La perdita della biodiversità e degli ecosistemi naturali a cui stiamo assistendo è catastrofica tanto quanto i cambiamenti climatici.
La perdita della biodiversità e degli ecosistemi naturali a cui stiamo assistendo è catastrofica tanto quanto i cambiamenti climatici. I due eventi in realtà sono strettamente interconnessi, perché se da un lato i cambiamenti climatici accelerano la perdita di biodiversità, dall’altro la salute degli ecosistemi è un alleato indispensabile nella lotta ai cambiamenti climatici.
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In Europa, la perdita di biodiversità prosegue a ritmi allarmanti, e numerose specie, habitat ed ecosistemi sono minacciati dall’agricoltura intensiva, dall’espansione urbana incontrollata, dall’inquinamento, dalla silvicoltura non sostenibile, dalle specie aliene invasive e dai cambiamenti climatici.
Tuttavia, queste perdite non si limitano solo all’Europa. La perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi sono un fenomeno globale.
Qual è il valore della natura?
Per noi esseri umani, la natura ha un valore inestimabile.
La nostra atmosfera, le foreste, i fiumi, gli oceani e i terreni continuano a fornirci l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo e le materie prime che consumiamo, nonché gli spazi di ricreazione e di ristoro. Spesso questo è definito come il valore d’uso della natura.
In questo contesto, sono stati profusi sforzi per assegnare un valore monetario a questo «capitale naturale», così da inquadrare all’interno dei nostri modelli economici esistenti i «servizi ecosistemici» che fornisce. Infatti, la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 dichiara che più di metà del prodotto interno lordo globale, pari a circa 40 trilioni di EUR, dipende dalla natura.
La natura ha anche un valore culturale, perché funge da scenario di fondo della nostra esistenza di esseri umani e ci fornisce le condizioni necessarie per permetterci di godere di una buona salute fisica e mentale, nonché per trovare il benessere emotivo e spirituale.
Tuttavia, tendiamo a dare la natura per scontata, considerandola come una risorsa «gratuita» a cui attingere non solo per le nostre necessità, ma anche per i nostri desideri.
La natura ha bisogno di aiuto
Secoli di sfruttamento delle risorse hanno comportato un costo eccessivo per la biodiversità in Europa. La natura si trova in cattivo stato: la maggior parte delle numerose specie animali europee, come il falco sacro e il salmone del Danubio, e degli habitat, dalle praterie alle dune, affronta un futuro incerto, a meno che non si intraprendano misure urgenti per capovolgere la situazione.
Secondo l’AEA e altre ricerche, sono in declino anche gli insetti, e le api in primis. Un dato certo è che, secondo la European Red List2, circa il 9% delle api all’interno dell’UE è a rischio di estinzione.
Gli habitat più importanti degli impollinatori – i terreni erbosi, la macchia, le paludi, i pantani, gli acquitrini e le foreste – spesso si trovano in uno stato di conservazione scadente. Il principale motivo è l’abbandono dei terreni erbosi, l’espansione dei terreni agricoli e l’impiego di concimi.
La situazione delle acque costiere, dal Baltico al Mediterraneo, è altrettanto allarmante.
L’impatto delle attività umane sulla terraferma e lo sfruttamento dei mari hanno alterato la quantità e la distribuzione delle specie e degli habitat marini, nonché la composizione fisica e chimica complessiva dei mari. Inoltre i problemi generati dai cambiamenti climatici stanno aggravando gli effetti delle altre minacce e sono destinati a modificare irreversibilmente gli ecosistemi marini.
La natura in Europa e altrove nel mondo si trova già di fronte a una nuova cosiddetta sesta estinzione di massa che minaccerà anche l’esistenza di noi esseri umani?
Se da un lato la comunità di scienziati ed esperti è divisa, dall’altro aumentano le preoccupazioni sul fatto che un evento di massa simile sia già in atto da anni.
Importanti esperti delle Nazioni Unite hanno affermato che lo sfruttamento della natura e l’inquinamento atmosferico e idrico a causa dell’aumento della popolazione umana stanno esercitando un impatto disastroso sulla nostra biodiversità, alla pari dei cambiamenti climatici
L’ultima valutazione globale dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici, IPBES), pubblicata nel 2019, ha stimato che in tutto il mondo sia a rischio di estinzione 1 milione di specie animali e vegetali, molte delle quali si ritiene siano insetti. La relazione osserva che non è troppo tardi per invertire la situazione se adottiamo rapidamente misure volte a ridurre le emissioni di gas serra, responsabili dei cambiamenti climatici, e fermiamo lo sfruttamento delle risorse naturali.
AEA Segnali 2021 , La natura in Europa
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