Esistono circa 250 balene franche boreali nordatlantiche adulte

 balena franca nordatlantica

Le balene franche nordatlantiche sono facilmente distinguibili dalle altre balene per le callosità presenti sulla loro testa, per il largo dorso privo di pinna dorsale e per il lungo profilo arcuato della bocca, che comincia sopra l'occhio.

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Il corpo di questa balena è grigio molto scuro o nero, occasionalmente con alcune macchie bianche sul ventre. Le callosità della balena franca appaiono bianche, non a causa della pigmentazione della pelle, ma per la presenza di grandi colonie di ciamidi o pidocchi delle balene.

Le balene franche adulte misurano solitamente dagli 11 ai 17 metri di lunghezza, e pesano fino a oltre 60 tonnellate.

 Le femmine sono più grandi dei maschi e danno alla luce il primo piccolo a nove o dieci anni di età dopo una gestazione di un anno.

Areale delle balene franche

Areale delle balene franche

L’alimentazione

La dieta delle balene franche comprende principalmente zooplancton e minuscoli crostacei, come copepodi, krill e pteropodi, sebbene possano nutrirsi anche di altro. Si nutrono «mietendo» in lungo e in largo con la bocca spalancata. Dentro di essa entrano sia l'acqua che le prede, ma solo la prima riesce a fuoriuscire attraverso i fanoni per ritornare all'aperto. Per permettere ad una balena di nutrirsi, le prede devono essere tanto numerose da suscitare il suo interesse; essere abbastanza grandi da poter permettere ai fanoni di filtrarle; ma anche abbastanza piccole da non avere la velocità per fuggire. La «mietitura» può avvenire in superficie, sott'acqua, o perfino nei pressi del fondale dell'oceano.

La popolazione

Fin dall’inizio del secolo scorso è stata la caccia a compromettere la popolazione delle balene. Con il loro movimento docile e lento, gli animali tendono a stare vicino alla costa. Ciò li rese bersagli relativamente facili per i balenieri che ridussero drasticamente la loro popolazione tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo.  Nel 1935 divenne illegale cacciare le balene franche.

Le prime registrazioni documentate della caccia alle balene basche nel Golfo di Biscaglia risalgono all'XI secolo. Almeno dozzine di balene franche furono uccise ogni anno nel Golfo di Biscaglia fino a quando un netto declino fu evidente nel 1650 e la caccia alle balene diminuì durante il XVIII secolo. I balenieri baschi arrivarono in Islanda già nel 1412 e parteciparono alla pesca della balena franca intorno alle isole britanniche e in Norvegia dal XIV al XVIII secolo, ma probabilmente molte altre balene furono catturate da balenieri olandesi, danesi, britannici e norvegesi. Non sono disponibili stime quantitative delle catture. 

La caccia alla balena franca nell'Atlantico nord-orientale sembra essere diminuita dalla metà del XVII secolo e quasi scomparsa dalla metà del XVIII secolo, ma ci fu un breve periodo di catture di balene franche da parte dei moderni balenieri che operavano da stazioni costiere nelle isole britanniche nord-occidentali e al largo dell'Islanda, con almeno 120 balene franche catturate tra il 1881 e il 1924. 

Ci sono alcune prove archeologiche e storiche di un terreno di svernamento della balena franca nel Mar Mediterraneo in epoca classica, con una probabile pesca vicino allo Stretto di Gibilterra.

Secondo il WWF è proprio da questo che deriva il loro nome in inglese, right whales [letteralmente, balene giuste] perché secondo i cacciatori erano le balene "giuste" da cacciare. All'inizio degli anni '90 e nei primi anni 2000 la specie ha cominciato a riprendersi, ma nell'ultima decade è andata crollando di nuovo.

Gli scienziati hanno cercato una spiegazione per un precipitoso declino della popolazione di balene del Nord Atlantico, che è scesa da 482 nel 2010 a circa 250 di oggi.

Le balene franche nell'Atlantico settentrionale non vengono più cacciate e la minaccia attuale più grave è rappresentata dalla morte e dalle lesioni dovute agli impigliamenti negli attrezzi da pesca. 

Durante il 2012-2016, si sono verificati 30 decessi causati dall'uomo.  Altri 30 decessi sono stati registrati nel periodo 2017-19, di cui 21 in acque canadesi e nove in acque statunitensi.

Il rumore antropogenico (in particolare il rumore della nave) può influire negativamente sia sulla riproduzione, interferendo con le vocalizzazioni del corteggiamento, sia sull'acquisizione della preda, interferendo con la comunicazione e riducendo le opportunità di alimentazione.

Il cambiamento climatico sembra aver causato uno spostamento verso nord nella distribuzione estiva delle balene franche del Nord Atlantico, probabilmente a causa degli effetti sulla distribuzione delle prede, che espone le balene franche a rischi di navigazione e di intrappolamento su un'area più ampia

Un articolo pubblicato  sulla rivista Oceanography, collega una corrente d’acqua calda, comparsa nel 2010, a una riduzione della fornitura di cibo chiave per le balene, il Calanus finmarchicus: un piccolo crostaceo presente nel Golfo del Maine, l'area al largo della costa degli Stati Uniti, in cui le balene trascorrono le loro estati.

Mentre le scorte di cibo si muovevano in risposta al riscaldamento dell'oceano, così facevano le balene. In queste migrazioni le balene si sono  avvicinate alle rotte di navigazione e alle zone di pesca che erano state progettate per evitare i soliti luoghi di alimentazione delle balene.  Le balene hanno  affrontato viaggi più lunghi per raggiungere il cibo, lasciandoli più affamati del solito prima dell'inverno.

Lo studio contesta l'ipotesi che le specie siano in grado di adattarsi rapidamente alle mutevoli condizioni oceaniche.  Secondo gli autori, il fatto che ci sia poca riproduzione è una forte indicazione che questa specie non è in grado di cercare in modo efficace i nuovi habitat.

 

iucnredlist.org

 



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