Come le città di frontiera possono affrontare la migrazione

(RDM-AI12_2024)

La migrazione è parte integrante dei processi di urbanizzazione e può essere vissuta come una sfida o come un'opportunità. 

#migrazione

Come una Città Sostenibile Affronta la Migrazione

In un mondo sempre più globalizzato, le città sostenibili si trovano ad affrontare sfide complesse legate alla migrazione. Una gestione efficace della migrazione è essenziale per garantire l'inclusione sociale, la sostenibilità ambientale e la crescita economica.

Uno degli obiettivi principali di una città sostenibile è garantire l'inclusione sociale di tutti i suoi residenti, compresi i migranti. Questo si realizza attraverso diverse iniziative, come l'accesso ai servizi essenziali, la partecipazione comunitaria e il supporto psicologico. Assicurare che i migranti abbiano accesso a sanità, istruzione e alloggi dignitosi è fondamentale per promuovere l'equità e la coesione sociale. Inoltre, programmi di integrazione culturale e linguistica favoriscono la partecipazione attiva dei migranti nella vita comunitaria, contribuendo a creare una società più coesa e inclusiva.

Una gestione sostenibile della migrazione deve considerare anche le opportunità economiche. Facilitare l'accesso dei migranti al mercato del lavoro attraverso programmi di formazione professionale e il riconoscimento delle qualifiche straniere è essenziale per promuovere la crescita economica locale. Le città sostenibili offrono supporto e incentivi per l'avvio di piccole imprese gestite da migranti, contribuendo alla diversificazione economica e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Promuovere l'educazione interculturale è fondamentale per favorire la comprensione e il rispetto reciproco. Le città sostenibili organizzano iniziative educative nelle scuole e eventi culturali che celebrano la diversità e promuovono l'integrazione dei migranti nella società locale.

 

Migrazioni internazionali in Italia

Tra tutte le componenti della dinamica demografica la più difficile e complessa da prevedere sono i movimenti migratori con l’estero. Questo perché gli spostamenti da e verso altri paesi non sono influenzati solo dalle scelte individuali e dalla congiuntura economica, ma anche dalle politiche migratorie dei singoli stati di partenza e di arrivo, e più in generale da fattori geopolitici, il cui impatto a breve e lungo termine non è sempre facile da valutare o prevedere per chi elabora le previsioni.

Saldo migratorio netto con l’estero dell’Italia, anni 2002-2022, e previsioni 2023-2070

La popolazione italiana nei prossimi cinquant’anni è destinata molto probabilmente a declinare. Dai 58,850 milioni stimati dall’Istat al primo gennaio 2023 si passerà ad appena 44 milioni al 2070  secondo le Nazioni Unite o a 53 milioni secondo Eurostat, mentre la quota di over 64 nella popolazione oscilla tra il 33,6% di Eurostat e il 37,4% delle Nazioni Unite. 

La popolazione adulta scenderà di circa dieci punti percentuali tendendo a stabilizzarsi dopo il 2050, per l’uscita delle generazioni molto numerose nate negli anni del baby boom. 

Il declino della popolazione italiana è inevitabile, a meno di saldi immigratori ancora maggiori rispetto a quelli previsti da Eurostat, o di una decisa ripresa della fecondità, che al momento non sembra essere all’orizzonte. Tuttavia, il declino potrebbe essere meno pesante abbinando politiche di sostegno alle nascite a politiche di gestione dei flussi migratori dall’estero che non siano esclusivamente di rigida chiusura, ma di guida e governo degli arrivi.

Migrazione e Crescita Urbana

La migrazione è un fattore centrale nella crescita delle città, sia come opportunità di sviluppo che come sfida. Entro il 2050, si prevede che due terzi della popolazione mondiale vivranno nelle città, con la migrazione che cambierà in modo significativo la demografia e la cultura urbane.

Grandi città in Asia e Africa continueranno a crescere rapidamente, mentre alcune città più piccole in Europa, Nord America e Asia Pacifico potrebbero affrontare un calo della popolazione. Le città diventeranno sempre più multiculturali, accogliendo migranti che contribuiscono alla diversità e alla vivacità culturale.

Le città dovranno affrontare la sfida di fornire servizi adeguati alle popolazioni in crescita, compresi i migranti e i rifugiati. Questo include l'accesso a alloggi, sanità, istruzione e opportunità di lavoro.

Contrariamente all'idea che i migranti siano ai margini della società, spesso aiutano le città a prosperare. Contribuiscono alle relazioni sociali, al rinnovamento urbano e allo sviluppo economico. Tuttavia, la diversità può anche portare tensioni e conflitti che richiedono negoziati tra governo locale, società civile, settore privato e migranti.

La diversità è ora parte integrante della politica urbana, sia in regimi autoritari che in democrazie. Tuttavia, la gestione della diversità urbana può essere selettiva e talvolta discriminatoria, con alcune esperienze cosmopolite e diverse non riconosciute dalle autorità.

La diversità è diventata un tema chiave nella pianificazione e progettazione urbana. Questo concetto si riferisce non solo ai diversi usi di una città (residenziale, commerciale, tempo libero), ma anche alle varie popolazioni che la abitano o la visitano.

In sintesi, la migrazione e la crescita urbana sono strettamente legate, creando sia opportunità che sfide per le città. Una gestione efficace della diversità è essenziale per lo sviluppo sostenibile e inclusivo delle aree urbane.

Città di Confine e Migrazione

Negli ultimi anni, le città sono diventate centrali nelle discussioni su sfollamento e asilo, poiché molti rifugiati e migranti irregolari ora vivono in aree urbane. Le piccole e medie città di confine si trasformano in hub di transito e spazi di accoglienza temporanea per chi cerca nuove opportunità. A causa dei viaggi lunghi e pericolosi, molti migranti restano più a lungo del previsto in questi luoghi, trasformandoli in spazi di accoglienza e integrazione.

Con l'arrivo dei migranti, le città affrontano anche l'espansione di servizi, con l'aiuto di ONG umanitarie, organizzazioni internazionali e società di edilizia privata. Questo porta a cambiamenti fisici, economici e socio-culturali nei quartieri urbani, sia temporanei che permanenti.

Le dinamiche locali, come edilizia abitativa e mezzi di sussistenza, diventano contese a causa dei diversi interessi degli stakeholder coinvolti. Gli attori nella gestione dell'asilo urbano non solo implementano politiche, ma creano anche discorsi locali e interpretano quelli internazionali, trasformando gli spazi urbani.

La presenza di migranti e rifugiati porta anche frizioni tra governi locali e nazionali, e tra iniziative comunitarie e attori statali. Questi conflitti possono politicizzare l'accoglienza dei rifugiati, creando tensioni tra governi e cittadini.

Infine, l'urbanizzazione dell'asilo può portare a cambiamenti dal basso verso l'alto. Quartieri con molti rifugiati vedono nascere case comuni, centri sociali e cucine collettive, grazie alla cooperazione tra rifugiati, organizzazioni umanitarie e gruppi di solidarietà locali.

In sintesi, le città di confine svolgono un ruolo cruciale nell'accoglienza e nell'integrazione dei migranti, affrontando molteplici sfide e trasformazioni lungo il percorso.

Alcuni esempi di intervento

Le città che cercano di accogliere migranti e rifugiati vulnerabili sono una manifestazione contemporanea di solidarietà. Una crescente letteratura ha esaminato tali città in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, il Canada, il Regno Unito, l'Europa continentale, l'Africa, l'Asia e l'America Latina, dove hanno adottato etichette come città santuario, città della solidarietà o città rifugio

la solidarietà tra migranti e rifugiati urbani non è nemmeno limitata alla regione urbana. Ad esempio, la "città rifugio" Barcellona non ha solo supportato migranti e rifugiati a livello locale, ma ha anche istituito una rete nazionale di Refugee Cities e ha svolto un ruolo importante nell'iniziativa Solidarity Cities di Eurocities a supporto dell'accoglienza di migranti e rifugiati locali in tutta Europa.

I quattro "pilastri" della rete comprendono lo scambio di informazioni e conoscenze, la promozione di finanziamenti diretti per le città che ospitano rifugiati, il rafforzamento delle capacità, la condivisione di assistenza tecnologica e finanziaria e gli impegni a ricevere richiedenti asilo trasferiti

Allo stesso modo, in America Latina, il Piano d'azione del Messico del 2004 ha istituito la rete Ciudades Solidarias ("Città della solidarietà") di oltre 50 città, che promuove l'integrazione municipale di migranti e rifugiati in tutta la regione attraverso accordi formali e informali con l'UNHCR

Monaco ha una propria agenda politica di integrazione per l'asilo fin dagli anni '90. La cosiddetta Munich Way in Refugee Policy ( Münchner Weg der Flüchtlingspolitik ) si concentra sulla rapida integrazione di tutti i richiedenti asilo. Questa logica politica differisce dalle politiche di integrazione nazionali o statali che vogliono investire nell'integrazione solo dopo che i migranti hanno ricevuto uno status positivo di protezione umanitaria.

Dal 2000, il Regno Unito ha adottato un sistema di dispersione per l'alloggio dei richiedenti asilo. Dopo un periodo iniziale nei centri di accoglienza temporanei, i richiedenti asilo vengono trasferiti in città in tutto il paese per essere ospitati in attesa di decisioni sulle loro richieste di asilo. Il ruolo normativo della dispersione significa che la posizione e il tipo di alloggio forniti sono su base "senza scelta", e questa mancanza di autonomia è stata sostenuta nel senso che la dispersione serve a marginalizzare e isolare socialmente i richiedenti asilo. Da questo punto di vista, il sistema del Regno Unito presenta delle somiglianze con le politiche di dispersione di numerosi altri paesi europei, con una differenza fondamentale: nel Regno Unito i richiedenti asilo dispersi vengono sistemati tra comunità urbane anziché in strutture di accoglienza segregate.

Glasgow è considerata una città di confine per i richiedenti asilo per diverse ragioni. La città ha una lunga storia di accoglienza e ospitalità verso i migranti, ma negli ultimi anni ha affrontato sfide significative. Molti richiedenti asilo a Glasgow vivono in condizioni precarie, spesso minacciati di sfratto e costretti a dipendere da associazioni di beneficenza per sopravvivere.

Immigrazione, Delinquenza e Integralismo

Il rapporto tra immigrazione, delinquenza e integralismo nelle città europee è complesso e multifattoriale. Ecco alcuni punti chiave:

  • Percezione vs Realtà: Spesso c'è una percezione che l'immigrazione aumenti la criminalità, ma studi dimostrano che non esiste una correlazione diretta tra immigrazione e aumento della delinquenza.
  • Fattori Socioeconomici: La marginalizzazione e la mancanza di opportunità economiche possono portare alcuni migranti a essere coinvolti in attività criminali. Tuttavia, questo è più un riflesso delle condizioni socioeconomiche che dell'immigrazione stessa.
  • Esclusione Sociale: La mancanza di integrazione e l'esclusione sociale possono portare alcuni individui a radicalizzarsi. L'integralismo può essere una risposta alla percezione di ingiustizia o discriminazione.
  • Politiche di Accoglienza: Le politiche di accoglienza e integrazione giocano un ruolo cruciale nel prevenire la radicalizzazione. Politiche inclusive possono ridurre il rischio di integralismo, mentre politiche restrittive possono esacerbare il problema.

Promuovere l'integrazione culturale e sociale dei migranti è essenziale per ridurre le tensioni e prevenire la radicalizzazione. : Fornire opportunità economiche e supporto ai migranti può aiutare a prevenire il coinvolgimento in attività criminali e ridurre il rischio di radicalizzazione.

 

 

Neodemos, Migrazioni internazionali in Italia. Scenari futuri a confronto.

Migration and Cities, Conceptual and Policy Advances, 2024

Bauder, H. (2021). Solidarietà tra migranti e rifugiati urbani oltre i limiti della città. Urban Studies , 58 (16), 3213-3229.

Bazurli, R., & Kaufmann, D. (2023). Politiche di asilo degli insorti nelle città europee: una prospettiva di governance multilivello. Urban Affairs Review , 59 (4), 1129-1159.



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