Recentemente La Stampa ha pubblicato un articolo sulla sesta estinzione  di massa.

 NEL CORSO DELLA SUA STORIA LA TERRA HA CONOSCIUTO CINQUE EPISODI DI ESTINZIONE DI MASSA: SECONDO ALCUNI RICERCATORI SAREMMO ALLA VIGILIA DELLA SESTA

 

 

 

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Roma 17 feb. (TMNews) - Nel corso della sua storia la Terra ha conosciuto cinque episodi di estinzione di massa: secondo alcuni ricercatori saremmo alla vigilia della sesta, e questa volta non sarà responsabilità di un'asteroide o dell'era glaciale, ma degli esseri umani. 
Come riporta il quotidiano britannico The Independent, nell'episodio peggiore, 250 milioni di anni fa, morirono il 96% delle specie marine ed il 70% di quelle terrestri e ci vollero milioni anni per recuperare la diversità biologica. 
Attualmente il tasso di estinzione delle specie animali è andato sempre più accelerando, e i cambiamenti climatici non fanno che aggravare la situazione: secondo le stime dell'Ipcc almeno il 20% delle specie animali e vegetali rischia l'estinzione entro la fine del secolo. 

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Leggendo questo articolo mi ha richiamato alla mente il libro Inferno di Dan Brown.  Tra indagini, storia e intrighi, l’autore evidenzia il problema che l’umanità dovrà affrontare tra qualche anno: la sovrappopolazione umana.

Il 1° gennaio 2014 la popolazione della Terra ha raggiunto i 7,2 miliardi di persone, così afferma un rapporto della Fondazione tedesca per la popolazione mondiale. Gli analisti sostengono che nel corso dell'ultimo anno il numero della popolazione terrestre è aumentato di 80 milioni. Gli autori del rapporto esprimono preoccupazione per il livello di crescita sproporzionato della popolazione nei Paesi in via di sviluppo. Secondo loro, ciò porterà ad un aumento della povertà nel mondo. Purtroppo le risorse della Terra si stanno esaurendo.

Nel 2008, l’ONU ha evidenziato che la brusca crescita della popolazione mondiale, il cambiamento climatico, una diffusa incapacità gestionale e la crescente domanda di energia hanno accentuato la pressione su risorse idriche mondiali che stanno diminuendo. Secondo un Rapporto elaborato con il concorso di 24 agenzie delle Nazioni Unite, con una popolazione mondiale ormai attestata a oltre 7 miliardi, alcuni Paesi hanno già toccato i limiti delle proprie risorse idriche.

“Il cambiamento climatico renderà questa situazione ancora più drammatica”, ha dichiarato William Cosgrove, coordinatore ONU del “World Water Development Report”. “Non solo perchè aumenterà la variabilità del clima, ma anche perchè provocherà un incremento della già esistente pressione sulle risorse idriche”.

Il Rapporto prevede che, a causa del cambiamento climatico, entro il 2030, quasi la metà della popolazione mondiale vivrà in aree ad alto stress idrico, tra cui l’Africa che conterà tra 75 e 250 milioni di persone sottoposte a tale pressione. Inoltre, la scarsità d’acqua in alcune zone aride e semiaride provocherà lo spostamento di un numero di persone comprese fra 24 e 700 milioni.

“La domanda è in aumento. Sta creando una forte concorrenza e ciò di cui abbiamo bisogno è una migliore amministrazione delle risorse idriche, una migliore legislazione e una distribuzione dell’acqua più efficace e trasparente”, ha dichiarato Cosgrove, rilevando anche che la pressione sulle risorse idriche aumenta drammaticamente con il miglioramento della qualità della vita, la crescita dei centri urbani e l’incremento dei livelli di consumo, tutti fattori che determinano di conseguenza un’impennata della domanda di energia.

Il drammatico aumento nella produzione di biocarburanti, tra cui l’etanolo, triplicato tra il 2000 e il 2007, e la necessità di una quantità oscillante tra 1.000 e 4.000 litri d’acqua per produrre un solo litro di biocarburante, hanno aggiunto ulteriori pressioni a quelle già esistenti.

“Il bisogno globale di energia è destinato ad aumentare del 60% entro il 2030 – secondo una previsione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia – e la domanda di energia arriverà dai Peasi in via di sviluppo”, ha notato Cosgrove, mentre il consumo di energia idroelettrica è destinato anch’essa ad aumentare del 60%. “Con la crescente penuria, una gestione virtuosa delle risorse idriche diventa più che mai essenziale”, ha insistito il Direttore Generale dell’UNESCO, Koïchiro Matsuura

Secondo nuove stime delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale raggiungerà i 7 miliardi nel 2015 e si attesterà a 9 miliardi nel 2050, un incremento dovuto soprattutto ai  paesi  in via di sviluppo. “Non ci sono grandi cambiamenti per le stime più recenti, e le valutazioni per il futuro non sono state modificate,” ha affermato a New York Hania Zlotnik, Direttore della Divisione Popolazione del Dipartimento degli Affari Economici e Sociali (DESA).

Secondo il documento nove paesi contribuiranno per metà all’incremento mondiale, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2050: India, Pakistan, Nigeria, Etiopia, Stati Uniti, Repubblica Democratica del Congo (DRC), Tanzania, Cina e Bangladesh.

Hania Zlotnik, direttrice della Divisione popolazione dell'ONU,  ha rilevato che le attuali proiezioni sono basate sull’ipotesi che la fertilità diminuirà passando dall’attuale livello mondiale di 2,5 bambini per donna a 2,1, da adesso fino al 2050. La popolazione dei 49 paesi meno sviluppati cresce ancora oggi più velocemente rispetto al resto del mondo, a un ritmo del 2,3 per cento l’anno.



 

 

 

 

 

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