Alla base della sostenibilità c’è l’educazione ed il rispetto per il proprio territorio  e per il bene pubblico, perché il bene pubblico è anche mio e viene sostenuto con le tasse che i cittadini pagano allo stato. 

Per uno sviluppo sostenibile è necessario tutelare e valorizzare le risorse naturali al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri. In questo senso la "sostenibilità dello sviluppo" è incompatibile in primo luogo con il degrado del patrimonio e delle risorse naturali (che di fatto sono esauribili) ma anche con la violazione della dignità e della libertà umana, con la povertà e il declino economico, con il mancato riconoscimento dei diritti e delle pari opportunità.

Per tali motivi, la sostenibilità ruota attorno a tre componenti fondamentali:

Sostenibilità economica: intesa come capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione.

Sostenibilità sociale: intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia.) equamente distribuite per classi e genere.

Sostenibilità ambientale: intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali.

Non è ammissibile uno sfrenato utilizzo delle risorse naturali, in quanto esse non sono sostituibili come quelle umane, ma il loro depauperamento dà luogo al contrario e nella maggior parte dei casi a processi irreversibili (ad esempio l'estinzione di specie animali) o reversibili, ma solo in un lunghissimo periodo, non coincidente con i tempi umani (come il processo di rimboschimento di foreste).

Un modello di sviluppo sostenibile perciò deve contemplare una politica di tutela e salvaguardia delle risorse naturali, che vanno gestite razionalmente contemperando l'esigenza di sviluppo socio-economico con quella di rispetto dell'ecosistema.