L’impatto economico dei cambiamenti climatici in Italia

 

Come altri Paesi dell’area mediterranea, l’Italia si trova in quello che viene definito un “hot spot” climatico. Il Mediterraneo e infatti caratterizzato da mutamenti climatici più accentuati rispetto ad altre zone del pianeta, con conseguenti ricadute in termini di impatti fisici più severi.

I cambiamenti climatici in atto hanno già comportato una diminuzione degli apporti nevosi, della permanenza della neve al suolo ed effetti sul permafrost.

Uno scenario pessimista prevede un aumento della temperatura  di 2°C entro il 2050.  Questo scenario prevede un aumento consistente dei giorni in cui la temperatura supera valori “statisticamente estremi”. Coerentemente, i "frost days" diminuiscono in modo marcato,  in particolare nelle aree alpine lungo la dorsale appenninica.

Uno scenario ottimista prevede una riduzione diffusa su tutto il territorio nazionale delle precipitazioni estive con picchi del -60% in zone della Sardegna e del sud Italia. Una diretta conseguenza è la riduzione dei giorni di copertura nevosa, da -20 a -40% all’anno, su tutto l’arco alpino.

Quest'ultimo modello prevedere anche le dinamiche caratterizzanti il livello del Mar Mediterraneo nel futuro. Gli scenari di innalzamento del livello del mare indicano un sollevamento del bacino dell’ordine di 0,29 cm/anno, che ne porterebbero il livello nel periodo 2021-2050 a essere mediamente più alto di circa 7 cm nell’Adriatico e nel Mar Ionio e ad assumere, nel Mediterraneo occidentale, valori nettamente superiori intorno ai 9 cm.

 

 

Carraro ha riportato che, anche in uno scenario di aumento della temperatura contenuto, circa 1°C rispetto al 2001, la perdita economica potrebbe essere compresa tra lo 0,12% e lo 0,2% del Pil nel 2050. Lo studio conferma inoltre che gli impatti e i costi aumenteranno in modo esponenziale nella seconda metà del secolo. McCallum, in un altro studio, ha analizzato i scenari climatici più estremi con aumenti di temperatura tra i 2°C e i 4°C a metà secolo. Lo scenario a 2°C evidenzia per l’Italia una perdita dello 0,5% del Pil (circa 9 miliardi di euro), quello a 4°C del 2% del Pil al 2050 (35 miliardi di euro). L’approccio valutativo utilizzato considera solo marginalmente gli eventi estremi.

 

 

 

Impatti dell’aumento di temperatura sulla performance economica (variazioni % Pil pro capite rispetto alle condizioni climatiche correnti) per provincia italiana, scenario pessimista (2050 sinistra - 2080 destra)

 

 

 

 

 

Le proiezioni evidenziano inoltre una sostanziale differenza tra  nord e sud, in cui le regioni meridionali e le isole maggiori riportano perdite del 5-15% nel 2050 e del 5-25% nel 2080, mentre le aree settentrionali perdite moderate o addirittura, soprattutto nelle aree più a ridosso dell’arco alpino, potenziali guadagni del 5-60% nel 2050 e del 10-80% nel 2080.

 

E’ opportuno sottolineare che questi risultati sono determinati solamente dall’andamento delle temperature future.

 

 

 

Relazione sullo stato della green economy, 2019