A Vettari successe il duca Landari. Alla morte di Landari fu eletto Rodoaldo
Il duca Landari succede a Vectari. Quindi viene nominato Rodoaldo. Il trattato di pace con i Bizantini provocò una rivolta interna tra i Longobardi e si risolse con la battaglia di Coronate. Nel frattempo Ansfrit di Ragogna, usurpò il ducato del Friuli.
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Il regno longobardo fino alla battaglia di Coronate
Nel 671 re Grimoaldo muore a causa delle complicazioni seguite a un salasso. Divenne re suo figlio Garibaldo il quale regnò per tre mesi.
Alla morte di Grimoaldo, Pertarito rientrò immediatamente dall'esilio, venne accolto dai dignitari del palazzo assieme alle regalie e scalzò il figlio dell'usurpatore.
La deposizione di Garibaldo fu favorita, oltre che dalla giovane età del sovrano («puerulo», lo definisce Paolo Diacono), anche dalle scelte dei duchi longobardi, che in questo modo si opposero al principio dinastico e riaffermarono quello elettivo nell'ascesa al trono longobardo.
Pertarito raggiunse subito un'intesa con il duca di Benevento, Romualdo I, che era il figlio maggiore di Grimoaldo. In cambio del riconoscimento della sua autonomia, il duca consentì alla moglie e al figlio del re suoi ostaggi, Rodelinda e Cuniperto, di rientrare a Pavia.
Pertarito diede un forte sostegno alla Chiesa cattolica.
Cuniperto fu associato al trono dal padre Pertarito, reinsediato, nel 680. Fin dai primi anni di coreggenza esercitò un notevole influsso sulla politica del regno.
Nel 680-681 sottoscrisse insieme al padre il trattato di pace con l'Impero bizantino che, in cambio della rinuncia a ulteriori espansioni territoriali, sanciva il riconoscimento formale del dominio longobardo da parte di Bisanzio.
La cooptazione al trono fu probabilmente la miccia che fece divampare la rivolta dei duchi delle regioni nord-orientali del regno (Austria, secondo la denominazione del tempo), che opponevano le istanze guerriere e religiose di una parte ancora consistente dei Longobardi (pagani, ariani o aderenti allo Scisma tricapitolino) alla politica dinastica, filo-cattolica e di pacificazione portata avanti dalla dinastia Bavarese incarnata da Pertarito e Cuniperto.
La rivolta fu guidata dal duca di Trento Alachis, amico di Cuniperto.
Il ducato di Vettari e la sua morte.
Le notizie relative a Vettari si ricavano esclusivamente da Paolo Diacono, dove egli è descritto come un vir benignus et populum suaviter regens, ossia un uomo gentile che governa il popolo. L’azione politica di Vettari fu fortemente connotata in chiave antislava .
E ’ probabile che la ricostruzione definitiva di F orum Iulii (Cividale) in un agglomerato etnicamente distinto dalla rimanente popolazione latino-bizantina, sia avvenuta proprio sotto il ducato di Vettari.
Dal racconto di Paolo Diacono si apprende che ci vollero molti anni per avere una radicale riedificazione della città. Lo storico, infatti, precisa che il suo avo Leupichis, fatto prigioniero con i suoi fratelli e deportato dagli Avari (intorno al 610) nel loro territorio, riuscì in seguito a fuggire non avendo con sè altro che la faretra, l’arco ed un po’ di cibo e a raggiungere Forum julii e la sua casa natia, che trovò abbandonata, cadente e avvolta da fitta vegetazione. Anzi, tra le pareti diroccate era cresciuto un robusto olmo. Leupichis riedificò la casa e si sposò.
Leupichis dovette quindi far ritorno verso il 630, sotto il ducato di Grasulfo II.
Il duca successivo, Agone, costruì una sua modesta domus.
Lupo, successo ad Agone, in lotta con Pavia nel tentativo di usurpare il Regno, non ebbe certamente tempo di dedicarsi ad opere di pace.
E ’ verisimile, quindi, che la riedificazione di Cividale sia avvenuta durante il ducato di Vettari, benigno e saggio amministratore, la cui reggenza sembra essere trascorsa, salvo un modesto incidente di frontiera con gli Slavi, senza disastrose guerre.
Non è certo quando Vectari morì. Dalle fonti non si hanno notizie della data di morte. Alcune fonti indicano il 671, altre il 678.
A Vettari successe il duca Landari
Questo semplice accenno di Paolo ci porta a supporre che sotto il governo di Laudari il ducato continuò a godere anni tranquilli, senza che nessun particolare avvenimento venisse a turbare la regione.
Alla morte di Landari fu eletto Rodoaldo
Di Rodoaldo prese le difese del re Cuniperto quando Alachis, duca di Trento e Brescia, si ribellò.
Quando, nel 688, Cuniperto succedette a Pertarito, Alachis, spalleggiato dai bresciani Aldone e Grausone, approfittò di un'assenza del re per occupare Pavia, capitale del regno, e costrinse Cuniperto a rifugiarsi sull'isola Comacina. Il governo di Alachis si dimostrò però presto oppressivo e tirannico alienandogli così l'appoggio popolare, soprattutto per la sua politica ostile alla Chiesa cattolica e orientata a favore degli ariani. A seguito di un'incomprensione, Aldone e Grausone, convinti che Alachis era intenzionato a tradirli, convinsero Alachis ad andare a cacciare e di lasciargli la gestione del regno al suo posto. Riuscirono quindi a convincerlo e lo allontanarono da così da Pavia. I due andarono sull'isola di Comacina, ottennero il perdono del re e gli promisero di aprirgli le porte di Pavia.
Alachis, ormai scalzato dalla capitale, passò per Piacenza e andò nella parte orientale attraversando l'Adda. Vicenza venne presa con la forza e costretta a legarsi ad Alachis, in seguito occupò Treviso. Alachis, accampato nei pressi del ponte sul Livenza (pons Liquentiae), nascosto nel bosco di Capulano. La via Postumia arrivava ad Oderzo e quindi una direttrice raggiungeva Concordia.
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Ubicazione del pons Liquentiae. Clicca sull’immagine per ingrandire
Alachis costrinse gli uomini friulani, che marciavano in ordine sparso e che volevano unirsi a Cuniperto, a giurargli fedeltà, intercettandoli quando erano isolati e facendo attenzione che nessuno potesse tornare indietro ad avvertire gli altri guerrieri in marcia.
Al combattimento finale, tra il re ed il duca ribelle, i forogiuliesi non presero parte in quanto si trovavano vincolati a due giuramenti: a quello già prestato a Cuniperto e a quello astutamente estorto da Alachis.
Nel 689 Cuniperto, grazie al sostegno della popolazione e del clero cattolici, fu in grado di allestire un esercito con il quale affrontò l'usurpatore nella battaglia di Coronate, combattuta nella piana tra Trezzo e Cornate d'Adda, lungo il fiume che segnava il confine tra Austria e Neustria. Alachis fu sconfitto e trucidato. La sua testa venne mozzata, le sue ginocchia spezzate e il suo cadavere rimase mutilato e informe.
I friulani non intervennero a favore di nessuno dei due contendenti, ritornando in Friuli. Per non incorrere nello spergiuro, o verso l'uno o verso l'altro dei contendenti, attesero l'esito (vero giudizio di Dio) della battaglia.
Nel frattempo, approfittando della confusione creatasi e dall'assenza di Rodoaldo da Cividale, Ansfrit di Ragogna, usurpò il ducato.
Saputo ciò Rodoaldo, invece di affrontare il ribelle, preferì raggiungere l'Histria e poi, via mare, raggiunse Ravenna e poi Pavia presso la corte di Cuniperto.
Mario Brozzi, La probabile epoca della ricostruzione di Cividale dopo la distruzione avarica, Sot la nape, a.14, n.1 (marzo 1962)
Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858
Mario Brozzi, I duchi longobardi del Friuli, Memorie storiche forogiuliesi, 1972, vol 52, 11-32
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