Carlo Magno conquista Trieste e l’Istria.

 

Alla fine del secolo VIII, conquistato ed annesso al grande Regno dei Franchi di Carlo Magno, il Friuli venne organizzato in marca o margraviato. 

L’ultimo giorno di aprile del 783, muore la regina Ildegarde all’età di 26 anni lasciando tre figlie e tre figli. Il primogenito Carlo era destinato a diventare re di Francia, Pipino re d’Italia (incoronato il 15 aprile 781) e Lodovico re d’Aquitania.

Non molto tempo dopo Carlo Magno si sposò con Fastrada (figlia di Rodolfo III di Franconia e di Aéda di Baviera).

 

Nel 788 gli Unni si radunarono in due eserciti. Con un esercito invase la Baviera, con l’altro depredò il Friuli. Carlo Magno si oppose con due eserciti facendo una strage di barbari ricacciandoli nelle loro province. L’esercito di Carlo Magno resistette valorosamente e li cacciò oltre le Alpi. Li inseguì e li raggiunse il 23 agosto 791, ed inflisse loro una grave sconfitta.

 

L’Istria prima di Carlo Magno

 

L’area tra i due fiumi, Timavo (Timavus flumen) e Qiuete (Ningus flumen), che sotto il dominio appartenevano al territorio triestino (ager tergestinus) era prevalentemente agricola. Oltre alla viticoltura e all’olivicoltura erano sviluppate anche la pesca, la raccolta dei molluschi, le saline ecc. Tra le città di Trieste (Tergeste) e Capodistria e anche l’entroterra, era presente un forte intreccio di legami commerciali. Le città dipendevano molto dall’entroterra agricolo, dall’altro canto esse fornivano la campagna abitata con merce varia, da spezie, odori, articoli artigiani a merce di lusso. 

L’ottavo secolo portò a nuovi sussulti nella cristianità a e nell’impero bizantino, allora diviso tra iconoclasti e iconoduli.  Le chiese istriane rimasero fedeli alla Chiesa romana e si opposero anche all’esarca di Ravenna.

Questa situazione di attrito, che coinvolse pure i territori bizantini in Italia, andò a favore dei Longobardi che con un’azione militare occuparono varie città dell’Emilia, della Pentapoli, la stessa Ravenna e, nel 751, anche l’Istria . Per quest’ultima non fu nominato un particolare duca, bensì essa venne assoggettata direttamente allo stesso re longobardo Desiderio.

I gastaldi subentrarono ai tribuni e gli sculdasci ai vicari, mentre le chiese istriane passarono alle dipendenze del patriarcato aquileiense. Il basso clero ed il popolo istriano, messi a dura prova da tutta una serie di nuove imposizioni longobarde, rappresentavano la forza oppositrice al nuovo governo. Il dominio longobardo non durò molto e fu in sostanza una parentesi, poco più che ventennale.

 

La Marca del Friuli

Nel frattempo  muore Marcario del Friuli,  il primo duca friulano nominato da Carlo Magno dopo la ribellione del longobardo Rotgaudo.  Nel 789, Enrico diventa duca e marchese del Friuli (vedi nota 1).

Enrico era nato a Strasburgo, figlio di Geroldo di Vinzgouw e di Emma di Alemannia, era fratello di Ildegarda,  moglie di Carlo Magno. Fu molto amico di San Paolino e morì in battaglia nel 799.

 

Carlo Magno aveva introdotto gli usi e costumi dei Franchi, infatti nei capitolari (vedi nota 2) del 799 si parla di Gildonie che erano delle società o comitive di uomini d’armi. Carlo Magno trasferì in Italia, soprattutto nelle zone di frontiera, molti militari franchi, bavaresi, ecc. assegnando loro una parte cospicua delle terre confiscate ai Longobardi ribelli.

Si ritiene che in questi anni, i duchi marchesi del Friuli trapiantarono nelle pianure dell’aquilese dei coloni slavi al fine di popolare e coltivare le terre più sterili  che in seguito formarono il nucleo dei villaggi.

 

Nel settembre del 791, Enrico con il suo esercito e con le milizie mandate da Pipino, accompagnato dal patriarca Paolino, diede battaglia agli Unni facendone una strage.

La guerra contro gli Unni durò 30 anni.  Enrico, duca del Friuli, morì nel 799 combattendo contro gli Unni.

 

 

Trieste e l’Istria diventano carolinge.

Lo scontro tra Longobardi e Franchi, la cui potenza era allora in piena espansione, cambiò nuovamente le sorti dell’Istria che, a differenza del territorio italiano, fu assegnata ai Bizantini. In questa occasione  ci fu il ritorno dei vescovi istriani all’obbedienza gradese.

In Istria si formarono nettamente due partiti contrapposti: quello bizantino-popolare, sostenuto dal governo centrale e dai suoi massimi rappresentanti provinciali, e quello franco-clericale capitanato dai vescovi. Quest’ultima fazione ebbe la meglio nel 778, allorquando tutta la penisola passò ai Franchi di Carlo Magno.  L’Istria fu inserita nella marca del Friuli.

L’Istria venne divisa in contee franche (verosimilmente nell’803). A capo della provincia istriana venne posto un nuovo comandante militare e funzionario franco, investito del titolo di dux che sostitui il magister militum bizantino.

I Franchi tentarono di amalgamare nell’Istria (come nell’Italia nord-orientale) l’assetto amministrativo-territoriale municipale con l’assetto militare. Si rivolse particolare attenzione alla difesa del “limes” nordorientale dell’Italia, che comprendeva pure il territorio istriano, e si mantenne in vita il cosiddetto “numerus tergestinus”(vedi nota 3), creato dai Bizantini. Numerosi furono gli Istriani che parteciparono alle azioni militari intraprese dai Franchi contro gli Avari nel 791 e nel 795 in Friuli e contro i Croati nel 799, durante la spedizione organizzata dal duca Enrico del Friuli, che in quell’occasione vi trovo la morte. E verosimile, poi, che un contingente istriano facesse parte dell’esercito italiano che nell’803 si oppose alle unità slave e avare che premevano sulla Carniola.

Il dominio franco stimolava la colonizzazione dei nuovi poderi diffondendo il sistema feudale. Questo sollecitò gli Slavi a trasferirsi nel retroterra dalle città marine provocando un cambiamento dell’immagine etnica delle campagne. L’insediamento dei territori prevalentemente spopolati delle città da parte della popolazione, allora ancora pagana, e le diverse forme di violenza subita dai cittadini sotto il duca franco Giovanni, causarono discordie e conflitti. Nell’ambito della legge franca di allora si cercò, nel 804, di risolvere i conflitti nel placito al Risano (Placitum in territorio Caprense). 

 

 

 

(nota 1)

Sotto Carlo Magno si chiamavano: conti quelli che governavano una città ed il suo territorio; duchi quelli che reggevano un’intera provincia dove c’erano molte città e molti conti; marchese era un comandante di milizie, il cui compito era di custodire e difendere i confini di una provincia. Quindi poteva coesistere il titolo di duca con quello di marchese.

(nota 2)

Il capitolare è una legge o un'ordinanza emanata dai re o dagli imperatori franchi e i loro successori. Il termine deriva dal latino capitulare (diviso in capitoli o paragrafi). I capitolari erano il principale strumento di governo utilizzato dai re carolingi e regolavano moltissime questioni, dalla vita pubblica, sia laica che ecclesiastica, all'agricoltura, dalla politica economica.

(nota 3)

 Nel 660 il territorio triestino era compreso nel "numerus tergestinus", una sorta di provincia militare istituita agli inizi del 600 dai Bizantini, allo scopo di difendere le frontiere dagli Slavi e dai Longobardi.

 

 

 Francesco di Manzano. Annali del Friuli. Volume 1. 1858

Prospero Antonini, Del Friuli ed in particolare dei trattati da cui ebbe origine la dualità politica in questa regione, 1873

Bernardo Benussi, Nel medio evo: pagine di storia istriana, 1897

Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Istria nel tempo, 2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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