetti negativi diretti e indiretti che l’opera produrrà sull’ambiente e sul contesto paesaggistico circostante non consentono l’emissione di un parere positivo”.
Il documento osserva che “costituiscono un motivo ostativo” due questioni irrisolte: il sorvolo con l’impianto a fune di due zone protette ZPS/SIC, “vietato dalla normativa di settore nazionale e regionale”, e “l’incompatibilità” delle stazioni Porto Vecchio e Trieste.
A rincarare la dose è arrivato il parere contrario dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia. L’ente ha fatto notare, infatti, come “non siano stati forniti elementi sufficienti ad attestare ‘conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente’ derivati dalla realizzazione dell’opera”. Bisogna ricordare che il decreto ministeriale 17/10/2007 tutela infatti le zone “Natura 2000” come quelle interessate dal progetto, vietando la costruzione di nuovi impianti di risalita a fune. Al divieto si può andare in deroga “per ragioni connesse alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente” ma – osserva la Regione – “nella documentazione fornita i dati e le stime effettuate non consentono di ritenere sussistenti tali condizioni”.
Secondo l’ARPA la quantità di emissioni evitate “risulterebbe inferiore a quella stimata”. Rispetto alle emissioni totali a livello comunale si avrebbero dei benefici “di appena lo 0,1%-0,25%”, aggiunge l’Arpa, che osserva inoltre come i calcoli si basino sul parco veicolare del 2019 e che la tendenza futura è quella di avere autovetture meno impattanti, riducendo ulteriormente il valore stimato. Inoltre nelle sue stime il Comune “non prende in considerazione la quantità di CO2 emessa per la realizzazione dell’opera e il suo funzionamento”, mentre anche il fenomeno del vento forte – a Trieste tutt’altro che raro e che comporterà l’inevitabile fermo dell’impianto – “potrebbe influire significativamente sulla stima delle emissioni evitate”.
Flora e fauna: alcune specie presenti
La specie floristica più interessante e meritevole di protezione assoluta è senz’altro il Cistus salviifolius, che a Barcola Bovedo costituisce l’unica presenza per tutta la regione Friuli Venezia Giulia ed è, in senso assoluto, la stazione più settentrionale di tutto il bacino adriatico
Il bosco Bovedo rientra tra i Boschi Regionali di Rilevanza Faunistica (denominato “P2 Querceto Termofilo sotto Monte Grisa) per la rilevante presenza di uccelli.
Gli studi compiuti nell’area hanno evidenziato la cospicua presenza di 79 specie di uccelli tra nidificanti e svernanti
In definitiva si tratta di un bosco, a quel che ne sappiamo, unico al mondo, dove il Rovere cresce naturalmente su dei colli costieri di arenaria, con un sottobosco nel quale fioriscono assieme il Brugo atlantico, l’Erica alpina e il Cisto mediterraneo.
Testuggine di Hermann (Testudo hermanni)
Specie prossimo alla minaccia. La testuggine di Hermann è una specie mediterranea centro settentrionale-balcanica, diffusa lungo i territori costieri dell’Europa mediterranea (Penisola Iberica settentrionale, Francia meridionale, Italia), in varie isole mediterranee, nei Balcani a sud-est del Danubio fino alla Turchia europea
La T. hermanni corre il rischio di scomparire dall'ambiente naturale soprattutto per fattori antropogenici quali l'agricoltura meccanizzata e l'uso dei fitofarmaci, il traffico automobilistico, gli incendi, la distruzione dell'ambiente naturale e l'urbanizzazione, la cattura illegale e la predazione da parte di animali selvatici
Questa specie animale è stata inserita nella Red List delle specie minacciate di estinzione, come tutti i rettili del genere Testudo, ed è protetta dalla Convenzione di Berna
La testuggine di Hermann e il suo areale (clicca sull’immagine per ingrandire). (Fonte: IUCN Red List)
Il picchio rosso mezzano (Leiopicus medius)
La specie è ristretta al bosco maturo di latifoglie. Predilige un misto di quercia ( Quercus ), da cui dipende in gran parte del suo areale, e di carpino ( Carpinus) nella foresta primordiale. Il nido viene scavato sia dal maschio che dalla femmina nel tronco o in un ramo più grande di un albero deciduo. La specie non è migratrice.
Il picchio rosso mezzano è distribuito in Eurasia; in Italia nidifica sulle montagne meridionali, in boschi di latifoglie. In Calabria, nei boschi della Sila, è situato il limite estremo meridionale per la riproduzione di questa specie. Il Picchio rosso mezzano è presente nell’Italia settentrionale solo nella provincia di Trieste con un numero esiguo di coppie nidificanti finora documentate di cui una nel bosco Bovedo.
Il picchio rosso mezzano e il suo areale (clicca sull’immagine per ingrandire). (Fonte: IUCN Red List)
Cistus salvifolius
La specie floristica meritevole di protezione assoluta è il Cistus salviifolius, che a Barcola Bovedo costituisce l’unica presenza per tutta la regione Friuli Venezia Giulia ed è la stazione più settentrionale di tutto il bacino adriatico.
Riferimenti
FAI, il Bosco del Bovedo
Dossier tecnico: Le ragioni del no all’ovovia
Il fatto quotidiano, Un’ovovia a Trieste? Arpa e Soprintendenza per il Pnrr danno parere negativo: “Nessuna prova che porti benefici ambientali”
Lega Ambiente, Visita al Bosco Bovedo
Articoli correlati