Frana in località Pizzofalcone, Napoli
Nel pomeriggio del 28 gennaio 1868, una grossa frana si staccò dalla collina di Pizzofalcone e distrusse tre case del quartiere di Santa Lucia dove c’erano degli alloggi ammobiliati per forestieri, alcune botteghe e un’osteria.
Una carrozza ed un omnibus che passavano rimasero sotto le rovine.
Il duca d’Aosta e le autorità politiche sono accorse a provvedere, nonché molta truppa per dissotterrare le vittime. Al momento sono stati estratti qualche ferito o cadavere
(dalla Gazzetta Piemontese – 30 gennaio 1868)
Si calcola pressappoco che questa catastrofe abbia costato la vita a circa 60 persone.
Furono avviati subito i lavori di escavazione e fu trovata la prima vittima, un corallaro. Si dovette, però, sospendere i lavori quasi subito in quanto troppo pericoloso.
Per la stessa ragione si è imposto agli abitanti delle case circostanti di sloggiare. Si pretende che anche la caserma di Pizzofalcone sia in pericolo, specialmente in quella parte abitata.
E’ inutile constatare la presenza delle autorità politiche e militari; segnaliamo invece un atto eroico compiuto da un delegato, una guardia municipale e due borghesi, che, arrampicandosi pei ruderi del palazzo in parte sepolto sino ad una stanza al quarto piano, miracolosamente rimasta attaccata alla frana, salvarono una madre e quattro figlioli.
Da altri ragguagli risulta che fin dal mattino si era avvertito che una frana minacciava di staccarsi dalla montagna di Pizzofalcone che sovrasta a picco alle case di fronte al castello dell’Uovo. Su quel monte sta, alquanto indietro, la caserma di Pizzofalcone.
Qualche famiglia a quella vista e dietro tale minaccia si era subito allontanata. Sessanta o settanta suppongosi le vittime. In un caffè che si trovò sepolto, avventori e padroni ebbero campo di fuggire uscendo da una specie di apertura che era rimasta fra i grossi rottami.
(dalla Gazzetta Piemontese – 1 febbraio 1868)
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