Ripercussioni politiche del fracking (parte 1)
Gli Stati Uniti hanno enormi riserve di gas (e di petrolio) contenuto in questo tipo di rocce. E sono i più avanzati dal punto di vista tecnologico. Cosicché stanno dominando il mercato e contano di poterlo dominare nei prossimi anni, superando sia la Russia sia i paesi del Medio Oriente. Con vantaggi economici e geopolitici evidenti. In realtà, sostiene Obama, il metano è, tra gli idrocarburi, quello che a parità di energia liberata produce meno gas serra.
Cosicché, in attesa delle fonti rinnovabili, lo shale gas sta già consentendo e consentirà in futuro di diminuire le emissioni di carbonio, sostituendo il petrolio e il carbone. Poiché anche la Cina ha notevoli riserve di gas naturale non convenzionale, molti sperano che anche la grande potenza asiatica inizi a utilizzarlo.
Il prossimo futuro sarà, dunque, dello shale gas e di quel suo cugino, il tight oil, il petrolio estratto dagli scisti bituminosi, ovvero da rocce intriso di idrocarburi liquidi?
Non tutti ne sono convinti.
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