Il Tîr des Cidulis (o Cidulas o ancora Cidules ) è un antica tradizione della Carnia di probabile origine celtica ma che ha luogo in molte altre località alpine. 

Il Tîr des Cidulis (o Cidulas o ancora Cidules ) è un antica tradizione della Carnia di probabile origine celtica ma che ha luogo in molte altre località alpine. 

#celti, #carnia

Vi sono testimonianze certe a partire dal 400 d.C. Il rito è probabilmente legato al culto del fuoco del dio Beleno, re del sole. La "cerimonia" consiste nel lancio da un altura di rotelle fatte di legno di faggio o abete infuocate.

Lanciare i dischi infuocati non è soltanto una tradizione della Carnia ma sembra che esistesse anche in Tirolo, in Franconia e in Germania. Nel granducato di Baden i ragazzi accendono, la sera del S. Giovanni, dei dischi di legno e li lanciano dalle colline, facendoli roteare sopra il capo con una canna.

La sera del S. Giovanni corrisponde alla fine del solstizio d’estate.

Gli antichi erano convinti che in questo periodo il Sole si fermasse (sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto) sino al 24 giugno, giorno in cui ”cambia” direzione e ”torna indietro”. Ogni popolazione in era precristiana festeggiava perciò questa data come l'inizio del periodo più luminoso e ricco dell'anno, e ciò dava luogo a cerimonie di ringraziamento verso le divinità e a rituali propiziatori e divinatori della nuova stagione.  La Chiesa poi sostituisce prudentemente questa data pagana con una più ”ufficiale” scegliendo di affidarla a San Giovanni Battista, figura religiosa con un primato unico, di cui parla anche Sant'Agostino intorno al 400 d.C. Il Santo prescelto, infatti, è l'unico nel calendario di cui si celebra la nascita (e non il martirio).

I protagonisti dell'evento sono i ragazzi del luogo detti cidulârs. Secondo tradizione, ogni lancio viene accompagnato da una filastrocca beneaugurante generalmente dedicata ad un amore segreto oppure ad una coppia reale o finanche inventata.

Gli studiosi hanno associato questi dischi o piccole ruote a quelle molto piu grandi che nella stessa sera si facevano rotolare dall' alto, in fiamme (in Alsazia e in Germania). Dischi infuocati sono stati riportati anche in scritti del 1090 in Germania.

Jacob Grimm, in un trattato di mitologia del 1835, aveva messo in relazione i fuochi di S. Giovanni con la festa del sole che si celebrava nella parte meridionale dell’Europa centrale nel solstizio d’estate. Nell’Europa del Nord, invece, questa festa veniva celebrata frequentemente a Pasqua.

Alcuni studiosi tedeschi hanno messo in dubbio la connessione dei fuochi con il culto del sole ma bensì bisogna intenderli come una purificazione dagli spiriti maligni e dalle malattie. Nei paesi celtici era sicuramente un richiamo alla festa del sole  dove il disco infuocato ne era il suo simbolo.

La festa augurava la prosperità della terra e buoni auspici per gli eventi futuri. Infatti, la tradizione voleva che al momento del lancio si gridasse il nome della sposa o dell’innamorata.

La cerimonia ha comunque diverse varianti a seconda della zona in cui viene praticata. In alcuni paesi della Val Degano "lis cidulis" sono diventate un modo per augurare fortuna per l'anno successivo a tutte le coppie del paese e spesso il rito si accompagna ad un ballo organizzato dai cidulârs a cui è invitata tutta la popolazione.

La Chiesa rispettò la data di questa grande festa antica conservandone i riti e permettendo che questi usi giungessero fino ai giorni nostri.

Successivamente il rituale indicava un inizio o fine di un periodo, ossia quando si aveva maggior bisogno di propiziarsi le forze occulte.

Con il passare degli anni, il lancio avviene per la maggior parte dei casi nel periodo del solstizio d’estate ma spesso si sovrappone a tradizioni meno antiche quali il giorno del patrono del paese, i festeggiamenti di capodanno, l'Epifania o la Pasqua. Negli ultimi tempi la cerimonia è stata assai "modernizzata" anche mediante l'utilizzo di fuochi d'artificio.

 

 

La Stampa, Oggi è la notte “magica” di San Giovanni. Ecco le istruzioni per l’uso, 23 giugno 2020

Leicht, Tracce galliche fra i Carni : "lis cidulis ", Memorie storiche forogiuliesi, 1907

Friuli.net

 

 



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