Cosa dice la scienza sul clima che muta?

 

Il glaciologo Renato Colucci: "Non è mai accaduto dall’inizio del Pliocene, circa 5,3 milioni di anni fa, di vedere valori di CO2 così alti". La Terra era un pianeta interamente tropicale, la Pianura padana un mare e la terraferma era popolata da ippopotami e leoni

Cosa dice la scienza sul clima che muta? I climatologi hanno riportato  la variazione delle temperature medie superficiali del Pianeta negli ultimi 11.000 anni.

 

 

 

 

Il grafico è parte di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science nel 2013  da un gruppo di climatologi di Harvard e della Oregon State University, coordinato da Shaun Marcott. L’immagine mostra una curva a forma di arco, con un picco rosso nella parte più a destra. “Sebbene sia del 2013 – sottolinea Colucci, glaciologo del gruppo di ricerca su clima e paleoclima dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) di Trieste - è ancora il più attuale che abbiamo. È un grafico in scala, ed evidenzia in modo emblematico l’impennata delle temperature medie superficiali della Terra negli ultimi 150 anni. L’aspetto che impressiona di più – aggiunge l’esperto del Cnr – è proprio il picco finale. Nell’arco di migliaia di anni, infatti, la Terra è andata incontro a cambiamenti graduali delle temperature globali, pari a pochi decimi di grado. Negli ultimi 100-150 anni, invece, in appena un secolo la temperatura media globale superficiale è schizzata su di circa 1 grado, e la gran parte di questo riscaldamento – chiarisce Colucci – si è verificata negli ultimi 30 anni”.

Gli esperti sono riusciti a ricostruire le temperature della Terra degli ultimi 12.000 anni, cioè all’incirca da quando i nostri antenati hanno imparato a coltivare la terra, grazie all’aiuto della geologia. Esaminando, ad esempio, i pollini antichi, il decadimento radioattivo degli isotopi nei sedimenti dei fondali marini, o la concentrazione dei gas serra all’interno delle carote di ghiaccio.

 

 

Man mano che gli scienziati scendono in profondità negli strati di ghiaccio, quindi, è come se portassero indietro nel tempo le lancette della Terra.

 

Gli esperti del Comitato dell’Onu sui mutamenti climatici, l’Ippc, e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ci spiegano che la temperatura della Terra è cambiata molto, e talvolta in modo drastico, in tempi lunghissimi. “In 500 milioni di anni ci sono state variazioni di circa 20 gradi”, sottolinea Colucci. “Ma non è mai accaduto dall’inizio del Pliocene, circa 5,3 milioni di anni fa, di vedere valori di CO2 così alti come negli ultimi 150 anni. E nel Pliocene la concentrazione di questo gas serra nell’atmosfera – ha aggiunto il glaciologo del Cnr – era di circa 500 parti per milione (ppm)”.

Oggi, secondo gli esperti della Società geologica italiana, siamo “a poco più di 410 parti per milione, con un aumento del 46% rispetto al valore pre-industriale di 280 ppm”. Secondo le previsioni dell’Ipcc, entro la fine del secolo potremmo raggiungere le concentrazioni dell’inizio del Pliocene: quando la Terra era un pianeta interamente tropicale, con i mari più alti di circa 20 metri, l’Africa che iniziava a desertificarsi, e il Nord Italia in cui la Pianura Padana era ancora un mare, mentre la terraferma era popolata da ippopotami e leoni”.